È stata proprio la Repubblica degli Stagisti a portare la settimana scorsa all'attenzione dell'opinione pubblica e di Pietro Ichino la vicenda dei «superstage» calabresi.
Oggi la questione approda sul Corriere della Sera e in Parlamento, con un'interrogazione del senatore Ichino. Eccone il testo:
INTERROGAZIONE
al Ministro del Lavoro e del Welfare, nonché al Ministro per le Politiche Comunitarie
presentata alla Presidenza del Senato il 15 gennaio 2009
dal senatore Pietro Ichino
Premesso che
- con la delibera 21 novembre 2007 n. 103 dell’Ufficio di Presidenza della Regione Calabria è stato approvato un bando di selezione pubblica per l’assegnazione di alcune centinaia di “voucher formativi”, ciascuno dell’importo di 1000 euro mensili per 24 mensilità, nell’ambito del “Programma Stages” della stessa Regione, con uno stanziamento complessivo di 6 milioni di euro, per metà rivenienti dal bilancio regionale, per l’altra metà da contributi del Fondo Sociale Europeo;
- nella detta delibera si prevede che i voucher medesimi costituiscano “riconoscimento d’eccellenza” e “incentivo alla residenzialità” per i migliori laureati calabresi di età non superiore ai 37 anni;
- si prevede inoltre che i voucher in questione vengano goduti in corrispondenza con l’attivazione di altrettanti stage presso amministrazioni pubbliche calabresi, previa partecipazione dei giovani interessati a un “percorso formativo di orientamento ed accompagnamento all’inserimento’ organizzato dalle Università calabresi sulla base di apposita convenzione con l’Ufficio di Presidenza della Regione;
- si ha notizia di casi nei quali gli stage in questione sono frequentati da trentenni liberi professionisti iscritti ai rispettivi Ordini professionali e in precedenza impegnati nelle corrispondenti attività di lavoro autonomo, che, almeno in linea teorica, dovrebbero essere interrotte per il biennio.
Considerato, peraltro, che
- in coerenza con quanto disposto esplicitamente sui tirocini formativi e di orientamento dall’articolo 18, lettera d, della Legge 24 giugno 1997 n. 196, recante Norme in materia di promozione dell’occupazione, il relativo Regolamento emanato con decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 25 marzo 1998, n. 142, , ha fissato in 12 mesi la durata massima degli stage, consentendone una durata di 24 mesi soltanto per i portatori di handicap;
- la Commissione Europea, nelle Disposizioni generali FESR - FSE - Fondo di coesione (2007 - 2013) e in linea con il metodo della c.d. strategia europea per l’occupazione, propone tra le priorità di destinazione dei fondi erogati la creazione di nuovi posti di lavoro effettivi;
- questa finalità degli interventi del FSE è ribadita nel documento in cui la Commissione presenta le 8 linee di orientamento per migliorare l’occupazione nell’Unione europea (UE), Obiettivi delle linee di orientamento integrate per la crescita e l’occupazione 2005-2008;
si chiede ai Ministri indicati in epigrafe
- se e come essi ritengano che le centinaia di stage di 24 mesi attivati dalla Regione Calabria si concilino con la disciplina vigente della materia, dal momento che i “migliori laureati calabresi” non risultano essere tutti portatori di handicap;
- se e come essi ritengano che possa produrre risultati positivi, nel senso indicato dalla strategia europea per l’occupazione, l’attivazione “all’ingrosso” di “stage” per una durata del tutto abnorme, con lo scopo di far acquisire ai giovani interessati capacita di amministrazione innovativa, presso amministrazioni pubbliche che di tale innovazione non posseggono né il know-how né alcuna esperienza;
- se essi non ritengano che iniziative di questo genere, ‑ per la loro durata eccessiva e per la mancanza di alcun nesso tra il contenuto del rapporto di stage che va a instaurarsi e gli sbocchi occupazionali effettivamente prospettabili ‑ lungi dall’incrementare la professionalità dei giovani interessati, abbiano l’effetto di male orientarli nel mercato, al contempo disincentivando la ricerca seria da parte loro di un’occupazione produttiva; e se essi non ritengano che iniziative come questa creino i presupposti per una rivendicazione, al termine del biennio, di “sanatorie” con stabilizzazione in soprannumero rispetto agli organici delle amministrazioni pubbliche ospitanti, con conseguente creazione di nuovi posti di lavoro improduttivi;
- se essi non ritengano che in questa iniziativa si manifesti un antico e mai superato difetto delle politiche del lavoro, praticate da decenni nel nostro Mezzogiorno, indifferentemente da maggioranze politiche di destra o di sinistra, che contribuiscono ad alimentare il circolo vizioso del mercato del lavoro meridionale, tra sovradimensionamento e inefficienza delle amministrazioni pubbliche, insufficienza degli investimenti nei servizi e infrastrutture indispensabili, scarsa produttività delle imprese private, insufficienza della domanda di manodopera nelle strutture produttive, sfiducia dei giovani nella possibilità di trovare occupazione nelle strutture stesse e orientamento dei giovani stessi a privilegiare, nelle loro strategie, la ricerca del posto fisso in strutture pubbliche sovradimensionate come unica alternativa all’emigrazione;
- se e come i Ministri stessi ritengano che un’iniziativa di questo genere si concili con le finalità e le regole di funzionamento del Fondo Sociale Europeo;
- se e come e come il Governo ritenga che un’iniziativa di questo genere si concili con l’esigenza di migliorare, agli occhi dell’amministrazione comunitaria, la reputazione del nostro Paese già gravemente compromessa da numerosi passati abusi gravi consistenti proprio nell’utilizzazione dei contributi del Fondo Sociale Europeo per iniziative fasulle di formazione professionale;
- se e quali misure coerenti con gli obiettivi e le regole del Fondo Sociale Europeo, infine, i Ministri competenti intendano adottare per evitare che nella forma di pretesi “stage” di formazione si pongano in essere illegalmente forme di mera assistenza, dannose per il funzionamento del mercato del lavoro e per gli interessi professionali degli stessi giovani coinvolti.
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