È stato pubblicato venerdì 3 settembre il bando per i progetti promossi dall'Ufficio nazionale per il servizio civile (UNSC), insieme alle regioni e alle province autonome [a destra, il logo; sotto, la pagina del sito a cui fare riferimento per ogni documentazione relativa alla domanda]. In tutto ci sono 19.627 posti: si cercano i volontari da impiegare in enti, ONG e associazioni no profit per onorare «un impegno solidaristico inteso come valore di coesione sociale».
Porte aperte a tutti i giovani di nazionalità italiana tra i 18 e i 28 anni non compiuti che per dodici mesi vogliano cimentarsi nei settori dell'assistenza, dell'ambiente, della protezione civile, della promozione artistica e culturale. Unico vincolo: non aver già prestato servizio (o abbandonato senza valida motivazione) e non avere rapporti di lavoro o collaborazione retribuita con l'ente promotore del progetto.
Oltre alla copertura assicurativa, ai vincitori spetta un assegno mensile di 433,80 euro netti per tutti i dodici mesi del servizio: è utile sapere che tale rimborso contribuisce a tutti gli effetti a formare il reddito imponibile di ciascun volontario e subisce lo stesso trattamento fiscale dei redditi da lavoro dipendente, mentre il periodo di servizio è riconosciuto ai fini previdenziali. Per i volontari all'estero va aggiunto vitto, alloggio – o, laddove impossibile, un contributo – più una somma giornaliera di 15 euro [450 euro al mese che, sommati ai 433 standard, portano il mensile a circa 900 euro] e due viaggi complessivi di andata e ritorno dall'Italia. Variano invece gli orari lavorativi, per i quali è bene informarsi presso i singoli enti.
Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per le ore 14:00 del 4 ottobre, ma meglio prendersi del tempo per chiarirsi le idee e decidere: orientarsi tra le centinaia di progetti non è facile ed è possibile, pena l'estromissione in toto, inviare una sola candidatura. Vediamo come.
Per decidere per quale progetto concorrere il metodo migliore è interrogare il motore di ricerca nella sezione "Progetti" in Italia e all'estero incrociando dei dati, ad esempio comune e settore d'interesse; altrimenti si può fare riferimento al bando nazionale o ai singoli bandi regionali, che però rimandano a siti web talvolta non aggiornati. Una volta fatta la propria scelta, i documenti da tener presente sono l'allegato 2 e l'allegato 3 del bando che vanno compilati, firmati e spediti per posta tradizionale direttamente all'ente promotore del progetto. Indispensabile allegare copia di un documento di identità valido, curriculum vitae e copia dei titoli in possesso (solo se preselezionati, i candidati dovranno poi presentare anche un certificato medico che attesti il buono stato di salute). L'elenco completo degli enti, e relativi siti da cui reperire l'indirizzo, si trova nell'allegato 1 al bando nazionale, altrimenti si può far riferimento a ciascun bando regionale. Sempre i singoli enti sono responsabili del processo di selezione, che avviene secondo criteri stabiliti autonomamente. In linea di massima, soddisfatti i requisiti minimi, vengono privilegiati i candidati che hanno all'attivo esperienze di volontariato, meglio se nello stesso settore per cui si fa domanda, ma anche un titolo di studio attinente fa salire il punteggio.
Per le graduatorie bisognerà attendere l'anno nuovo: la data entro cui quelle definitive dovranno pervenire all'UNSC è il 4 febbraio 2011. Attenzione perché nei primi giorni del bando l'alta affluenza sul sito dell'UNSC ha creato diversi disagi, soprattutto nel download dei bandi regionali: bisogna quindi armarsi di pazienza.
Dall'anno di istituzione del servizio civile, il 2001, al 2009 sono state 254.482 le esperienze di volontariato avviate, in media 28mila all'anno. Il picco è stato raggiunto nel 2005 e 2006: in quegli anni i volontari sono stati più di 45mila. Poi il numero ha ricominciato a scendere, anche a causa dei tagli dei fondi, che ha determinato una riduzione dei posti messi a bando: 27mila nel 2009, poco meno di 20mila nel 2010. Non calano, invece, almeno proporzionalmente, le domande. Se nel 2008 il rapporto tra il numero di candidature pervenute e il numero di volontari avviati era 2,31, nel 2009 è salito a 2,89: in sostanza l'anno scorso è stata accolta solo una domanda su tre e si sono abbassate le possibilità di farcela.
I giovani italiani vengono impiegati quasi esclusivamente in patria (uno schiacciante 98% l'anno scorso, oltre il 99% nel 2006). Chi parte per l'estero – Africa e America centro-meridionale le zone di intervento più coperte – è mediamente più in là negli anni e ha un livello di istruzione sensibilmente più alto: si tratta per il 65% di laureati, percentuale che si abbassa al 20% per quanti rimangono in Italia. Prevedibilmente, la maggior parte dei volontari viene dal sud e dalle isole (il 54% nel 2009, con il restante 46% equamente diviso tra centro e nord), con Sicilia e Campania in testa, secondo una tendenza rimasta stabile nel corso degli anni. Ugualmente preponderante da sempre la presenza femminile, più dei due terzi, anche perché il settore dell'assistenza rimane quello più gettonato.
Annalisa Di Palo
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