Da stagista a dipendente, in Ferrero facile come bere un bicchiere di thè

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 02 Dic 2012 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Luigi Lamendola, 26 anni, assunto nel marketing Ferrero a Pino Torinese con contratto di apprendistato.

Sono nato e cresciuto nel verde della Brianza, a Sovico, un piccolo paese vicino Monza. Dopo il liceo sono stato molto combattuto nella scelta della facoltà: le due opzioni erano Medicina ed Economia, due strade non propriamente simili. Alla fine ho scelto Economia e commercio all'università di Milano-Bicocca, indirizzo Economia dei mercati globali. Il terzo anno di studi, nel 2008, mi sono tuffato nel mondo dell'Erasmus, una scelta che poi avrebbe cambiato la mia vita. Mi ero candidato per il Regno Unito ma a tre mesi dalla partenza l'accordo tra le università è saltato e sono stato dirottato verso la Danimarca, alla Copenhagen North Business Academy. Lì ho vissuto e studiato per dieci mesi, ed è stata senza dubbio l’esperienza più importante e divertente della mia vita. Ho conosciuto persone fantastiche, in una città splendida come Copenhagen; e lì, grazie allo stimolo di professori brillanti, ho preso la decisione di intraprendere per la prima volta un percorso di marketing. L'unico problema è stato l'esiguità della borsa, 350 euro al mese, che non copriva nemmeno l'affitto: la vita in Danimarca è piuttosto cara!
Al ritorno in Italia - dopo i consueti mesi di depressione post-Erasmus - ho finito gli esami della triennale e mi sono laureato con una tesi in diritto economico sul sistema di welfare danese. La tentazione di tornare all'estero per la magistrale era forte, ma alla fine sono rimasto alla Bicocca, iscrivendomi a Marketing management. Questi due anni sono volati, anche grazie all'impegno nell'associazione Erasmus Student Network - nella quale ho ricoperto la carica di tesoriere e vice presidente - che aiuta gli studenti stranieri a Milano a sopravvivere alla vita e alla burocrazia italiana. Ottobre 2010 è arrivato presto: ho discusso la tesi magistrale in Economia industriale, con voto 110 e lode, e mi sono concentrato sul mondo del lavoro.
Qualche mese prima infatti ero stato selezionato per uno stage curriculare in Citroen Italia a Milano, un'opportunità trovata su internet. Per otto mesi - sei più due di proroga - ho ricoperto il ruolo di Product manager assistant, occupandomi di marketing e promo BtoB, con un rimborso di 700 euro mensili e mensa. È stata un'esperienza fondamentale per l'inizio della mia carriera, ho imparato molto sia nella professione che nella gestione dei rapporti interpersonali. In Citroen mi trovavo bene e mi erano stati già affidati progetti personali di responsabilità, come il lancio di un nuovo sito per l'e-commerce di accessori e merchandising. Ma quando a fine marzo 2011 ho trovato sul web un annuncio Ferrero, non ho esitato a candidarmi. Per chi vuole fare marketing nella vita, Ferrero è il massimo.
Dopo un paio di settimane sono stato contattato per un primo incontro a Pino Torinese, dove ho svolto test matematici, logici e linguistici al pc; poi sono tornato per un secondo colloquio con HR e responsabili del brand. Entrato nella stanza, ho visto subito sul tavolo delle confezioni di Estathè e ho subito capito che la posizione ricercata aveva a che fare con quel prodotto. Mi sono trovato subito a mio agio. Poi c'è stato un ultimo incontro - l'intero iter di selezione si è svolto in una decina di giorni - questa volta con il Marketing Manager e il responsabile HR, in cui è stata testata la mia capacità di analizzare una campagna tv e ragionare velocemente sui numeri. E a maggio eccomi nel team Ferrero come Assistant Brand Manager Estathè. Ho comunicato la scelta di trasferirmi a Torino ai miei responsabili in Citroen, che hanno compreso. E ci siamo lasciati con affetto. Lo stage è durato sei mesi, con un rimborso di mille euro netti al mese, e da subito ho ricevuto grande fiducia, gestendo progetti in  totale autonomia. Una delle cose più belle è stata occuparmi della sponsorizzazione della Maglia rosa al Giro d'Italia 2012. Ho curato lo sviluppo dell'idea, la gestione delle relazioni, il monitoraggio delle tappe, il reperimento di materiali creativi: un'esperienza fantastica.
Ferrero è tra quelle aziende che interpreta lo stage come porta d'ingresso al mondo del lavoro, che consente di valutare attentamente il potenziale di una persona e decidere se trattenerla o meno. Non a caso dopo i sei mesi di stage sono stato assunto con un contratto quadriennale di apprendistato e uno stipendio di 1400 euro netti al mese. Ne sono felicissimo: il mio futuro lo vedo nel marketing, credo di avere una disposizione naturale per questo, e mi piacerebbe intraprendere un percorso internazionale in Ferrero. Cambiare stagisti ogni pochi mesi invece lede sia le persone in stage, che non hanno nessuna possibilità di convincere l'azienda e cercano sempre un piano B, che i dipendenti, che ogni tot devono ricominciare da capo con persone diverse, talvolta con nessuno in ufficio in attesa del rimpiazzo.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo

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