La replica di Fulvio Mazza: «La Bottega editoriale non è un covo di imbroglioni per ragazzi sprovveduti»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 22 Set 2010 in Interviste

La Repubblica degli Stagisti ha contattato il giornalista Fulvio Mazza per chiedergli la sua versione dei fatti rispetto alla richiesta di help della lettrice Sandra G. sui corsi-stage a pagamento organizzati dall'agenzia letteraria Bottega Editoriale, della quale è socio di maggioranza – rappresenta il 50,75% del capitale sociale – e amministratore unico. L'intervista si è svolta in quattro tempi, attraverso due telefonate e due scambi di email: Mazza ha preferito  alla fine dire la sua per iscritto, inviando alla redazione una email con alcune risposte. Eccole pubblicate qui sotto integralmente, correlate ciascuna alla rispettiva domanda. Impossibile invece, essendosi Mazza opposto alla consuetudine giornalistica della registrazione delle interviste telefoniche, riportare i contenuti – peraltro molto significativi delle conversazioni a voce.

La Bottega Editoriale 
tra il novembre 2008 e il febbraio 2009
ha organizzato un corso per redattori di casa editrice a un costo di 720 euro + Iva per ciascun partecipante. Alla Repubblica degli Stagisti risulta che dagli iniziali 20 posti disponibili si salì poi a 32 iscritti,  e che alcuni corsisti però abbandonarono il corso a metà. Come stanno le cose?
La Bottega editoriale è un’agenzia letteraria che, talvolta, organizza scuole di redattore di casa editrice. Quando il numero dei corsisti previsti è fisso non subisce poi mutazioni. Ben difficilmente avviene che corsisti abbandonino il corso una volta iniziato.
Rispetto a quel corso, sul vostro sito si legge: «il pool organizzativo programmerà un periodo di stage al termine della Scuola da svolgere all’interno della propria struttura e/o all’esterno». I tre migliori corsisti avrebbero dovuto fare uno stage presso Bottega editoriale. Alla fine del corso lei prospettò invece a tutti corsisti la possibilità di svolgere un periodo di stage di sei mesi presso Bottega editoriale, con un'ulteriore quota di adesione di 410 euro + Iva. Come mai questo cambiamento di rotta?
I corsi sono differenti di volta. Talvolta sono molto orientati al teorico; talaltra molto orientati al pratico, soprattutto se a svolgerlo sono persone che hanno precedentemente svolto i corsi teorici. Ai corsisti viene prospettata la possibilità di effettuare stage. Ma non si dà garanzia della successiva effettuazione degli stage stessi, dipende da come i corsisti andranno dal punto di vista qualitativo. Nel bando per la prossima scuola di casa editrice, pubblicato un paio di mesi fa [il termine ultimo per le iscrizioni è il 30 settembre e la prima lezione è fissata per il 4 ottobre, ndr], evidenziamo difatti che «I corsisti saranno privilegiati nella possibilità di accedere agli stages, da svolgere all’interno della struttura de la Bottega editoriale e/o all’esterno presso i partner della Scuola». Abbiamo cambiato, rispetto agli altri anni, questo aspetto per non dare l’impressione di un automatismo: in altre parole, ci siamo accorti del nostro errore e lo abbiamo rettificato.
Dei trenta partecipanti al primo corso, nella primavera del 2009 ve ne furono nove che aderirono alla nuova offerta per lo «stage-corso». Ma è vero che sostanzialmente a questi stagisti-corsisti vennero assegnati compiti pratici che poi la Bottega Editoriale utilizzò per la sua attività? Da un documento in possesso della Repubblica degli Stagisti risulta che tra il febbraio e il giugno del 2009, durante appunto lo «stage-corso»,  vennero loro affidati compiti come lo sbobinamento di un master dal quale avrebbe poi dovuto essere tratto un libro, e poi la trascrizione del testo di un romanzo per seconda lettura, la stesura della scheda libri finalisti del Premio Tropea… Come lo spiega?
In grandissima parte le esercitazioni dei corsisti si svolgono su testi/argomenti che poi non vengono utilizzati nella nostra attività. In qualche caso, assolutamente minoritario, può accadere il contrario. Ciò avviene anche e soprattutto perché, in tal modo, il corsista può più concretamente comprendere (sempre, ovviamente, con il nostro ausilio) la giustezza o gli errori di quel che fa. Stesso dicasi per gli stagisti.
I nove stagisti-corsisti ebbero la possibilità di decidere se svolgere i compiti assegnati presso la sede della Bottega Editoriale, che si trova al piano terra della sua abitazione privata a Rende, oppure da casa propria. Alcuni venivano quindi a svolgere i loro compiti presso la vostra sede. Ma i tirocini erano stati regolarmente formalizzati con un ente promotore? Per esempio, dato che tutti i corsisti erano studenti o neolaureati, con l'università? Disponevano di una posizione Inail? Cosa sarebbe successo se uno degli stagisti-corsisti si fosse fatto male mentre stava lavorando presso la vostra sede?
Gli stagisti sono ovviamente segnalati all’Inail seguendo le procedure previste dallo stesso Istituto.
Per le passate edizioni e in particolare per il corso novembre 2008 - febbraio 2009, quanti crediti formativi universitari sono stati attribuiti per la frequentazione del vostro corso per redattori di casa editrice? E da quali atenei?
I Cfu variano di anno in anno e da università ad università. Negli ultimi anni abbiamo avuto crediti (da un minimo di 2 ad un massimo di 10) dalle università di Cosenza, Messina e Catania.

Gli articoli che appaiono sulla testata giornalistica da lei diretta, Bottega Scriptamanent, vengono retribuiti o sono scritti a titolo gratuito? In caso vengano pagati, quali sono le modalità di pagamento e a quanto ammontano i compensi? Quante persone si sono iscritte all'albo dei giornalisti pubblicisti grazie alle collaborazioni retribuite con testate giornalistiche da lei dirette?
Chi, corsista o meno, scrive per le nostre riviste in modo abituale viene pagato regolarmente. Chi scrive per mero esercizio del suo diritto costituzionale no.  Una quindicina di nostri collaboratori abituali sono ora giornalisti iscritti agli ordini della Sicilia, dell’Emilia Romagna, della Calabria e forse anche di altre regioni che ora non ho presente. Tre di questi sono ora direttori di altrettante testate giornalistiche. Molti degli ex corsisti hanno avuto assegnati, dopo i rispettivi corsi, lavori (retribuiti, ovviamente) nelle nostre attività editoriali. Diversi di questi anche in ruoli apicali. Altri hanno acquisito ruoli interessanti in giornali, soprattutto in quotidiani, e altre strutture editoriali.
La Bottega Editoriale ha ricevuto finanziamenti da parte della Regione Calabria, precisamente dal Sistema Bibliotecario Vibonese: per esempio, nel 2009, 8729 euro per la partecipazione alla Fiera del libro di Torino e 4618,70 euro per la partecipazione a Galassia Gutenberg.
Durante lo «stage-corso» della primavera 2009 alcuni stagisti-corsisti vennero mandati a Torino e a Napoli per seguire tali eventi: i finanziamenti avrebbero dovuto coprire anche le loro trasferte? In queste occasioni, chi pagò le loro spese di viaggio e alloggio? Ai ragazzi venne chiesto di restituire i soldi per viaggi e hotel?
Il Sistema bibliotecario vibonese quando ci affida l’incarico di gestire parte o tutta l’attività degli stand della Regione Calabria ci da un importo forfettario. Non paga, dunque, alcuna spesa specifica. E, particolarmente, non è stato mai successo che abbiamo chiesto – a qualcuno che ha ricevuto soldi per viaggi ed hotel (o per qualsiasi altra ragione) da enti pubblici – di restituirci tali soldi.
Spero di essere riuscito a dimostrare che la Bottega editoriale non è un covo di imbroglioni per ragazzi sprovveduti.  Ma che è invece un’agenzia letteraria che, peraltro, partecipa, a livelli qualificati, alle maggiori manifestazioni librarie nazionali quali – per fare solo un esempio - il Salone del Libro di Torino. Ed anche che sa riconoscere i propri errori e porvi rimedio appena possibile. Anche, sulla scorta di segnalazioni da parte dei nostri stessi utenti/clienti, laddove si accorgessero di nostre insufficienze, errori e quant'altro. Anzi, le dirò, dovrebbe essere un elemento di comune di dimostrazione di capacità dialettica, di spirito critico, requisito e portato, allo stesso tempo, per chiunque intenda svolgere un lavoro editoriale, la professione giornalistica o comunque una professione intellettuale. Per dirla tutta e per dirla chiara: non è facile, in Calabria, fare un’agenzia letteraria (e, in verità, nemmeno fare un’impresa economia, di qualsiasi genere). Siamo un’azienda giovane che sta cercando di crescere pian piano. Talvolta facciamo errori ma cerchiamo subito di ripararli. Credo che la cosa più importante sia l’onestà intellettuale. E noi ci sforziamo di mantenerla sempre alta. All’inizio, non le nego che non sempre riuscivamo a pagare tutti e tutto. Adesso tutti sono in regola, tutti sono contrattualizzati. Pubblichiamo due riviste che, mi sembra, hanno un certo rilievo culturale e sociale. Lavorano con noi, a diverso livello (ma tutti, ovviamente, pagati) una quindicina di persone, in gran parte ex corsisti. Non mi sembrano cose da poco.

Nota. Pur apprezzando la
disponibilità di Fulvio Mazza, la Repubblica degli Stagisti non può non rilevare, a chiusura di questa intervista, che la modalità scelta per rispondere alle domande ha reso impossibile il contraddittorio e l'approfondimento delle risposte.

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
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