Patto per lo stage, sottoscrive Umberto Ambrosoli

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 16 Feb 2013 in il Patto

«Ho letto il Patto per lo stage e lo trovo veramente molto interessante. Lo condivido punto per punto e ho deciso di sottoscriverlo». stage lavoroAd annunciarlo alla Repubblica degli Stagisti è Umberto Ambrosoli, candidato alla presidenza della Regione Lombardia. Ambrosoli, milanese, classe 1971, avvocato penalista, autore del libro Qualunque cosa succeda nel quale ha ripercorso la vicenda del padre Giorgio, è stato designato a dicembre attraverso il meccanismo delle primarie per rappresentare il centrosinistra nella corsa al post-Formigoni.
Oggi sceglie di impegnarsi ufficialmente a realizzare le proposte e le innovazioni previste dal Patto per lo stage, la piattaforma programmatica ideata dalla Repubblica degli Stagisti per normare e controllare meglio il settore - oggi simile a un far west - e a incidere positivamente sulla vita delle decine di migliaia di giovani, lombardi e non, che svolgono tirocini in questa Regione.
«Questo tema non mi è nuovo perchè noi
professionisti, specie gli avvocati, viviamo una dimensione molto simile attraverso un percorso parallelo: quello della pratica professionale. Gli studi legali infatti troppo spesso vivono sulle spalle dei propri praticanti: e il più delle volte la pratica è fittizia, nel senso che risulta utile non tanto alla formazione dei futuri professionisti, quanto al datore di lavoro che guadagna grazie al lavoro dei suoi praticanti. E per gli stagisti la situazione è molto simile». L'aspetto della congrua indennità - uno dei punti focali del Patto per lo stage - è fondamentale per Ambrosoli, che ritiene decisiva la possibilità per un giovane di poter ricevere un emolumento economico anche durante la formazione: «Ricordo che proprio il giorno dopo essermi laureato andai a fare il colloquio in uno studio legale, lo stesso dove ancora oggi lavoro, e venni preso. Alla fine del primo mese, senza che nessuno mi avesse detto niente, mi arrivò un assegno con tutta la documentazione fiscale corrispondente. Rimasi sorpreso: non avevo messo a bilancio di poter essere retribuito per fare la pratica. Ma mi resi subito conto che il fatto stesso che non ci avessi pensato rappresentava un problema. Bisogna invece sempre pensare a questo aspetto: altrimenti il rapporto tra il giovane, stagista o praticante che sia, e il suo datore di lavoro si deteriora».
stage lavoroUn altro aspetto che piace ad Ambrosoli è che il Patto per lo stage non sia un'iniziativa che si ferma alla campagna elettorale:
«Per noi questo aspetto è molto importante», perchè il follow-up «non si riduca a un tweet ogni tanto»: «Assieme riusciremo reciprocamente ad aggiornarci, e da parte della Repubblica degli Stagisti ci potranno essere importanti input sulle esigenze e le aspettative dei giovani».
In caso di vittoria Ambrosoli garantisce che la legge sugli stage extracurriculari ispirata anche ai punti del Patto vedrà la luce nei tempi stabiliti, cioè entro la fine di luglio: «Questo dev'essere il nostro obiettivo. È vero che da qui a luglio ci sono pochissimi mesi, e che saranno molte le cose da fare per iniziare a mettere ordine nella Regione, ma l'impegno assunto in conferenza Stato-Regioni rispetto alla legiferazione sui tirocini dev'essere rispettato, e dev'essere rispettato dalla Lombardia prima di tutte le altre». Anche perchè secondo le stime della Repubblica degli Stagisti questa Regione ospita da sola ben 90mila stagisti ogni anno (tra curriculari ed extracurriculari), un numero enorme, pari a un sesto di tutti gli stagisti italiani.
E la Repubblica degli Stagisti strappa al candidato anche un'altra promessa: un assessore al lavoro, nella ipotetica giunta Ambrosoli, finalmente senza capelli bianchi. «Noi nel programma parliamo molto di occupazione giovanile e occupazione femminile. Sono prospettive verso le quali è possibile essere sensibili solo se si mettono giovani e donne a decidere. Perché altrimenti sono proiezioni di quello che si pensa essere il mondo femminile e il mondo giovanile, e non consapevolezza dei problemi.
Ma la proiezione e la consapevolezza sono due cose radicalmente diverse» spiega Ambrosoli: «Fin dalla campagna delle primarie ho parlato di rigenerazione: che è anche un discorso generazionale. Non vuol dire buttare giù dalla torre chi ha più di tot anni, vuol dire però far entrare anche persone che abbiano un'età vicina a quella dei mondi verso i quali ci si vuole rivolgere con particolare attenzione».
stage lavoroNelle stesse ore in cui si registra l'adesione di Ambrosoli, poi, altri due nomi di spicco del centrosinistra lombardo decidono di sottoscrivere il Patto per lo stage. Si tratta di Lucia Castellano, 48enne ex direttore del carcere di Bollate e attuale assessore alla casa, demanio e lavori pubblici del Comune di Milano, in corsa come capolista al fianco di Ambrosoli nella lista civica, che così spiega la sua scelta a favore del Patto: «Aderisco perchè credo che lo stage abbia bisogno di regole e tutele da parte delle istituzioni per garantire ai giovani, che si affacciano in un mondo del lavoro sempre più complesso e incerto, l'attenzione che meritano. La trasparenza di questa pratica, in particolare, è un punto fondamentale per offrire pari opportunità a tutti». Altra adesione di peso è quella di Maurizio Martina, 34enne consigliere regionale uscente e ricandidato
del Partito Democratico, da cinque anni segretario regionale PD: «Ho letto con attenzione la proposta e aderisco convintamente all'iniziativa». Martina aggiunge che «già nella passata legislatura abbiamo provato, da minoranza, ad avanzare alcune proposte in merito» ma che «purtroppo Pdl e Lega non ci hanno mai degnato di grande attenzione». La prospettiva di passare da minoranza a maggioranza però rende ottimista Martina: «Pensando al futuro credo proprio che questo debba essere un impegno da realizzare concretamente».
Quattro sono gli altri candidati del Partito Democratico che hanno sottoscritto il Patto per lo stage: Pietro Bussolati, trentenne segretario del circolo 02PD, che già si era piazzato ottimamente - con oltre 3.500 preferenze - alle elezioni regionali del 2010, pur non riuscendo a entrare in Consiglio; il 28enne di origine pakistana Reas Syed; Marco Mori, 33enne presidente di Arcigay Milano e collaboratore dell’ufficio Placement della Statale; e la più giovane, la 24enne Alessandra Gatti. Quattro sottoscrittori anche nella lista civica che sostiene Ambrosoli presidente: per la circoscrizione di Milano Daniele Nahum, 30 anni, portavoce della Comunità ebraica di Milano; Rosanna Santonocito, giornalista del Sole 24 Ore esperta del tema lavoro; e Otto Bitjoka, italo-camerunense in Italia da oltre trent'anni, presidente di Ethnoland e promotore degli Stati generali degli immigrati. Per la circoscrizione di Brescia Renato Zaltieri, sindacalista di lungo corso della Cisl.
Il Patto per lo stage è stato sottoscritto anche da un esponente del Movimento Cinque Stelle, Livio Lo Verso, sensibile al tema stage anche in ragione del suo ruolo di responsabile dell'Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Milano; da una giovane socialista, Simona Russo, classe 1985; e dal 29enne Matteo Zanoletti, coordinatore dei Giovani IDV di Bergamo e candidato IDV a sostegno di Ambrosoli presidente.
Per la circoscrizione di Varese infine vi è l'adesione di Cinzia Colombo, candidata di Sinistra Ecologia Libertà, attuale assessora all’ecologia e alla partecipazione del comune di Gallarate.

Con tutte queste sottoscrizioni il Patto per lo stage prende forza, e la sua realizzazione sembra ogni giorno più concreta.

Ma una postilla è d'obbligo. Il Patto per lo stage, così come altre iniziative precedenti di questa testata, è certamente un'iniziativa politica - ma non di parte. La Repubblica degli Stagisti presenta e apre le sue proposte sempre a tutti gli schieramenti. Ma finora il grande tema della tutela dei giovani nella sempre più problematica transizione dallo studio al lavoro sembra incontrare interesse quasi solo nel centrosinistra, con lodevoli eccezioni nel campo dei finiani di Futuro e Libertà. E una domanda sorge spontanea: pensano forse Roberto Maroni e Gabriele Albertini che gli stagisti sfruttati (e le loro famiglie) stiano solo a sinistra? Oppure ritengono che i loro elettori preferiscano mantenere la possibilità per aziende e commercianti di usufruire legalmente di manodopera sottoinquadrata e sottopagata? Se uno di loro volesse rispondere a queste domande, noi siamo qui.

Eleonora Voltolina


Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Il patto per lo stage punto per punto
- Patto per lo stage, l'elenco di chi lo ha sottoscritto
- Patto per lo stage: perchè dalle parole si passi ai fatti

E anche:
- Tutto sulle nuove regole degli stage in Lombardia
- Lombardia, blocco degli stage per introdurre i nuovi indirizzi regionali

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