Patto per lo stage, l'elenco di chi lo ha sottoscritto
Qui l'elenco di chi ha sottoscritto finora il Patto per lo stage con la Repubblica degli Stagisti → Cos'è il patto per lo stage - punto per punto LOMBARDIA Umberto Ambrosolicandidato alla presidenza della regione LombardiaPatto civico del centrosinistraQui il suo sito e la sua biografiaQui la dichiarazione rilasciata alla Repubblica degli Stagisti per spiegare le motivazioni dell'adesione al Patto: «Ho letto il Patto per lo stage e lo trovo veramente molto interessante. Lo condivido punto per punto e ho deciso di sottoscriverlo»Daniele Nahum candidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione Milano Lista civica per Ambrosoli presidente Chi é: «Papà libico e mamma pugliese, dunque un vero milanese. Nato a Milano trent’anni fa, sono stato Presidente dell’Unione giovani ebrei d’Italia per tre anni. Durante il mio mandato all’associazione è stato conferito l’Ambrogino d’oro per l’impegno nelle battaglie sui diritti umani nel mondo e l’integrazione delle minoranze in Italia. Già vicepresidente della Comunità ebraica di Milano dal 2010 al 2012, oggi portavoce. Ho fatto parte del Comitato nazionale di Radicali Italiani e sono stato tesoriere dell’associazione radicale Enzo Tortora. Ho organizzato il festival Dialogando a Bassano del Grappa e sono tra gli ideatori di uno dei progetti più innovativi sul tema dell’integrazione in chiave digitale: L/HUB conosce la realtà dell’intercultura. Vedo una Lombardia plurale e voglio lavorare per riconoscere tutto il suo valore con gli strumenti della mediazione culturale».Perché ha sottoscritto il Patto: «Tanti coetanei vivono situazioni di sfruttamento, con stage senza regole, senza compenso e senza certificazioni. Per questo se verrò eletto mi impegno a portare avanti il Patto per lo Stage, perché occorre innovare e moltiplicare diritti e tutele. La Lombardia che verrà deve avere il lavoro come priorità e l'equità come volano di sviluppo». Rosanna Santonocitocandidata al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoLista civica per Ambrosoli presidenteChi é: «Giornalista e blogger. Responsabile del canale Internet Job24.it e del blog JobTalk de “Il Sole 24 Ore”. Mi sono sempre occupata di lavoro e di innovazione, creazione di impresa, giovani, donne. Ho scritto la guida “Fare Stage in Azienda”».Perché ha sottoscritto il Patto: «La cultura della vigilanza, valutazione e monitoraggio dei programmi della Regione Lombardia, su cui il "Patto per lo Stage" richiede il mio impegno, è parte integrante del programma di Umberto Ambrosoli Presidente». Pietro BussolatiCandidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoPartito DemocraticoChi è: 30 anni, nato e cresciuto a Milano. Dopo la laurea in Economia e un Master in Servizi Pubblici Locali, ha svolto uno stage all’AEEG e oggi lavora in Eni ed è segretario di 02PD. Perché ha sottoscritto il Patto: «Sono convinto che il lavoro debba essere la nostra priorità. Il mio impegno raccoglie sicuramente il Patto per lo stage, che sottoscrivo, e con trasparenza, mese dopo mese, darò conto di quello che faremo in Lombardia su questi temi». Alessandra GattiCandidata al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoPartito DemocraticoChi è: «ho 24 anni e sono nata a Milano. Sono impegnata in politica dal 2007: ho gestito un gruppo studentesco e ho ricevuto la delega all’università e ai giovani amministratori per i Giovani Democratici di Milano. Sono stata membro del direttivo del circolo PD Lama fino a quando sono stata eletta in Consiglio di Zona 2. I temi che mi sono cari sono la scuola, l’università, il mondo del lavoro, la coesione sociale e la sicurezza. Sono laureata in Scienze politiche: ho focalizzato il mio studio sulla cooperazione, tema che farò mio in Consiglio Regionale grazie agli approfondimenti fatti sul co-sviluppo e la cooperazione decentrata. Da ottobre 2010 ho iniziato la mia carriera professionale lavorando prima all’ISPI e ora in Bocconi, presso l’ufficio Stage. Ho svolto tre mesi di volontariato in Etiopia, gestendo una scuola e un centro giovanile. Coltivo da sempre il sogno di dare il mio contributo per cambiare il mondo e, in questa ottica, ho curato diversi progetti sulla Costituzione nelle scuole e ho pubblicato il volume “La Costituzione siamo noi”».Perché ha sottoscritto il Patto: «perché penso sia fondamentale garantire alle giovani generazioni la possibilità di entrare nel mondo del lavoro senza passare da contratti farsa e sfruttamento. Come molti miei coetanei conosco gli stage per esperienza personale e sono convinta che sia necessario che la Regione si ponga come garante per tutelare i diritti degli stagisti. Lo stage deve diventare veramente la possibilità di imparare a conoscere una realtà lavorativa e una professione».Reas SyedCandidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoPartito DemocraticoChi è: «ho 28 anni e sono laureato in Giurisprudenza. Da quando ho otto anni vivo a Milano, con la mia famiglia, e sono diventato cittadino italiano nel marzo del 2012. Sono cresciuto in questa città con gli amici dell’oratorio, del liceo e dell’università. Ma ci ho messo meno a prendere la laurea in Giurisprudenza che la cittadinanza. Ora però ho voglia di vivere appieno questa cittadinanza e mi candido alle elezioni regionali (Milano e Provincia) con la lista del Partito Democratico a sostegno di Umberto Ambrosoli. Sono dottorando in diritto internazionale alla Statale, ho collaborato con il Corriere della Sera per il blog “La città nuova”. Da tempo mi impegno con varie associazioni per promuovere una piena partecipazione dei nuovi cittadini, cambiando alcune leggi in materia di cittadinanza e immigrazione. Credo fermamente che il lavoro dei giovani debba esser valorizzato perché anche le nuove generazioni devono esser nobilitate».Perché ha sottoscritto il Patto: «Mai come ora c'è bisogno di interventi concreti per incentivare e valorizzare il lavoro dei giovani. Occorre rivedere la norma sui tirocini e tutelare i giovani professionisti. Serve nobilitare il lavoro delle nuove generazioni».Livio Lo VersoCandidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoMovimento 5 stelleChi é: «Ho 46 anni, lavoro pre la Provincia di Milano come responsabile dell'Osservatorio del Mercato del Lavoro, ed è proprio questa competenza che desidero mettere a frutto, infatti da sempre la politica è stato il mio hobby». Perché ha sottoscritto il Patto: «Sono convinto che gli stage o tirocini rappresentino un vulnus culturale e materiale, quando sono esterni a un percorso formativo strutturato, si configurano come una forma di sfruttamento incettabile, meglio sarebbe imporre contratti di collaborazione occasionale che prevedano un congruo rimborso economico per il lavoratore». Marco MoriCandidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoPartito DemocraticoChi é: «Ho 33 anni, sono presidente di Arcigay di Milano e lavoro presso l’ufficio Placement dell’università degli studi di Milano dove mi occupo di servizi di orientamento al lavoro per laureati e sono impegnato nelle attività di sostegno e sviluppo del loro progetto professionale». Perché ha sottoscritto il Patto: «Da opportunità per l'inserimento lavorativo lo stage è diventato un vincolo e una distorsione delle possibilità di carriera. Mancano dei controlli di sistema sull’uso da parte dei soggetti promotori e ospitanti, disposizioni sui contenuti formativi, nonché certezze sugli esiti occupazionali. Questo patto presenta proposte e correttivi seri per risolvere annosi problemi».Simona RussoCandidata al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoPartito socialista Italiano - Lista Psi Ambrosoli PresidenteChi é: «Sono nata a Napoli e mi sono trasferita a Milano nel 2009 laureandomi alla Statale in Scienze politiche. Tra tutte le passioni che si possono avere, a me è capitata quella della politica: da sempre socialista, traggo ispirazione da grandi socialisti, Allende, Pertini, che hanno fatto la storia del mondo. Ho imparato molto da mio padre, che per primo mi ha trasmesso questo amore per la politica, la difesa dei più deboli, l’idea della responsabilità verso la collettività. Mi candido in Lombardia, regione che mi ha adottata, per dare una ventata di ottimismo. Se dovessi farcela il mio impegno sarà costante, ma lo sarà comunque anche nel caso contrario. La sensibilità, la determinazione femminile in politica sono molto importanti. Mi batto per una Lombardia più laica, più aperta, che guarda al futuro e che si ricorda che anche noi siamo Europa».Perché ha sottoscritto il Patto: «Trovo che il patto per lo stage sia un’ottima iniziativa. E sono entusiasta di poter prenderne parte. Sono stata stagista anch’io e probabilmente lo sarò nei prossimi mesi. Credo che sia necessario regolamentare la questione: lo stage è un buon trampolino di lancio se fatto presso aziende/enti che hanno voglia di investire sui giovani. È necessario però contrastare ogni abuso: è impressionante leggere così tanti annunci di grandi o piccole aziende che propongono lo stage per fare la commessa, la barista o la cameriera. Non si può usare lo stage solo per risparmiare. Il patto dunque: io ci sto e ringrazio la Repubblica degli Stagisti per aver lanciato questa proposta e per essere impegnata attivamente, già da molti anni, su un tema che riguarda il futuro della mia generazione».Renato Zaltieri Candidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione di Brescia Lista civica Ambrosoli PresidenteChi è: «Per oltre vent’anni mi sono occupato nella Cisl dei salariati e braccianti agricoli, prima come operatore e poi come dirigente di categoria. Nel 1994 sono stato eletto nella segreteria della Cisl bresciana e nel 1999 segretario generale, incarico che ho ricoperto fino al novembre 2010. In rappresentanza di Cgil Cisl Uil ho fatto parte, per diversi mandati, del Consiglio della Camera di commercio di Brescia. Durante la mia esperienza sindacale ho ricoperto la carica di presidente del Comitato provinciale dell’Inps di Brescia. Attualmente sono in pensione e da libero professionista, collaboro con lo Ial di Brescia».Perché ha sottoscritto il Patto: «A tutti va garantita la possibilità e vanno messi a disposizione tutti gli strumenti per poter accedere al lavoro che rappresenta il mezzo e lo strumento attraverso il quale la persona realizza se stesso, i suoi progetti e soddisfa i propri bisogni. Attraverso il lavoro la persona cresce nella propria dimensione personale e comunitaria. È il lavoro che rappresenta lo strumento di salvaguardia della dignità delle persone e garantisce loro la libertà economica e civile, così come è attraverso questo che le persone e le comunità, contribuiscono alla crescita ed allo sviluppo del Paese».Otto Bitjoka candidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoLista civica per Ambrosoli presidenteChi è: Italo-camerunese,sposato, consulente aziendale, vive a Milano da oltre trent'anni. Si è laureato brillantemente in economia all’università Cattolica. Imprenditore, da sempre impegnato per la tutela dei diritti civili e umani, per politiche sociali di integrazione degli immigrati, per lo sviluppo del micro-credito e della new economy. Attualmente presidente di Ethnoland e promotore degli Stati Generali degli Immigrati».Perché ha sottoscritto il Patto: «Perché credo che la meritocrazia è il motore del futuro e la salvaguardia di un sistema al collasso. Credo che le seconde generazioni crescono con la cultura della fatica ed è necessario farle partecipare con pari opportunità. Di rilevante importanza è valorizzare e creare una cultura nel diversity management (cultura della diversità nell’impresa), un valore aggiunto al sistema produttivo che rende più performante il capitale umano qualificato, consentendo a chiunque la possibilità di un’ascensione sociale equa».Matteo Zanoletticandidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione BergamoIDV a sostegno di Ambrosoli presidenteChi è: «Ho 29 anni, sono cresciuto tra i monti della provincia di Bergamo; durante gli anni universitari ho studiato come fuori sede, abitando in un vecchio appartamento con tre amici, e mi sono laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano, dove ho capito anche cosa significa vivere in una grande città. La mia tesi l'ho svolta attraverso uno stage, nell’ufficio di Bergamo di un’azienda multinazionale di ingegneria avanzata, che poi mi ha assunto con un contratto biennale e poi a tempo indeterminato. Oltre al mantenimento della mia famiglia (i miei genitori vivevano nella casa di mia proprietà su cui ho un mutuo, ora solo mia madre), nel frattempo mi sono impegnato sul territorio raccogliendo le firme per tutti i referendum dell'IDV, e facendo incontri con i cittadini: importante l’incontro per il referendum sulle centrali nucleari tenuto con il giornalista di Report, Giorgio Fornoni, dove io presentavo la parte più tecnica. Attualmente sono coordinatore dei Giovani IDV di Bergamo e provincia, e le cose su cui sto lavorando molto sono la scuola ed il lavoro».Perché ha sottoscritto il Patto: «Perché lo stage è diventata una forma contrattuale per sfruttare il lavoro dei dipendenti a basso prezzo. È stato perso di vista il valore essenziale dello stage come periodo di formazione, che serve al cittadino per integrarsi nell’azienda ed aumentare le proprie competenze. Lo stage serve da legante tra il periodo di formazione scolastica ed il mondo del lavoro, non è sotterfugio. Inoltre il Patto mi convince, perché prevede anche un’ottima forma di organizzazione ed un controllo trasparente, che premia la meritocrazia». Maurizio MartinaCandidato al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione BergamoPartito DemocraticoChi è: «Sono nato nel 1978 a Calcinate e vivo a Mornico al Serio. Mio padre e mia madre hanno sempre lavorato in fabbrica, mentre i miei nonni erano contadini. Ho un fratello artigiano e una sorella impiegata. Sono laureato in Scienze politiche. Dal 2007 sono sposato con Mara, nel luglio 2008 è arrivata Giorgia e nel giugno 2011 Andrea, i nostri due splendidi bimbi. La politica è sempre stata la mia grande passione, già dai tempi in cui frequentavo l’Istituto Agrario di Bergamo; mi sono impegnato nella Sinistra Giovanile fino a quando, nel 2004, sono stato eletto segretario dei DS bergamaschi. Successivamente sono passato alla guida dei DS lombardi. Alle primarie dell’ottobre 2007 sono stato eletto segretario del Partito Democratico della Lombardia; incarico riconfermato nell’ottobre 2009. Nel 2010 sono stato eletto Consigliere regionale». Perché ha sottoscritto il Patto: «Ho letto con attenzione la proposta e aderisco convintamente all'iniziativa. Già nella passata legislatura abbiamo provato (da minoranza) ad avanzare alcune proposte in merito. Purtroppo Pdl e Lega non ci hanno mai degnato di grande attenzione. Ad ogni modo pensando al futuro credo proprio che questo debba essere un impegno da realizzare concretamente». Cinzia Colombocandidata al consiglio regionale della Lombardia nella provincia di Varese. Sinistra Ecologia Libertà Chi é: «43 anni, educatrice che ha un contrato a tempo indeterminato nel pubblico impiego dopo anni di precarietà. Assessora all’ecologia e alla partecipazione del comune di Gallarate, mi occupo, dentro e fuori l’istituzione, di tutela dell’ambiente e contrasto al consumo di suolo, di diritti civili e sociali».Perché ha sottoscritto il Patto: «Ho sperimentato la precarietà quando ancora era sperabile per un giovane trovare poi un lavoro a tempo indeterminato. Ne ho sperimentato la ricattabilità e l’insicurezza. Oggi è peggio: nella giungla di contratti possibili, si mira semplicemente a ridurre il costo del lavoro e a limitare i diritti dei lavoratori. Di tutti: degli stagisti come di chi è assunto. Non si da la giusta retribuzione del lavoro né si fornisce la formazione prevista. Non si esce così dalla crisi. A partire dalla Lombardia dobbiamo percorrere vie diverse. Garantire un reddito minimo (per la cui legge di iniziativa popolare ho raccolto le firme) è uno strumento per non costringere un/una giovane ad accettare qualunque lavoro a qualsiasi salario (se c’è) a qualunque condizione. Per riconquistare dignità e diritti».Lucia CastellanoCapolista della lista "Con Ambrosoli Presidente Patto Civico" per la Regione LombardiaChi é: «Sono nata a Napoli 48 anni fa, dove mi sono laureata in Giurisprudenza all’università Federico II e sono diventata procuratore legale. Nel 1991 ho iniziato la mia esperienza come direttore in molti istituti penitenziari come Marassi a Genova, poi a Eboli, Secondigliano, Alghero ed infine al carcere di Milano, Bollate, che ho diretto a partire dal 2002. Nel 2011 Giuliano Pisapia mi ha chiamata a far parte della sua Giunta: mi sono occupata di Casa, demanio e lavori pubblici. Il tempo passato all’interno delle mura carcerarie mi ha permesso di capire molto della società e dei suoi bisogni, riportando il senso dello Stato in un contesto dimenticato e abbandonato a sé stesso. Il dato più emblematico della buona riuscita del mio lavoro all’interno del penitenziario di Bollate è il calo della recidiva fino al 12%, contro il 76% della media nazionale. Alla fine di questa esperienza ho sentito il bisogno di raccogliere pensieri, parole, speranze e qualche esempio di buon lavoro in un libro, Diritti e Castighi, che raccontasse davvero la vergogna della detenzione in Italia, motivo per il quale la Corte di Strasburgo ha recentemente condannato il nostro Paese per violazione dei diritti dei carcerati».Perché ha sottoscritto il Patto: «Aderisco con entusiasmo alla vostra iniziativa, certa che le proposte che avanzate siano legittime. Credo che lo stage abbia bisogno di regole e tutele da parte delle Isituzioni per garantire ai giovani, che si affacciano in un mondo del lavoro sempre più complesso e incerto, l'attenzione che meritano. La trasparenza di questa pratica, in particolare, è un punto fondamentale per offrire pari opportunità a tutti».Gianpiero De Tonicandidato al consiglio regionale della LombardiaIDV Italia dei ValoriChi é: Nato nel 1947 a Calvagese della Riviera (Brescia), laureato in Economia e commercio all’università Bocconi di Milano con una tesi di politica economica, è commercialista. Abita a Edolo, città di cui è stato sindaco per due mandati consecutivi, dal 1995 al 2004, ricoprendo anche la carica di presidente della Comunità montana di Valle Camonica dal 2001 al 2004. Ha due figli, Michele, commercialista, e Valentina, avvocato. É stato eletto al Senato della Repubblica nell’aprile 2008 per la XVI legislatura. Coordinatore provinciale di Brescia per L’Italia dei Valori, è capogruppo della Commissione Lavori pubblici, trasporti e comunicazioni, capogruppo della Commissione bicamerale dell’anagrafe tributaria e segretario della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.Perché ha sottoscritto il Patto: «Dico sì al "Patto per lo stage" e lo sottoscrivo, impegnandomi a contribuire, se eletto in Consiglio regionale, a favorire ed approvare una legge che regolamenti la materia degli stage extracurriculari, secondo quanto descritto più nel dettaglio dai punti del Patto stesso».Silvia Fossaticandidata al consiglio regionale della Lombardia, circoscrizione MilanoLista civica per Ambrosoli presidenteChi é: «Laureata in fisica, manager in una multinazionale italo-francese ho lavorato in Ricerca e Sviluppo e in produzione. Mi occupo di scuola e famiglia; presidente del Consiglio di istituto del liceo scientifico Vittorio Veneto di per 5 anni. Svolgo attività di volontariato: ho partecipato dal 1982 a un progetto internazionale scout in Kenia (progetto Harambee-acquedotto, cooperative di lavoro, scuola professionale); socia di “Città Costituzione”, associazione politico-culturale. In Regione vorrei portare il mio contributo al cambiamento di una visione della politica non più come fonte di interessi privati e di potere ma come servizio alla società: un impegno nella lotta alla corruzione, a valorizzare l’istruzione, pilastro fondamentale il futuro dei giovani, al pieno utilizzo dei finanziamenti europei, attenzione alle problematiche della famiglia, minori e immigrazione. Il tutto con particolare attenzione alla partecipazione ed al ruolo della donna in ogni contesto».Perché ha sottoscritto il Patto: «Il tema del lavoro, soprattutto quello giovanile, è parte integrante e fondamentale del mio programma e di quello di Ambrosoli. Ritengo che i giovani debbano avere il diritto di entrare nel mondo del lavoro tramite stage che formino le loro competenze, che prevedano compensi adeguati, e soprattutto senza quello sfruttamento inaccettabile, ma che in molti casi è, purtroppo, usuale».LAZIOMarco FurfaroCandidato al consiglio regionale del Lazio, circoscrizione RomaSinistra e libertàChi è: «32 anni, laureato in Economia, cooperante in Bosnia e 4 anni nelle istituzioni europee. Tornato in Italia, mi occupo di politiche giovanili per SEL e sono uno degli ideatori del comitato “Il nostro tempo è adesso”. Ho fondato "Tilt!", rete di associazioni e promosso la legge nazionale sul reddito minimo garantito che ha raccolto 50.000 firme. Perché ha sottoscritto il Patto: «Decine di migliaia di ragazze e ragazzi fanno stage non pagati, umilianti, per niente formativi. Senza che le istituzioni forniscano un’adeguata attenzione e tanto meno un controllo. Ci siamo passati in tanti della nostra generazione. Mi candido alla regione Lazio non solo per rispettare il “patto” sottoscritto con voi, ma perché vorrei dare a una generazione l’opportunità di vivere un’esperienza formativa, rimborsata e tutelata che tanti come me non hanno potuto fare». Salvatore Aprilecandidato al consiglio regionale del Lazio, circoscrizione di RomaLista civica per Bongiorno PresidenteChi è: «Sono un papà, un marito, un cittadino, un avvocato. Ho trentacinque anni, una bimba di tre, Giorgia, nata sull'isola Tiberina, e due gemelli in arrivo. Sono nato nel 1977 in provincia di Ragusa, a Modica, da genitori per lunghi anni dirigenti pubblici ed ora in pensione. A loro devo lo spirito di servizio, il senso alto dello Stato e quell'integrità che mi permette di camminare ogni giorno a testa alta. Vivo a Roma dal 1994 e lavoro per l'ufficio legale di un importante ente pubblico, che difendo in giudizio in tutta Italia, insieme a un team di giovani avvocati. Nella vita non avrei mai pensato di entrare in politica, ma ho deciso di fare un passo in avanti e a mettermi in gioco in prima persona, prima di tutto perché sono un cittadino onesto e stanco delle classi dirigenti corrotte, delle parentopoli, delle affittopoli e degli scandali ai quali siamo stati abituati fino al punto di non scandalizzarci più. Quando invece scandalizzarsi serve ancora, e tanto.Perché ha sottoscritto il Patto: «Il lavoro è parte integrante della dignità della persona, va riconosciuto e valorizzato ed è assurdo pensare a una qualunque forma di attività non retribuita. Un sistema in cui gli stage sono svolti gratuitamente è un sistema che incentiva le aziende a non assumere mai, potendo sempre contare su un numero di posizioni non retribuite. Bisogna cambiare, sostenere l’occupazione sì, ma anche incoraggiare l’innovazione delle imprese. Come? Ad esempio iniziando a non sprecare i fondi europei per incapacità e inefficienza. Ad oggi la Regione Lazio ne ha impiegati in media appena l’11%, restituendo centinaia di milioni di euro ogni anno all’Europa. Lo scorso anno sono stati creati soltanto 49 posti di lavoro, a fronte dei 1.500 potenziali. Servono merito, capacità competenze e buoni amministratori. Trasparenza e giustizia sono già al centro del mio programma e di quello del Presidente che sostengo, Giulia Bongiorno. Ci impegneremo al massimo per cambiare davvero, perché il rinnovamento è un’urgenza che non si può rimandare!»Daniele Ognibenecandidato al consiglio regionale del Lazio, circoscrizione di RomaPartito DemocraticoChi è: «Sono nato a Velletri 31 anni fa. A 16 anni entro nella Sinistra giovanile, dove ricopro tutti gli incarichi fino a diventare il segretario della Federazione dei Castelli, la seconda per dimensioni dopo quella di Roma. L’impegno quotidiano, per obiettivi che ho sempre sentito miei, mi ha portato a risultati significativi quali la confluenza dell’organizzazione da me guidata nel movimento dei Giovani Democratici. A 23 anni il grande passo e la prima vera soddisfazione: mi candido con i Democratici di Sinistra al Consiglio Comunale di Velletri e vengo eletto con oltre 400 preferenze. Nella tornata elettorale del 2008 mi candido con il Partito Democratico al Comune di Velletri, risultando il primo degli eletti di tutte le liste. Ricevo l’incarico di assessore con le deleghe alla Cultura, ambiente, gestione rifiuti e politiche giovanili (con un breve periodo anche nella pubblica istruzione). I fiori all’occhiello del mio assessorato? Il Teatro Artemisio: sotto la mia gestione abbiamo riaperto questo teatro, inagibile da 25 anni, e luogo storico per la cittadinanza. La raccolta differenziata porta a porta e l’isola ecologica: abbiamo avviato la raccolta differenziata e creato un’isola ecologica per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Il centro cottura per le mense scolastiche che serve le strutture scolastiche della città. L'associazione Gian Maria Volonté, di cui sono il fondatore».Perché ha sottoscritto il Patto: «Non posso che sottoscrivere il vostro patto perchè sono un giovane e mi candido per sostenere la mia generazione. Sono convinto che il lavoro debba essere la nostra priorità e mai come ora c'è bisogno di impegni concreti. Manca un adeguato controllo delle istituzioni ed è ora di dire basta a stage che non finiscono mai e senza rimborsi. Tanti della mia generazione sono finiti nella rete degli stage senza fine. Mi candido alla Regione Lazio perché vorrei dare a i miei coetanei l’opportunità di vivere un’esperienza formativa, rimborsata e tutelata. Mi impegno a portare avanti il vostro patto e voglio battermi per una pensione sicura per i tanti ragazzi della mia stessa età».