Caro professor Rosina, grazie: il suo libro «Non è un paese per giovani» mi ha dato speranza per il futuro

redazione

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Scritto il 18 Lug 2010 in Lettere

La Repubblica degli Stagisti pubblica qui di seguito la lettera che una 25enne campana, Ida Maia De Stefano [nella foto], ha scritto al professor Alessandro Rosina dopo aver letto e apprezzato il suo libro Non è un paese per giovani. Rosina, docente di Demografia all'università Cattolica di Milano ed editorialista della Repubblica degli Stagisti, è stato tra gli ideatori e promotori del progetto «Lombardia 2010, SPAZIO AGLI UNDER 35» che promuoveva i candidati più giovani alle ultime elezioni regionali.

Salve professor Rosina!
E' stato semplice trovare i suoi contatti andando nella pagina dell'università Cattolica.
Mi chiamo Ida Maia de Stefano e le scrivo per ringraziarla di aver scritto Non è un paese per giovani. L'ho letto dopo aver letto la sua intervista su di un sito internet. Lei non può neanche immaginare quanto quel libro ha rappresentato per me un'ancora  di salvezza e mi ha dato la speranza in futuro possibile. Lei descrive esattamente come si sente un giovane della mia età, 25 anni, dopo un percorso di studi terminato e tante porte sbattute in faccia. Personalmente io mi sono laureata ad ottobre 2009, sono stata tre mesi a San Pietroburgo per uno stage ed appena tornata sono andata a Milano con uno zaino e 500 euro in tasca (sono di Salerno e da noi c'è la convinzione che al nord c'è lavoro). Ho passato lì due mesi. Credo che non ci sia porta dove non ho bussato. Agenzie, aziende, negozi. Dopo un mese l'unico lavoro propostomi era in un call center col contratto di un mese interinale. Soldi finiti, accettato il lavoro. Ai miei ho detto che lavoravo in una grande azienda, mi dispiaceva dirgli che mi avevano pagato cinque anni di università per vendere abbonamenti Fastweb. Dopo un mese di lavoro, mi sono arresa. Non mi potevo permettere una camera, ho trovato ospitalità da una vecchia amica. Dopo mi è venuta una disfonia acuta (non avevo voce), ho dovuto prendere sei giorni di malattia. Per una persona col contratto di un mese significa che il rinnovo è andato. Così mi sono seduta sulle scale del Duomo ed ho pianto: avevo fallito, unica soluzione era tornare dai miei.
Qui faccio la mantenuta dai miei, dopo tanti sacrifici. Saltuariamente faccio la hostess, unico introito, e per fare la hostess bisogna solo sorridere, non ci vuole una laurea in scienze politiche e uno stage all'estero.
Inoltre faccio, rigorosamente gratis, la praticante consulente del lavoro (in realtà non è gratis, sono io a pagare 400 euro l'anno di tasse all'albo + 500 euro l'anno di abbonamento al trasporto per andare al lavoro e tornare). Ma è studiando diritto del lavoro e altre materie che ho compreso quanti innumerevoli danni ci sono stati fatti, leggi passate sotto silenzio, riforme negative, contratti fantasiosi, mancanza di riforme fondamentali per incentivare le assunzioni come quella sul costo del lavoro in italia. E cosi ho cominciato a sviluppare delle idee e leggendo il suo libro ho deciso di metterLe in atto. Voglio cercare di attirare l'attenzione dei giovani su tematiche legate alla gerontocrazia in Italia, al mondo del lavoro, cercando di creare mobilitazione. Non mi importa se ci riuscirò, per me anche una persona in piu che sa cosa è e quali svantaggi ha un contratto di apprendistato è una vittoria. Per cominciare a testare l'interesse ho creato un gruppo su Facebook, che se raggiungerà un numero adeguato di iscritti trasformerò in blog. La mia pagina si ispira apertamente al suo libro e ci terrei che lei potesse dare uno sguardo, il gruppo si chiama MILLENNIALS - NON é UN PAESE PER GIOVANI. La ringrazio ancora, in nome di tutti i millennials, lei ha fatto moltissimo per noi.

Ida Maia De Stefano


per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- «Non è un paese per giovani», fotografia di una generazione (e appello all'audacia)

E gli editoriali di Alessandro Rosina per la Repubblica degli Stagisti:
- Caro Celli, altro che emigrare all’estero: è ora che i giovani facciano invasione di campo e mandino a casa i grandi vecchi
- L’Italia divisa e l’arte della fuga: se i giovani migliori scappano dal Mezzogiorno, laggiù cosa resterà?
- La lezione di Rita Levi Montalcini: i giovani devono credere in se stessi nonostante tutto e tutti
- Un esercito immobile: l'editoriale di Alessandro Rosina su giovani disoccupati e precari
-
L'intramontabile Marcello Lippi e la disfatta ai Mondiali: c'è bisogno urgente di un ricambio generazionale

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