Tirocini Schuman al Parlamento europeo: 150 opportunità da 1200 euro al mese aperte anche ai giornalisti

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 24 Apr 2013 in Notizie

Un lavoro come giornalista e un compenso da più di mille euro al mese: praticamente un ossimoro per i tempi che corrono in Italia. Invece il Parlamento europeo (con sede a Bruxelles e Lussemburgo) lo rende possibile lanciando due programmi di tirocinio della durata di cinque mesi (non prorogabili), uno «generale» e l'altro «opzione giornalismo»: le cosiddette borse Schuman.
Per i selezionati di questa tornata il tirocinio inizierà il primo ottobre 2013 e terminerà il 28 febbraio 2014. La corsa si è aperta il
15 marzo, ma c'è tempo fino al 15 maggio per compilare l'application form – anche se dal sito raccomandano di non aspettare l'ultimo momento vista l'elevata quantità di candidature che arrivano (in media 4mila per ogni tornata, quindi 8mila l'anno).
L'aspetto economico è davvero interessante:
la borsa di studio è di 1.213,55 euro lordi al mese tassati in base alle percentuali fiscali applicate nel Paese di provenienza (ogni anno viene però ricalcolata, e – in caso di stage presso una sede estera del Parlamento europeo - l'importo viene tarato sulla base del costo della vita del Paese ospitante). Alla somma si aggiunge il rimborso spese del viaggio per l'andata e il ritorno (sempre che il luogo di origine sia più distante di 50 chilometri) e il pagamento avverrà rispettivamente all'inizio e subito dopo la fine del traineeship. A parte viene riconosciuto anche il rimborso per eventuali trasferte a Strasburgo e circa 200 euro per chi è sposato e ha figli a carico; per chi è disabile l'importo della borsa è invece maggiorato del 50%. Ed è perfino prevista la possibilità di richiedere un anticipo sul compenso del primo mese di stage, per far fronte alle prime spese.
Quanto al numero di candidature accettate non esiste un numero fisso. Come documentato nelle faq del sito, nel 2010 sono pervenute più di 7.300 domande (solo per i tirocini retribuiti), ma solo 391 hanno passato la selezione. L'anno successivo si è ripetuta più o meno la stessa proporzione: 390 vincitori su circa 7mila. Il dato che fa riflettere è che sono i giornalisti (o aspitanti tali) italiani a sgomitare di più per accaparrarsi uno stage con compenso, obiettivo quasi impossibile oggi nel nostro Paese. Nel 2012 si è verificato peraltro un notevole aumento delle richieste:
la responsabile dell'ufficio traineeship di Lussemburgo Karen Jeppesen conferma alla Repubblica degli Stagisti che le applications ricevute, riferite a tirocini previsti per il 2013, sono state oltre 14mila.
L'anno precedente, il 2011, ne erano arrivate quasi 11mila, di cui 8.465 per stage pagati (la restante parte è quella dei tirocini gratuiti, i cosiddetti «atipici»). Di queste candidature circa un terzo (2.539) provenivano da italiani. Nella tornata del 2012 i selezionati italiani (su 455 totali) sono stati invece 71, quindi la proporzione è un po' scesa trattandosi di circa un sesto del totale.

I requisiti. Per entrambe le opzioni le condizioni sono il possesso di un diploma di laurea, la nazionalità di un Paese europeo (o Paese candidato), la maggiore età, la conoscenza fluente di una lingua europea e di un'altra a un buon livello, non aver usufruito in precedenza di stage retribuiti presso le istituzioni europee. Nel caso dell'opzione generale bisogna inoltre «provare di aver elaborato, contestualmente a un diploma universitario o per una pubblicazione scientifica, un lavoro scritto di una certa consistenza» si legge sul sito. Uno di questi tirocini, denominato 'borsa Chris Piening', scrivono «potrà essere assegnato a un candidato il cui lavoro sia stato consacrato in particolare alle relazioni tra l'Unione europea e gli Stati Uniti». Per l'opzione giornalismo invece i candidati devono «avere una competenza professionale comprovata da pubblicazioni, o dall'iscrizione all'ordine dei giornalisti di uno Stato membro dell'Unione europea, o dall'acquisizione di una formazione giornalistica riconosciuta negli Stati membri dell'Unione europea o negli Stati candidati all'adesione».
Attenzione poi all'application form: si può fare in un'unica tappa (altrimenti, passati 30 minuti, scade la sessione) e dopo averla compilata è necessario stamparne la sintesi prima dell'invio. Una volta inviata si riceverà via mail un numero identificativo da conservare per tutte le comunicazioni che avverranno nel corso della selezione. Il procedimento di selezione (basato su titoli e curriculum) inizia subito dopo: a chi non possiede i requisiti di ammissibilità verra comunicata in poche settimane l'esclusione. Per gli altri, due o tre mesi prima dell'inizio del tirocinio arriveranno - sempre via mail - le informazioni sullo status della candidatura: esclusione, waiting list (i cui componenti saranno chiamati solo in caso di rinuncia dei selezionati), ammissione. I vincitori riceveranno infine per posta ordinaria una lettera di invito con alcune informazioni utili. A loro è anche richiesto di presentare una serie di documenti cartacei: copie di passaporto e diploma di laurea, lettera di referenze di un professionista che attesti l'idoneità della persona, un giustificativo di un lavoro scritto per l'opzione generale e un attestato di iscrizione all'ordine dei giornalisti o di un diploma nel settore per il giornalismo. 
Cosa fanno gli stagisti al Parlamento europeo? Mentre per chi opta per il giornalismo le mansioni saranno quelle tipiche della professione, come per esempio l'editing, tutti gli altri saranno assegnati a una delle direzioni generali del Parlamento, in base alle esigenze di lavoro di ognuna. Si spazia tra settori di varia natura, politiche interne, comunicazione, finanza, servizio giuridico, presidenza. A ogni candidato verrà affiancato un tutor e avrà assegnato un progetto formativo.
Le chance di assunzione post stage sono – come spesso in questi casi – quasi inesistenti: si parte per farsi le ossa, seppur remunerati, in una grande e prestigiosa istituzione europea ma ciò non costituisce titolo per futuri impieghi. Per tentare la sorte occorre passare per un regolare concorso pubblico, procedura a cui è sottoposto ogni candidato funzionario.  

Ilaria Mariotti


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