Sono uno stagista e mi trovo a lavorare dalle 9 alle 17 dal lunedì al venerdì. Da qualche tempo però per questioni familiari ho la necessità di uscire dal lavoro due volte a settimana alle 16 anziché le 17, ma il mio tutor aziendale sembra essere contrario. È nei miei diritti richiedere una cosa del genere? O invece ho degli obblighi precisi ed inderogabili da rispettare per quanto riguarda l'orario di lavoro?
Luca
Il discorso che il lettore pone comporta due livelli di risposta. Il primo è questo: l'orario dello stage è inserito nel progetto formativo, che ogni stage prevede all'interno della convenzione di stage che è il documento che formalizza lo stage e viene sottoscritto dal soggetto ospitante (l'azienda) e il soggetto promotore (l'ufficio stage universitario, il centro per l'impiego...). Poichè lo stage deve essere realizzato nell'esclusivo interesse del giovane, è chiaro che il tutor non può avanzare divieti di fronte alla richiesta di ridurre, per due giorni a settimana, l'orario di frequenza dello stage. Specialmente a fronte di motivazioni serie.
E qui però veniamo al secondo livello di risposta. Proprio perchè lo stage è pensato per essere utile allo stagista, è controproducente che lo stagista lo "accorci", perchè in questo modo verrebbe a perdere preziose ore di formazione. Se il progetto formativo prevede 7 ore al giorno per cinque giorni a settimana, quindi 35 ore alla settimana, la circostanza di perdere 2 ore a settimana non è certo tragica ma nemmeno positiva.
Inoltre il fatto che non sia "una tantum", ma abbia un carattere di continuità (da qui in avanti tutte le settimane per quei due giorni lo stagista se ne andrà un'ora prima del previsto) rende un po' problematico questo accorciamento dell'orario concordato. Infatti anche la puntualità e il rispetto degli orari sono aspetti importanti della formazione nel corso di uno stage.
Luca potrebbe però proporre al tuo tutor, anche per dimostrare la sua buona volontà, di recuperare almeno in parte le ore perdute, magari trattenendosi un'ora in più in altri giorni. Sia ben chiaro: non perchè sia obbligatorio che faccia quelle ore - uno stagista non può mai essere considerato indispensabile per l'azienda che lo ospita e le sue ore di presenza non possono essere conteggiate come quelle di un normale dipendente. Semplicemente perché è utile che egli svolga in maniera completa il suo percorso formativo.
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