Cara Repubblica degli Stagisti,
sono una 27enne pugliese laureata in Scienze della comunicazione e come tutti, alla fine del percorso universitario, ho iniziato ad inviare cv per trovare un lavoro. Il mio obiettivo, dopo varie esperienze in radio e giornali locali e il tesserino da pubblicista in tasca, era esplorare un contesto aziendale di grandi dimensioni – preferibilmente nell’ambito sanitario, che già conoscevo grazie ai due tirocini che avevo svolto presso la Asl di Taranto durante l’università. Non sapendo da dove iniziare la mia ricerca, mi sono affidata ad un sito serio e competente come il vostro, che mi aveva segnalato mia sorella.
In una afosa mattina di agosto, proprio mia sorella mi indica l’annuncio appena pubblicato per una posizione di “stage in comunicazione” in una multinazionale biomedica, la Medtronic. Il fatto che quest’ultima avesse aderito al Bollino OK Stage mi ha permesso di inviare il cv molto più serenamente. Fiducia ampiamente ripagata dato che lo stesso pomeriggio ricevo la fatidica chiamata dalle risorse umane della Medtronic: il mio profilo è stato selezionato per un colloquio da sostenere al rientro dalla pausa estiva.
A fine agosto inizia il primo step di selezione, a cui ne seguono, nel giro di tre settimane, altri due con il responsabile comunicazione, mio futuro tutor aziendale, e con il responsabile di divisione. Settimane particolarmente concitate perché nel frattempo vengo selezionata, nell’ambito del progetto Mae Crui, per svolgere un tirocinio presso un’ambasciata all’estero. Un’opportunità allettante che tuttavia ha il grande neo di non essere retribuita. Così quando mi arriva da Medtronic la proposta non c’è spazio per i dubbi: accetto.
Ho iniziato da due settimane questa mia nuova avventura e per il momento sono ampliamente soddisfatta! Sono stata inserita fin dal primo giorno nell’attività e il lavoro risulta vario e stimolante. L’impressione è quella di una grande impresa che cura molto il rapporto umano dei suoi dipendenti e che utilizza lo stage come strumento di formazione. Intanto mi sono trasferita a Milano, un sacrificio che mi sono potuta permettere perché lo stage è ricompensato con un rimborso di 775 euro più i buoni pasto, e questo mi consente di non dipendere completamente dalla mia famiglia – il che, alla mia età, è molto importante.
Non so cosa mi riserverà il futuro ma a volte il viaggio che si compie è più importante della meta che si raggiunge. Per questo continuo ad investire su me stessa e sulla mia formazione. L’unico rammarico rimane quello di aver dovuto lasciare la mia adorata Puglia che, nel contesto più generale del meridione, è ancora incapace di catturare i giovani talenti che sono costretti ad emigrare nelle città settentrionali, impoverendo ulteriormente il sud.
Un grazie quindi alla Repubblica degli Stagisti che con le sue battaglie è diventata un punto di riferimento per chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro o anche solo cambiare ambito professionale.
Fabiana Di Cuia
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