Tirocini nei tribunali, per aumentare l'indennità dei disoccupati in mobilità la Regione Abruzzo inventa il nuovo ibrido «lavoratore - stagista»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 28 Lug 2011 in Approfondimenti

Nuovi particolari sul caso dei tirocini nei tribunali dell’Abruzzo. Dal bando del  «Progetto sperimentale Percorsi integrati per l’utilizzo di lavoratori in mobilità presso gli uffici giudicanti del distretto della Corte d’Appello di L'Aquila», stageparte del piano operativo 2009-2011 per il programma regionale del Fondo sociale europeo, si apprende che i quasi duecento lavoratori in mobilità che stanno per essere reclutati per i posti vacanti nelle sezioni della Corte d’Appello dell’Aquila verranno inseriti in un percorso che risulta "doppio". Composto cioè da 16 ore settimanali di tirocinio più 20 ore di svolgimento di attività socialmente utili. Dunque un tempo pieno per un totale di 36 ore, mescolate in una forma mista di tirocinio e lavoro.

La Repubblica degli S
tagisti ha contattato più volte l’assessorato al Lavoro della Regione Abruzzo, e in particolare il dirigente responsabile del bando Giuseppe Sciullo, per avere delucidazioni su questa inedita forma di inserimento, a metà tra la formazione e il lavoro. Ma la risposta non è mai arrivata. Dal bando intanto si evince che i 191 prescelti percepiranno anche un emolumento sdoppiato: 500 euro mensili di «indennità di partecipazione ai servizi formativi», che andranno a sommarsi all'indennità standard della mobilità (intorno agli 800 euro al mese). Trasformando i selezionati, anche dal punto di vista fiscale, in uno strano ibrido di lavoratori-stagisti.

Pur non essendo le Province l'interlocutore principale, in quanto il bando è emanato dalla Regione (cui le
candidatura vanno inviate per raccomandata entro il 1° di agosto), in mancanza di risposte da chi di dovere la Repubblica degli Stagisti si è rivolta al settore Politiche del lavoro e formazione professionale della Provincia dell'Aquila, per chiedere qualche chiarimento. «I centri per l'impiego provinciali, come previsto dal Protocollo d'intesa, rispetto a questo bando danno assistenza: controlliamo che i lavoratori siano iscritti nelle liste di mobilità, li aiutiamo a fare la domanda» spiega il dirigente Tiziano Amorosi.

Un ruolo di supporto insomma: ma l'iniziativa è utile? «Certamente permette che queste persone per 12 mesi abbiano un'ulteriore integrazione al reddito, entrino in un ufficio pubblico, acquisiscano ulteriori esperienze e capacità, e che siano insomma occupate, anzichè restare a casa o lavorare in nero
», riflette: «Ricordiamoci che qui si parla di lavoratori che in mobilità percepiscono circa l'80% della loro paga base, ma senza contare straordinari o altro; che quindi si sono visti diminuire il reddito mensile magari di 500, 600 euro, spesso avendo anche una famiglia da mandare avanti. Insomma, ben vengano le iniziative che attraverso procedure trasparenti riescono a utilizzare fondi pubblici per venire incontro a lavoratori svantaggiati». Anzi secondo Amorosi andrebbero allargate a tutti gli enti pubblici, dato che alcuni sono sotto organico e c'è il blocco delle assunzioni e del turn-over. «In mobilità si va di solito quando un'azienda chiude e opera licenziamenti collettivi: difficile riconvertirsi a quaranta, cinquant'anni» conclude «Il tirocinio non per forza dev'essere utilizzato solamente per i giovani come primo ingresso nel mondo del lavoro».

Però, come già la Repubblica degli Stagisti aveva evidenziato, un altro e ancor più evidente problema di questo progetto è la durata fuori norma dei tirocini: 12 mesi anzichè
i 6 previsti come massimo dal dm 142/1998 per la categoria dei disoccupati.
Un anno intero di "percorso formativo" perfino per l'apprendimento di mestieri semplici come quello dell'autista o dell'ausiliario, per i quali - come per gli altri profili - il bando prevede 16 ore 
di formazione settimanali, vale a dire oltre 750 ore nell'arco dei dodici mesi. Obiettivo: fare un po' di lavoro d'ufficio («la movimentazione di fascicoli, oggetti e documenti, la fotocopiatura e la fascicolazione») e qualche volta rispondere al telefono: «In tale ambito rientra anche la gestione di centralini telefonici e, in generale, compiti di ricevimento del pubblico, nonché la preparazione della corrispondenza». A cui si aggiunge, per gli autisti, il compito di  imparare a «condurre autoveicoli di Stato e assicurarne le operazioni di semplice manutenzione». Tutte mansioni da svolgere per il 60% del tempo con la casacca di "lavoratore socialmente utile", e per il 40% con la casacca di "stagista". Ma allora come verranno considerate queste persone, lavoratori o tirocinanti?

È accettabile che proprio un ente pubblico promuova un progetto di tale confusione, investendoci oltre un milione di euro?
Scorrendo il curriculum di Paolo Gatti [nella foto], avvocato 33enne eletto in Regione a fine 2008 con oltre 10mila preferenze e voluto come
assessore al Lavoro dal governatore PdL Giovanni Chiodi, non appaiono in effetti significative esperienze nel settore del mercato del lavoro. In ogni caso, non è solo l’inesperienza a creare ibridi e forzature come il progetto dell’Abruzzo: l’utilizzo degli stagisti nei tribunali al posto di personale regolarmente assunto è ormai una realtà consolidata, come documentato di recente da questa testata. «Tutto questo ci dice come sono ridotte le condizioni della giustizia italiana, al di là delle leggi ad personam», commenta Antonio Crispi, segretario nazionale della Funzione Pubblica della Cgil, che glissa però quando gli si chiede conto delle criticità di questa forma di tirocinio abruzzese. «Con il blocco del turno over, si ricorre a questi mezzucci invece di affrontare il problema del lavoro», aggiunge parlando di come la mancanza di personale qualificato, sostituito da stagisti tuttofare ma evidentemente privi di specializzazione, stia distruggendo l’apparato della giustizia. Una seria riforma della giustizia, che non faccia affidamento su tirocinanti presi in prestito dalla mobilità, potrebbe contribuire al suo risanamento. E a dare opportunità di lavoro reali alle categorie più svantaggiate: tra cui i disoccupati abruzzesi.

Eleonora Voltolina
con la collaborazione di Ilaria Mariotti

Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- Tribunali sotto organico, in Abruzzo 200 adulti in mobilità reclutati per un maxistage di un anno. Fuorilegge e senza sbocchi professionali

- Tribunali al collasso, sempre più stagisti per coprire i buchi di organico

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