C'erano tutti, il 23 giugno del 2005, per dare il benvenuto a due aziende marchigiane in procinto di aprire due importanti filiali in Campania: un progetto che avrebbe dovuto creare 290 nuovi posti di lavoro e contribuire alla formazione di altrettanti giovani, grazie anche a un importante finanziamento della Regione Campania. C'era il sindaco di Benevento, Sandro D'Alessandro; c'erano i dirigenti dell'Associazione piccole e medie imprese (Api) locale, Amleto Ocone ed Ettore Martini; c'era Nicola Di Raffaele, legale rappresentante dell'ente di formazione Aisform; c'erano Dario Scalella, presidente della Confapi regionale, e Corrado Gabriele, assessore del lavoro e alla formazione della Regione Campania. E non mancava Rosalba Scagnoli, in rappresentanza delle imprese calzaturiere marchigiane Eurocalzature e Tranceria Tomaificio Srl.
Oggi, quasi cinque anni dopo quel mattino di belle speranze, i 290 posti di lavoro sono svaniti nel nulla. E, su richiesta della procura della Repubblica, le due imprese sono state sottoposte dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Benevento a sequestro preventivo di beni immobili e conti correnti bancari per 2 milioni e mezzo di euro, con l’accusa di truffa aggravata e malversazione. Le aziende avrebbero disatteso i termini fondamentali dell’Accordo di inserimento formativo per l’assunzione (Aifa).
Il patto tra aziende e Regione prevedeva la creazione di un vero e proprio polo calzaturiero nella provincia, con l’installazione di due stabilimenti produttivi in grado di dare lavoro a quasi 300 giovani. L’assunzione sarebbe stata preceduta da un tirocinio destinato a formare operai specializzati del settore calzaturiero (orlatori, tagliatori e montatori) della durata di 600 ore, di cui 180 di teoria (curate dall’ente di formazione Aisform) e 420 di pratica in azienda (circa 9 settimane di lavoro), con rimborso spese pari a 240 euro mensili. In realtà, dopo pochi mesi di produzione traballante a cavallo tra 2005 e 2007, gli stabilimenti hanno chiuso definitivamente i battenti e lasciando scoperto il pagamento di numerosi salari arretrati. Non prima, però, di avere incassato 2,4 milioni di euro sul totale di quasi 4 milioni previsti inizialmente dall’accordo.
Il presunto comportamento fraudolento, scrive il procuratore Giuseppe Maddalena [nella foto], «è consistito nel produrre false dichiarazioni di conformità alle norme di sicurezza sul lavoro dell’infrastruttura utilizzata in Benevento per la formazione degli allievi; nel ridurre artificiosamente del 50% i costi inerenti l'insegnamento utilizzando le medesime attrezzature, gli insegnanti e gli ambienti di lavoro per entrambe le società beneficiarie dei finanziamenti regionali; nell’omettere la segnalazione alla Regione del licenziamento di 27 allievi e la mancata assunzione di altri 14 per ottenere ulteriori finanziamenti; nel distrarre denaro dai conti correnti dedicati alla formazione per pagare spese non finanziabili nonché rilevanti quantitativi di scarpe prodotte dagli stagisti per rivenderli in centri commerciali e soprattutto nel disattendere gli obblighi di assunzione e di mantenimento dei 290 posti di lavoro lasciando i corsisti dipendenti senza occupazione e retribuzione».
Andrea Curiat
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