Oggi è il Global Intern Strike: manifestazioni in tante città in giro per il mondo contro gli stage sottopagati

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 20 Feb 2019 in Notizie

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Una giornata per ricordare al mondo la condizione dei tantissimi giovani alle prese con stage sottopagati e con scarse possibilità di inserimento finali. È questo lo scopo della #GlobalInternStrike19, la protesta dei tirocinanti giunta alla sua terza edizione e anche quest’anno coordinata da Fair internship initiative Ginevra. Oggi, dalle 13 alle 15.30, i giovani si ritroveranno in Place des Nations per «dire no alla pratica di sfruttamento dei tirocini senza rimborso spese». L’obiettivo ancora una volta è quello di chiedere parità di accesso a stage di qualità. Una data non casuale quella scelta del 20 febbraio, che è la giornata mondiale della giustizia sociale, indetta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per promuovere la giustizia sociale a livello mondiale.

In questo giorno in tanti urleranno uno slogan ormai conosciuto,
«Unpaid is Unfair», ovvero “non pagato è ingiusto”, che sarà ripetuto a più voci di fronte al quartier generale delle Nazioni Unite in Europa. Non un luogo qualsiasi, ma un palazzo simbolo delle ingiustizie dal punto di vista economico che i tirocinanti e le loro famiglie sono costretti ad affrontare, alle prese con tirocini senza rimborsi spesa e alti costi della vita.

Sono i numeri ancora una volta a impressionare: si stima, infatti, che solo in Europa ci siano più di 3 milioni di giovani stagisti non pagati all’anno, l’equivalente dell’intera forza lavoro della Danimarca. Tirocinanti che svolgono normalmente il lavoro che altrimenti sarebbe fatto da dipendenti o consulenti, in questo caso retribuiti. Non solo: il focus della giornata odierna è anche quello di ricordare che nel momento in cui lo stage diventa un passaggio obbligatorio per l’ingresso nel mercato del lavoro, chi non ha una famiglia alle spalle in grado di consentirgli lunghi periodi di lavoro gratuito resta inevitabilmente escluso. Una situazione ancora più evidente in una città come Ginevra, dove le organizzazioni internazionali ospitano centinaia di stagisti di cui circa l’ottanta per cento senza rimborso spese.

La giornata si concentrerà su tre parole chiave: uguaglianza, equità, qualità. Uguaglianza perché «i tirocini devono essere pagati in modo che siano accessibili a tutti indipendentemente dalla loro condizione socioeconomica», equità perché anche gli stagisti devono avere gli stessi diritti basilari «come la protezione dalle molestie e condizioni di lavoro eque», qualità perché gli stage devono offrire un apprendimento significativo che aiuti realmente i giovani a passare dall’istruzione al mondo del lavoro. Un problema, quest’ultimo, avvertito dagli stagisti in tutto il mondo spesso alle prese con tirocini senza alcun contenuto formativo e con possibilità nulle di inserimento finali.

L’evento svizzero vede tra i tanti sostenitori anche l’Unhcr Intern board, l’Ilo intern board, l’associazione degli stagisti di Ginevra (GIA), e ha ricevuto il supporto da parte del Consiglio di coordinamento del personale dell’ufficio delle Nazioni Unite che ha anche diffuso la notizia della manifestazione di oggi.

Non solo Ginevra, però: al di là dell’Oceano scenderanno in piazza anche gli stagisti americani che alle 17.30 ora locale si ritroveranno a New York nell’Amartya Sen Room, al decimo piano della palazzina FF tra la 45ma e la 304 est. Anche qui un’occasione per incontrarsi, parlare e fare muro comune contro i tirocini senza rimborso spese e per ricordare, a quanti non li conoscessero, gli obiettivi di FII NY, che sono il riconoscimento di uno status giuridico chiaro per garantire i diritti di base agli stagisti, un rimborso spese mensile per coprire le spese di soggiorno, e il monitoraggio della qualità e dell’inclusione degli stage nel sistema delle Nazioni Unite. Ricordando, tra le altre cose, che proprio l’inviato Onu per i giovani ha riconosciuto il problema del rimborso spese, includendo l’obiettivo di «assicurare un risarcimento adeguato ai tirocinanti» nella Strategia per la gioventù delle Nazioni Unite 2030.

Anche la città di Copenhagen scende in campo, per la prima volta, con un’ora di sit in nell’area reception del palazzo delle Nazioni Unite, dalle 12 all’una, per richiamare l’attenzione sui tre punti focali della manifestazione e mostrare solidarietà ai colleghi di tutto il mondo.
 
Ma martedì 20 febbraio è un giorno da ricordare anche per la prima partecipazione degli studenti canadesi. Quello di oggi sarà il primo di uno sciopero deciso dalle associazioni studentesche contro la pratica dei tirocini senza rimborso spese. Durante l’ultima assemblea generale, infatti, l’Associazione studentesca degli studi umanistici Uqam ha stabilito che oggi sia il primo di altre tre giornate di sciopero per chiedere un rimborso spese per i tirocini. Una protesta non di poco conto, visto che l’ultima che si è tenuta tra il 18 e il 24 novembre scorsi ha coinvolto quasi 60mila tirocinanti in sciopero, costringendo il governo quantomeno ad ascoltare le rivendicazioni dei giovani. Ora la Campagna di lavoro per studenti (CUTE) entra nel vivo, con proteste che si svilupperanno a Montreal, Trois-Rivieres, Sherbrooke e molte altre città.

Qualcosa negli ultimi anni, però, sta migliorando e proprio oggi è bene ricordarlo. Tra il 2017 e il 2018 l’Unicef e l’Unhcr hanno cominciato a pagare i propri stagisti, anche se con rimborsi non sempre adeguati a coprire tutte le spese. Gli stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno richiesto formalmente l’anno scorso che l’organizzazione paghi i suoi tirocinanti a partire dal 2020, ma bisogna ricordare che non c’è ancora nulla di definito. E non si può dimenticare il report pubblicato dalla Joint inspection Unit delle Nazioni Unite nel giugno dello scorso anno, di cui la Repubblica degli Stagisti ha raccontato, in cui tra le tante raccomandazioni c’era anche quella di pagare gli stagisti. Argomento che verrà discusso nel prossimo autunno durante l’assemblea generale a New York.

Insomma quella di oggi è una giornata importante per tutti gli stagisti in giro per il mondo, per ricordare a chi ancora non lo sa o fa finta di non sapere che anche un tirocinante ha diritto a ricevere un rimborso per il lavoro che svolge. Ma soprattutto per ricordare che i piccoli passi fatti fino ad oggi hanno portato ad alcuni risultati e che, proprio per questo, è necessario opporsi insieme contro il trend crescente dello sfruttamento sul lavoro.

Marianna Lepore

 

Foto di apertura: http://interncoalition.org/strike/

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