Marianna Lepore
Scritto il 02 Mar 2017 in Notizie
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Aziende che si confrontano sempre più spesso con i professional e i social network, più intuitivi per la ricerca di lavoro e per inviare la propria candidatura, e candidati sempre più dinamici ed esigenti che chiedono trasparenza ma soprattutto semplicità per la candidate experience digitale: è questa la sintesi dello studio annuale OTaC, Online Talent communication per l’Italia, ad opera di Potentialpark.
L’istituto di ricerca con sede a Stoccolma specializzato nello studio delle esigenze dei candidati nella ricerca online di lavoro ha presentato il 2 marzo a Milano lo studio OtaC 2017 alla presenza di Marco Del Canale e Silvia Cugno, responsabile e key account manager Italia, di Elisabeth Wicklin, CEO, di Funda Lundgren e Guillaume Caramalli, responsabili Germania e Francia, e di Pamela Chavez, marketing e media.
L’indagine svolta dal settembre 2016 al gennaio di quest’anno ha coinvolto 28mila studenti e laureati in tutto il mondo, 4mila in più rispetto all’anno precedente. Di questi il gruppo più numeroso e rappresentativo dei millennials è quello degli italiani: oltre 8mila quelli interpellati, 3mila in più del 2016, provenienti da tutte le facoltà universitarie con un focus particolare su business e ingegneria, al momento tra le più richieste sul mercato.
Le aziende mostrano una grande adattabilità nella loro comunicazione verso i candidati ma questo non basta. Quello che i giovani cercano principalmente, secondo l’indagine di Potentialpark, è un maggior coinvolgimento. Ecco perché le aziende si affidano ai propri dipendenti che diventano ambasciatori della cultura aziendale verso i candidati. Grazie alle proprie risorse interne riescono a dare maggiori dettagli sulle competenze necessarie per il ruolo lavorativo e sulle mansioni che dovranno poi essere svolte nella vita di tutti i giorni.
«L’amore per il brand non basta: è richiesta sempre maggiore chiarezza sulla carriera in azienda, così come un processo di candidatura semplice» spiega alla Repubblica degli Stagisti Marco Del Canale, responsabile Italia per Potentialpark, «altrimenti i migliori talenti con un solo click passeranno a un altro sito carriera e saranno assunti dai competitor».
I candidati italiani non chiedono però solo più autenticità alle aziende, ma anche una maggiore capacità attraverso i canali social. Il 92% del campione, infatti, è presente su Facebook, il 61% su Instagram e poco più della metà del totale su LinkedIn. Ed è proprio affidata a internet la ricerca di informazioni per trovare un lavoro. Otto giovani su dieci visitano direttamente il sito carriera dell’azienda, che quindi dovrebbe essere costantemente aggiornato e curato, quasi sei su dieci preferiscono affidarsi ai career portal, mentre metà del campione usa i professional network. In coda, usato solo da quattro giovani su dieci, ci sono i social network come Facebook, scelti quindi sì per condividere la vita di tutti i giorni ma non per farlo in ambito lavorativo.
Nella classifica di Potentialpark trovano posto anche Nestlé, EY, Ferrero, PwC, Elica, Bosch e Bip, sette aziende che aderiscono all’RdS network e che, quindi, offrono un rimborso spese per gli stagisti di almeno 500 euro al mese e garantiscono trasparenza sul tasso di assunzione alla fine del tirocinio. Se la performance migliore nella classifica generale è quella di Ferrero, oggi al 17mo posto ma in risalita di ben 29 posizioni rispetto all’anno precedente, nelle classifiche per singolo canale Ferrero si attesta al sesto posto per quanto riguarda le candidature online, PwC all’ottavo per i social network e Bosch al nono per i siti carriera.
A incidere sulla scelta del candidato nel mandare o meno la propria candidatura c’è poi la semplicità del processo che deve essere agile e intuitivo. Metà degli intervistati, infatti, preferisce una candidatura tramite un form semplice e senza la necessità di precedenti lunghe registrazioni. Lo studio individua anche quelle che sono le maggiori frustrazioni degli studenti quando partecipano a una candidatura online: il database aziendale viene percepito come una black box in cui non sanno dove il proprio curriculum vada a finire e se mai qualcuno lo leggerà, una percentuale in lieve calo rispetto allo scorso anno che si attesta al 76%. Il dato che subisce un’impennata rispetto al 2016 è quello relativo alla frustrazione di non sapere quanto tempo l’application impiegherà, sensazione condivisa da metà degli intervistati. Scende, invece, lievemente il disagio nel non sapere sin dall’inizio del processo quali informazioni e documenti andranno caricati e di scoprirlo all’ultimo momento quando il tempo per l’application sta per scadere.
Lo studio Otac 2017 mostra però dei miglioramenti: «Le aziende in Italia si stanno adattando alle nuove tecnologie e la fotografia di oggi è decisamente migliore rispetto all’anno precedente» spiega alla Repubblica degli Stagisti Marco Del Canale. «Un esempio? Nel 2016 solo il 56% delle aziende studiate aveva un sito mobile friendly, già in crescita rispetto all’anno precedente, mentre quest’anno siamo al 73%. Però sul campo dei social media siamo ancora molto lontani dalle esigenze dei candidati».
Delle 81 aziende analizzate in Italia, 461 in tutto il mondo, è Roche quella i cui canali online sono più in linea con le aspettative dei candidati. Il suo posizionamento è buono su tutti i canali ma eccelle soprattutto nella fase di candidatura online e in quella da smartphone, una caratteristica molto importante per i millennial, basti pensare che otto intervistati su dieci hanno visitato un sito carriera dal telefono, contro i sei del 2016, e quasi tre hanno anche mandato la propria candidatura dallo smartphone. Secondo posto per Accenture, vincitore l’anno scorso, e terzo per L’Oreal.
Marianna Lepore
(nella foto in alto il Team Italia 2017, da sinistra Elisabeth Wicklin, Marco Del Canale, Silvia Cugno, Guillame Caramalli)
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