Il Natale risveglia la voglia di stagisti in profumerie e saloni di bellezza. Tirocini «sospetti» anche in tabaccherie e fast food

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 03 Dic 2010 in Approfondimenti

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«Quando leggo che si può fare un tirocinio anche per fare il benzinaio, mi chiedo se questo serva a formare la gente o piuttosto a tenerla all'interno di un'impresa senza doverla pagare» aveva detto poche settimane fa la ministra della Gioventù Giorgia Meloni a Stagisti TV, in una videointervista dedicata allo spinoso tema dell'ingresso dei giovani italiani nel mondo del lavoro. Eppure il caso citato dalla ministra non è isolato. Solamente nelle ultime settimane, alla redazione della Repubblica degli Stagisti sono arrivate alcune segnalazioni quantomeno ambigue.

La prima rispetto a uno stage offerto da una tabaccheria di Mestre (Venezia). La lettrice Silvia aggiunge nella sua email una riflessione: «È lecito proporre uno stage in una tabaccheria? Dov'è la formazione? E soprattutto un centro per l'impiego non dovrebbe vagliare le offerte e la loro attendibilità ed evitare di proporre palesi offerte di sfruttamento?». Nel caso specifico, lo stagista sarebbe tenuto a presentarsi in tabaccheria, in via Podgora, alle 7:30 del mattino - uno degli orari di punta per questo tipo di esercizi commerciali - e restarci fino alle 13.

La seconda segnalazione riguarda una nota catena di profumerie, Marionnaud, che sta cercando tirocinanti per numerosi punti vendita in Veneto, Toscana e Lombardia [10 solamente in provincia di Brescia, 20 nella sola città di Milano v. l'immagine dell'inserzione a fianco]. Negli annunci, disseminati dall'agenzia Step Ricerca e selezione del personale su tanti siti specializzati che permettono la pubblicazione di annunci gratuiti, viene esplitamente specificato che la mansione degli stagisti sarà quella di «commessi». In alcuni di essi viene precisato che non ci sarà «possibilità di assunzione al termine», in altri che lo stage durerà «dal 29 novembre al 31 dicembre 2010» per un impegno complessivo di «40 ore settimanali».

Ed è proprio questo l'aspetto meno chiaro dell'offerta: uno stage di un solo mese, guardacaso  dicembre. Quello in cui le profumerie notoriamente lavorano di più, prese d'assalto per i regali natalizi, e in cui servono più persone per servire i clienti e impacchettare le scatole di profumi e creme di bellezza. E allora il sospetto si fa legittimamente strada: non è che Marionnaud stia cercando di risparmiare sul costo del personale, prendendo decine di stagisti anziché fare contratti a tempo determinato per coprire il periodo caldo natalizio? La Repubblica degli Stagisti ha provato a chiederlo alla direzione del personale dell'azienda, senza però ricevere risposta.

Sempre per il periodo natalizio, un altro lettore evidenzia che un parrucchiere di Senigallia, in provincia di Ancona, ha poco tempo fa pubblicato un annuncio di ricerca di un tirocinante, specificando addirittura «no perditempo» nel testo. Tra l'altro, l'annuncio non reca nè il nome del parrucchiere nè quello dell'eventuale agenzia per il lavoro intermediaria, configurandosi come irregolare in quanto non conforme alla normativa [a questo proposito, v. il contributo di Roberto Marabini direttore del sito Lavoratorio.it].

Infine, un'inserzione per 13 stage di 6 mesi in varie sedi di una catena di fast food, con lavoro «su turni», per imparare a preparare i prodotti in vendita (cioè mettere un hamburger sulla piastra) e a utilizzare la cassa (battere uno scontrino). Non si sa quale sia questa catena, ma il soggetto promotore è l'Afol est di Milano. La segnalazione di questo annuncio arriva sulla pagina Facebook Carta dei diritti dello stagista da parte di Eva, che commenta lapidaria: «Ma come si permettono? Incredibile dove siamo arrivati».

Come la ministra Meloni, anche la Repubblica degli Stagisti si chiede se questo serva a formare la gente o piuttosto a tenerla all'interno di un'impresa senza doverla contrattualizzare e pagare. E propende purtroppo per la seconda ipotesi.

Eleonora Voltolina

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