Stagisti "anziani": raddoppiati in otto anni quelli tra i 35 e i 54 anni, triplicati gli over 55

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 17 Mar 2021 in Notizie

dati su stage numero degli stage stagisti con esperienza stagisti over 50

Il dato sull'età media degli stagisti del terzo trimestre 2020, con il calo significativo degli under 25 (per loro le attivazioni di stage tra luglio e settembre sono diminuite del 17%, facendo un confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente) e il balzo in avanti della classe degli over 55, aumentati addirittura del 20%, ha riacceso i riflettori sul fenomeno degli stagisti avanti con l'età.

Ed effettivamente siamo di fronte a una crescita che negli anni è stata costante e addirittura clamorosa.
Qui sulla Repubblica degli Stagisti già nel 2016 avevamo dato l'allarme nell'articolo “A cinquant'anni non è giusto essere stagisti, per almeno cinque ragioni”, riprendendo poi il tema nel 2018 (“Sempre più stagisti in Italia, e sempre più vecchi”). Da allora la situazione non è cambiata, anzi: in otto anni, tra il 2012 e il 2019, il numero di  persone tra 35 e 54 anni coinvolte in esperienze di tirocinio extracurricolare è aumentato di quasi il 90% – cioè è quasi raddoppiato, passando da poco meno di 26mila a poco meno di 49mila. E il numero di persone di oltre 55 anni è più che triplicato, da poco più di 3mila a quasi 10mila.

Nel dettaglio, andando indietro di quasi un decennio a compulsare i numeri riportati nei vari Rapporti annuali sulle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del lavoro, si scopre che nel 2012 erano stati attivati 25.807 tirocini su persone tra 35 e 54 anni, più 3.139 su persone di oltre 55 anni; tali numeri erano saliti rispettivamente a 28.077 e 3.405 nel 2013 e a 29.979 e 4.077 nel 2014.

E hanno continuato a salire negli anni, tanto che l’ultimo Rapporto sulle CO, quello pubblicato nel 2019, si legge che nel 2018 sono partiti 46.126 tirocini a favore di persone tra 35 e 54 anni più 9.430 a favore di persone di oltre 55 anni; nel 2019 questi numeri sono arrivati a 48.613 e 9.733.

stage lavoroChi sono questi stagisti anzianotti? Cosa cercano – e cosa trovano – negli stage? È davvero ragionevole ridurre una persona di cinquant'anni, che magari ha già vent'anni di esperienza lavorativa alle spalle, al rango di stagista, come se fosse un giovane alle prime armi?

Ormai è automatico, quando si parla di questo tema, pensare alla faccia del grande Robert De Niro sorridente e incravattato stagista nell'azienda ipertecnologica della giovane startupper Anne Hathaway nel film del 2015 The Intern (titolo tradotto ne “Lo stagista inaspettato”). Attenzione però: lì De Niro interpretava il ruolo di un neopensionato vedovo, benestante, con figli e nipoti lontani, tanto tempo libero e poca voglia di passare le sue giornate davanti alla tv o al parco a dar da mangiare ai piccioni. L'internship rappresentato nel film era più un periodo di volontariato, una sorta di programma di inclusione di pensionati ad alto potenziale di esperienza lavorativa in azienda:
al punto che nella versione inglese uno dei payoff del film era “Experience never gets old”, l'esperienza non invecchia mai.. Insomma De Niro non aveva bisogno dello stage né per guadagnarsi da vivere né per reinserirsi nel mondo del lavoro. Era, per lui, un hobby.

Ma non è così per le quasi 10mila persone over 55 coinvolte in tirocini extracurricolari in Italia nel 2019. Ben più probabile che si tratti di persone in grande difficoltà, disposte a tutto pur di poter ottenere un compenso mensile – e pace se, anziché una vera e propria retribuzione, sarà solo una indennità di stage – nella speranza di riqualificarsi e riuscire a ottenere un nuovo lavoro, per non restare disoccupati per gli ultimi dieci o dodici anni prima di raggiungere l'età della pensione.

Allora bisogna chiedersi: qual è, in ultima analisi, il fine principale degli stage? È addestrare a una specifica mansione oppure orientare una persona inesperta verso il mondo del lavoro, permettendole di fare una esperienza on the job e di sviluppare quelle soft skills che sono trasversali rispetto a tutte le mansioni lavorative – come comportarsi sul posto di lavoro, come interagire con colleghi e superiori, come rispettare le deadline, come rapportarsi con clienti e fornitori...?

Perché se concordiamo che la finalità degli stage sia questa seconda, allora utilizzarli su persone già molto avanti con l'età, già avvezze alle interazioni nel mondo del lavoro è completamente inappropriato.

La verità è che molto spesso gli stage per persone over 35 e specialmente per persone over 55 sono stati considerati degli ammortizzatori sociali di ultima istanza, impropri, una sorta di extrema ratio quando tutte le altre misure (dalla cassa integrazione ai sussidi di disoccupazione) erano state esaurite. Nelle normative vigenti in Italia – che sono ben ventuno: una per Regione e addirittura due diverse per le Province autonome di Trento e di Bolzano – non sta scritto da nessuna parte che uno stage extracurricolare non possa essere attivato per persone oltre una certa età. Non vi sono limiti anagrafici, e dunque questi quasi 60mila stage attivati nel corso del 2019 per persone di oltre 35 anni non hanno infranto nessuna normativa.

A parte, forse, il principio etico che vorrebbe che a ogni età della vita venissero offerte opportunità adeguate; e che una persona di cinquant'anni, che magari ha anni di esperienza lavorativa alle spalle conclusi malamente, oppure ha lavorato in casa crescendo qualche figlio, non fosse costretta a ripartire dalla casella del via, fianco a fianco con ventenni appena usciti dalle superiori o dall'università. La questione dell'umiliazione psicologica di fare un tirocinio in tarda età viene raramente considerata. A torto.

E non andrebbero nemmeno ignorate le diverse esigenze economiche delle varie età della vita: non percepire contributi – cosa che accade, naturalmente, per gli stage dato che essi non sono contratti di lavoro e non valgono nulla ai fini pensionistici – può non essere drammatico per un 22enne alle prime armi; per un 40enne invece creare un buco nel suo profilo contributivo è ben più problematico. Allo stesso modo, percepire poche centinaia di euro al mese come indennità può essere già un buon trattamento economico per il nostro 22enne, che fino a quel momento è stato mantenuto dalla sua famiglia; lo stagista 40enne invece come farà a farci stare la rata del mutuo, le bollette e magari il dentista per i figli?

Questo è solo un accenno a tutta la miriade di motivi per cui utilizzare lo strumento dello stage su persone adulte – o addirittura quasi anziane – non è una buona idea. Certo, ci sono le eccezioni. Certo, ci sono i 50enni entusiasti che giurano che fare uno stage ha cambiato la loro vita, permettendo un cambio di carriera altrimenti inimmaginabile. Questi casi esistono. Solo che sono una esigua minoranza. Il resto dei 30enni, dei 40enni, dei 50enni non vorrebbe uno stage. Vorrebbe un lavoro, grazie mille.

Eleonora Voltolina

Community