La vergogna dei tirocini gratis alla Camera dei deputati

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 03 Nov 2023 in Notizie

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È uno dei luoghi della politica più importanti in Italia: metterci dentro un piede, magari farci un’esperienza lavorativa, è un sogno per molti giovani. Adesso c’è anche un bando, in scadenza tra tre settimane, che mette in palio dieci opportunità di stage. Ma la doccia fredda arriva immediatamente: si tratta di stage senza alcun rimborso spese mensile.

Il programma è disciplinato da una convenzione sottoscritta nel marzo 2021 dalla Camera e dalla Fondazione Crui e riservato a studenti universitari particolarmente meritevoli. Lo scopo, si legge nel bando, è «affinarne il processo di apprendimento e di formazione e di agevolarne le scelte professionali». Il tutto, però, a carico dei giovani stessi. E nemmeno per un tempo breve, le classiche 150-200 ore dei tirocini solitamente svolti dagli studenti universitari, equivalenti a 4-5 settimane: qui la durata è addirittura di sei mesi. Gratis.

Nessuna legge – purtroppo – viene violata, visto che al momento non c’è l’obbligo di garantire agli stagisti curriculari, coloro che svolgono un tirocinio durante un percorso di studi, un rimborso spese mensile  obbligo che invece esiste per gli extracurriculari, quelli svolti da persone che non sono impegnate in un percorso formativo.

Negli anni, però, si è sviluppata una sensibilità s
ul tema che ha portato tante aziende a introdurre indennità anche per i curriculari – lo garantiscono per esempio tutte quelle che aderiscono al network della Repubblica degli Stagisti – e ha innescato anche a livello pubblico un dibattito politico sulla questione.

Nella passata legislatura era partita la discussione della riforma dei tirocini curricolari, che avrebbe introdotto anche un rimborso spese mensile. Nel 2018 Massimo Ungaro, allora neoletto deputato, aveva presentato  come primo firmatario una proposta di legge, alla cui stesura aveva contribuito anche la Repubblica degli Stagisti, per riformare i percorsi curricolari prevedendo anche una indennità obbligatoria. Nel tempo altri disegni di legge simili erano stati depositati e nel 2021 si era arrivati a un testo unico in cui erano confluiti quelli di Italia Viva, Liberi e Uguali, Movimento Cinque Stelle, e Partito Democratico. Il punto centrale della bozza di riforma era l’introduzione di una indennità, ma con la caduta del Governo Draghi la proposta di legge è decaduta. E ora si è di nuovo pun
to e a capo.

Il fatto che non ci sia l'obbligo per legge di pagare i tirocinanti curriculari non significa, però, che questo sia giusto. Nè che pagarli sia vietato. Stupisce quindi che proprio la Camera, dove l'iter di discussione della legge era cominciato, non abbia pensato di introdurre un rimborso spese nel suo nuovo bando per tirocini curriculari.

Il bando tradisce peraltro un timore di eventuali rivendicazioni da parte dei tirocinanti: vi si legge nero su bianco che ogni giovane selezionato dovrà sottoscrivere, all’interno del progetto formativo, «la seguente dichiarazione liberatoria, “Il tirocinio […] non può in alcun modo […] dar luogo ad aspettative di futuri rapporti lavorativi o ad oneri a carico della Camera”». Come a mettere le mani avanti: non pensate di essere poi assunti, e sopratutto dateci “la liberatoria”, accettate supinamente la gratuità dei vostri stage. Noi per questo programma non sborsiamo un euro, non ci impegniamo a trovare fondi, a rendere i vostri tirocini economicamente sostenibili. “Non può dar luogo a oneri a carico della Camera”, vale a dire: non rompeteci le scatole sui soldi, non ve ne dia
mo e stop.

C’è un altro passaggio interessante: nell’elenco dei requisiti di accesso si precisa che «il conseguimento del titolo di laurea prima della conclusione del tirocinio comporta l’immediata esclusione dal tirocinio stesso». La precisazione è significativa: una volta laureati, infatti, i tirocinanti potrebbero teoricamente chiedere di riconfigurare lo stage da “curriculare” – quindi all’interno di un percorso di studi – a extracurriculare; e a quel punto dovrebbero essere applicate tutte le regole e garanzie relative agli extracurricolari. Tra cui il rimborso spese obbligatorio, che in Lazio – dove la Camera ha sede – è il più alto d’Italia, 800 euro mensili. Dunque per evitare possibili rogne nel bando si precisa fin dall’inizio che per svolgere il periodo di stage è necessario conservare lo status di studente dall’inizio alla fine dei sei mesi.

Ma com’è possibile che la Camera non riesca a trovare le risorse per offrire un minimo di indennità a questi dieci futuri stagisti? Poniamo anche solo un’indennità di 400 euro (la metà dell'importo minimo previsto per gli extracurricolari in Lazio): vorrebbe dire 2.400 euro totali per ogni stage semestrale. 24mila euro per questi dieci stage, nello specifico.

Soldi alla Camera dei deputati non mancano. Sul suo sito si può leggere che l’indennità parlamentare netta è pari a circa 5mila euro mensili cui si aggiungono 3.500 di diaria al mese e un rimborso di 3.690 euro per collaboratori, consulenze, ricerche e gestione dell’ufficio. La Repubblica degli Stagisti ha spulciato anche i bilanci. Secondo il bilancio triennale 2022-2024, la Camera spende 130 milioni di euro all'anno per i deputati in carica, e anche se può sembrare assurdo perfino di più – quasi 134 milioni – per gli ex deputati; senza contare gli oltre 280 milioni di euro, più di un quarto della sua spesa annuale, destinati ai suoi pensionati. La Camera paga i suoi elettricisti, autisti e barbieri tra i 91mila e i 100mila euro annui, che fa più o meno 8mila euro al mese: cifre da capogiro, certamente non allineate con il reddito medio di chi svolge quelle professioni al di fuori di Montecitorio. Possibile non si trovino nelle pieghe del bilancio pochi spiccioli per pagare dieci giovani tirocinanti meritevoli?

Insomma, la Camera è una mamma generosissima con i suoi deputati, ex deputati, coi suoi dipendenti e pensionati. Li ricopre letteralmente d’oro. Ma in soffitta ha chiuso la sua Cenerentola: gli stagisti. A loro non pensa nessuno: chi se ne importa che debbano affrontare spese per lo stage. Chi non se lo può permettere, sembra essere il messaggio, faccia a meno di candidarsi a questo bando, e non ci dia noia.

Ma davvero la pubblica amministrazione, e la Crui, in questi anni non hanno imparato niente? Non si rendono conto che offrire stage gratuiti – anche in caso di stage curricolari! – è profondamente ingiusto, classista, blocca l’ascensore sociale, e fa anche fare una magrissima figura a chi li propone? Com’è possibile che queste istituzioni rimangano sorde e cieche perfino di fronte ai proclami del Parlamento europeo, che si è più volte espresso ultimamente contro gli stage gratuiti (sopratutto grazie all’azione di un eurodeputato italiano, Brando Benifei)?

Questo bando avrebbe potuto – e dovuto – essere pensato meglio, trovando preventivamente un fondo in modo da poter assicurare agli stagisti una dignitosa indennità mensile. Così, è l’ennesima vergogna italiana, a scapito dei giovani che, pur di mettere un’esperienza prestigiosa in curriculum, si troveranno a dover accettare queste condizioni capestro.


Marianna Lepore

Foto di apertura: di Vlad Lesnov in modalità Creative commons

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