Enit, nessuna prospettiva di lavoro per gli stagisti

Chiara Del Priore

Chiara Del Priore

Scritto il 10 Mar 2011 in Approfondimenti

Gli enti pubblici che ospitano stagisti sono numerosi e l’Enit non fa eccezione. Da oltre dieci anni l’agenzia nazionale per il turismo offre l’opportunità di svolgere un’esperienza formativa presso la sua struttura. Quanti tirocinanti ci sono, come vengono reclutati e quali sono le principali mansioni ricoperte da uno stagista Enit? Dopo la segnalazione di Giuseppe P. e Laura F., la Repubblica degli Stagisti ha deciso di chiederlo a Corradina Caruso, responsabile per la parte tirocini dell’ufficio gestione e sviluppo delle risorse umane dell’ente.
«Nel corso del 2010 la nostra struttura ha ospitato undici tirocinanti», un numero significativo se si pensa che  i dipendenti che attualmente lavorano per  Enit sono 91. Gli stagisti arrivano da tutte le università italiane. La selezione avviene di solito attraverso la diffusione di annunci su pagine e bacheche degli uffici stage degli atenei: «Ci appoggiamo alle università, che pubblicano nei loro siti le nostre richieste. Gli avvisi sono rivolti generalmente a laureati e la scelta si basa su alcuni criteri, come l’attinenza alle materie istituzionali dell’Enit del corso di laurea frequentato, il voto di laurea, la conoscenza delle lingue straniere. Oltre, ovviamente, all’esito del colloquio conoscitivo».
Una volta selezionati, le aree in cui vengono collocati principalmente gli stagisti sono due: «Di solito vanno a operare o nell’ufficio stampa oppure nell’ufficio programmazione e comunicazione, dove vengono coinvolti nello studio dei mercati turistici». Queste attività, a detta della Caruso, dovrebberio sempre essere svolte sotto la responsabilità e il controllo del titolare dell’ufficio competente: «Gli stagisti sono seguiti dal responsabile dell’ufficio in cui effettuano il tirocinio» assicura la Caruso.
Di fatto, però, secondo la testimonianza di Giuseppe e Laura, pur essendoci formalmente un responsabile, capita che gli stagisti vengano abbandonati a loro stessi, senza precise direttive sul lavoro da compiere. Una critica sulla quale Corradina Caruso preferisce non pronunciarsi. E per quanto riguarda il rimborso spese?
«Viene erogato un emolumento pari a 8,90 euro lordi giornalieri», pari a poco meno di 180 euro al mese. «Ma solamente a chi svolge un tirocinio di durata superiore ai sei mesi». Ecco perché Giuseppe e Laura non hanno ricevuto un euro: il loro tirocinio è durato “solo” sei mesi, non abbastanza per avere diritto a un rimborso. La responsabile del personale dell’Enit ribadisce, infine, che lo stage presso l’ente è un’esperienza priva di prospettive di lavoro future: «Questo è un ente pubblico non economico e perciò le assunzioni possono avvenire solo mediante concorso».
Gli aspiranti stagisti sono avvisati: chi decide di effettuare un tirocinio presso l’Agenzia nazionale per il turismo sappia che nella maggior parte dei casi non percepirà alcun rimborso spese, e che alla fine del percorso non vi saranno sbocchi occupazionali.

Chiara Del Priore


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