Calabria, approvata la legge per stabilizzare i superstagisti. Nuova interrogazione parlamentare di Ichino: «Esito paradossale»

Andrea Curiat

Andrea Curiat

Scritto il 15 Feb 2010 in Notizie

Il consiglio regionale calabrese ha approvato mercoledì 10 febbraio la proposta di legge che traghetterà i partecipanti all'ex «Programma stages» (da qualche tempo ribattezzato «Programma voucher») verso l'assunzione presso gli enti pubblici locali. Come anticipato due settimane fa dalla Repubblica degli Stagisti e da Repubblica.it, la legge di bilancio appena licenziata all'articolo 9 stabilisce l'erogazione da parte della Regione di un incentivo triennale pari a 10mila euro l'anno per ogni soggetto assunto a tempo indeterminato. In pratica, dopo tre anni di transizione durante i quali potrebbero continuare a lavorare con contratti a tempo determinato (le modalità dipenderanno dai singoli enti), gli ex superstagisti avrebbero la garanzia di un'assunzione in pianta stabile.  La legge, che fa ancora ricorso al termine stage piuttosto che voucher, specifica espressamente che le assunzioni dovranno essere effettuate nel rispetto delle norme del pubblico impiego (e quindi presumibilmente mediante concorso), ma riserva l'incentivo soltanto agli enti che inseriscano persone «che hanno concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal regolamento Stage».
Resta quindi un interrogativo in sospeso:
nel 2014 le assunzioni a tempo indeterminato saranno effettuate tramite concorso pubblico? In tal caso, se gli ex non dovessero superare la prova, gli enti pubblici sarebbero tenuti a restituire i 30mila euro percepiti? O in qualche modo la corresponsione dei 10mila euro l'anno per tre anni vincola poi gli enti pubblici ad assumere propro quegli stagisti e nessun altro?
Se così fosse, il concorso non avrebbe ragion d'essere essendo ben nota, e con largo anticipo, la lista di nomi di chi dovrà essere inserito in pianta stabile.  A questo punto ogni disquisizione da parte del consiglio regionale in merito ai punteggi accumulati dai superstagisti, tanto alti da renderli "irraggiungibili" ai fini della graduatoria del concorso, non costituirebbe altro che una giustificazione formale di una vera e propria stabilizzazione d'ufficio.
Quale che sia la risposta, per verificare l'impatto effettivo della legge bisognerà attendere la fine dell'anno: entro 60 giorni dalla conclusione del programma, prevista per il 31 ottobre 2010, la giunta regionale dovrà infatti indire una manifestazione di interesse rivolta agli enti utilizzatori per accertare la potenziale platea delle unità lavorative. E non è detto che, contributi regionali o meno, le pubbliche amministrazioni siano in grado di assorbire i 300-350 tirocinanti superstiti.
Nel frattempo
il giuslavorista e senatore Pietro Ichino, mentre l’interrogazione parlamentare del 15 gennaio 2008 attende ancora una risposta martedì 9 febbraio è tornato alla carica con una nuova interrogazione. Insieme alla sua collega e compagna di partito Magda Negri ha rivolto al ministro del Lavoro, a quello della Funzione pubblica e a quello delle Politiche comunitarie una serie di domande sull'evoluzione della vicenda superstage. Il cuore dell’interrogazione (qui il testo completo) verte su tre quesiti principali: anzitutto, se sia vero «che il Consiglio Regionale della Calabria ha deliberato la conversione dei suddetti 500 stage in altrettanti contratti a termine triennali, in attesa del bando di un concorso riservato agli stessi titolari di tali contratti per l’assunzione definitiva». Rivolgendosi direttamente al ministro del Lavoro, Ichino chiede poi se egli non ritenga «che una siffatta delibera costituisca l’ennesima gravissima manifestazione del carattere esclusivamente assistenzialistico delle politiche pubbliche del lavoro che vengono praticate nel Mezzogiorno» e, in ultima battuta, «se a consentire questo esito paradossale dell’intera vicenda abbia dato un contributo decisivo il suo silenzio sull’interrogazione del 15 gennaio 2009». Chissà se stavolta il ministro Sacconi troverà il tempo di rispondere.

Andrea Curiat

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