Prima assunzione attraverso il sistema degli annunci "protetti" della Repubblica degli Stagisti

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 08 Set 2009 in Notizie

Federica da ieri lavora in una grande società di consulenza finanziaria. Ha 24 anni, si è appena laureata in Economia aziendale, ed è la prima persona che ha trovato lavoro grazie al «Bollino OK Stage»,  l'iniziativa espressamente dedicata alle aziende che vogliono dimostrare di trattare bene i giovani, promossa dalla Repubblica degli Stagisti.
È stato infatti proprio rispondendo ad un annuncio qui sul sito che pochi mesi fa ha trovato la miglior occasione che potesse sperare: PricewaterhouseCoopers
– una delle prime aziende aderenti al Bollino –  ha valutato interessante il suo cv e l’ha chiamata. Federica si era candidata per uno stage, ma l’esito dei colloqui è andato addirittura oltre le sue aspettative: la società ha deciso che fosse già pronta per mettersi all’opera, e invece di uno stage le ha proposto un vero e proprio contratto – un apprendistato professionalizzante. Una circostanza non del tutto inusuale che Angela Castellano, responsabile Recruitment di PricewaterhouseCoopers, riassume così: «Il percorso di selezione per uno stage è uguale a quello per un'assunzione: valutiamo le stesse qualità personali e professionali così come le competenze e conoscenze tecniche. La prassi della società di revisione del network PwC è di assumere persone laureate o in procinto di laurearsi; questo è stato il caso di Federica, che ha finito con esito positivo l'iter selettivo poco prima della data di laurea, pertanto abbiamo deciso di proporle un'assunzione anche se lei si era candidata per uno stage».
La new entry è stata inserita nel settore della revisione dei conti: «L’obiettivo del processo di revisione è fornire un’opinione indipendente circa la veridicità e correttezza di un bilancio» spiega ancora la manager  alla Repubblica degli Stagisti «I giovani neoassunti inseriti nei team di audit si recano presso i clienti dove, affiancati dai colleghi più esperti, si occupano dell’analisi del sistema di controllo interno nonché della verifica del bilancio. Tipicamente, il revisore lavora su clienti di differenti settori, cambiando frequentemente team e luogo di lavoro: è necessario quindi essere persone curiose, motivate, flessibili e aperte al cambiamento».
Utilizzando il contratto di apprendistato, tra l’altro, PricewaterhouseCoopers dimostra di rispettare pienamente la Carta dei diritti dello stagista, il documento-base del progetto del Bollino che al nono punto prescrive che lo stage non debba «essere considerato l’unico strumento per realizzare una formazione» e che vada «incentivato l’utilizzo dei contratti di apprendistato». Nel ramo di PwC che si occupa di revisione e organizzazione contabile vengono attivati circa 350 contratti di questo tipo ogni anno. «Attraverso l'apprendistato le aziende possono assumere giovani da inserire nel contesto lavorativo attraverso un percorso formativo utile a far loro conseguire professionalità» spiega ancora la Castellano «Il costo aggiuntivo della formazione è mitigato dal risparmio sugli oneri contributivi. Burocraticamente non è semplice, soprattutto per le marcate differenze nelle modalità che sono state introdotte dalle varie normative regionali. In ogni modo, il giovane in questo modo inizia il suo inserimento nel mondo del lavoro, ma soprattutto, attraverso la formazione e al termine dell'apprendistato, può conseguire una qualifica professionale, nel caso di Federica quella di revisore contabile».
Il contratto di apprendistato dovrebbe, in effetti, essere il vero strumento di «formazione-lavoro» per i giovani – almeno secondo Roberto Maroni che nel 2004, quando era  ministro del Lavoro, aveva emesso una circolare definendolo
«l'unico contratto di lavoro a contenuto formativo presente nel nostro ordinamento» e quindi il solo «strumento idoneo a costruire un reale percorso di alternanza tra formazione e lavoro». Peccato però che, come si evince anche dai dati contenuti nell’ultimo rapporto di monitoraggio dell’Isfol «Apprendistato, un sistema plurale», dei 600mila contratti di apprendistato che ogni anno vengono attivati in Italia meno di uno su venti riguarda persone laureate. Se nel 2002 la percentuale di apprendisti laureati si fermava allo 0,2%, oggi infatti arriva appena al 4,7%. Numeri che provano che raramente l’apprendistato viene usato per la formazione on the job di chi ha un alto grado di istruzione: ed è in questo spazio grigio che lo strumento dello stage inevitabilmente si inserisce, andando a supplire e venendo utilizzato di fatto come un «apprendistato breve».
Federica è stata fortunata: è entrata a far parte della striminzita percentuale di apprendisti laureati. Il suo contratto, da quasi 22mila euro lordi all’anno cioè più o meno 1200 euro netti al mese, durerà due anni e le garantirà tutto: malattia, maternità, ferie, tfr e contributi. Permettendole certamente di costruire il suo futuro con molta più serenità rispetto ai tanti suoi coetanei che si barcamenano tra stage spesso impropri e cocopro brevi e malpagati. Federica ha trovato lavoro grazie alla Repubblica degli Stagisti, e naturalmente l’auspicio è che sia la prima di una lunga serie.

Eleonora Voltolina

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