Dov'è meglio andare a fare lo stage? Dipende da cosa si cerca: ecco quattro top five tratte da sondaggio «Identikit degli stagisti italiani»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 19 Ago 2010 in Approfondimenti

La qualità di uno stage – quantomeno quella "percepita" – dipende anche in gran parte da ciò che lo stagista cerca in esso. Come, si può restare delusi da un percorso formativo  interessantissimo e da tutor sempre presente e disponibile? Sì, se si cercava un lavoro e non lo si è ottenuto. Allo stesso modo, se si hanno pochi soldi in tasca e si vorrebbe un buon rimborso spese, si può anche essere scontenti di uno stage ottimo dal punto di vista formativo, perchè magari non prevede nemmeno un euro di emolumento. Al contrario, ci possono essere giovani disponibili a fare un'esperienza di stage completamente gratuita, a patto che la qualità formativa sia alta, oppure sia concreta la probabilità di essere assunti al termine del tirocinio. Insomma: lo stage buono varia anche a seconda delle aspettative di chi lo fa.
Analizzando i dati raccolti attraverso il sondaggio online Identikit degli stagisti italiani, realizzato l'anno scorso dalla Repubblica degli Stagisti in collaborazione con l'Isfol, ecco quattro classifiche: le "top five" di dove conviene di più fare lo stage, a partire dall'obiettivo principale dell'aspirante stagista.

1. Se si cerca un contratto "serio" (a tempo determinato o indeterminato) al termine dell'esperienza formativa, conviene andare a fare uno stage nel...
1) settore metalmeccanico-automobilistico: qui il 17,4% degli stagisti ottiene un contratto di questo tipo
2) settore agroalimentare: 15,8%
3) settore commercio e distribuzione: 14,3%
4) settore tessile - moda - beauty: 10,6%
5) settore chimico-farmaceutico: 10,5%
NB: il dato medio generale è 7,9%: un 5,6% di contratti a tempo determinato più un 2,3% di contratti a tempo indeterminato. Ben il 52,5% degli stage si conclude invece con una stretta di mano e arrivederci.

2. Se si cerca sopratutto la qualità del percorso formativo:
1) settore metalmeccanico-automobilistico: il 58,3% degli stage  sono stati giudicati "buoni" o "ottimi" rispetto alla qualità formativa
2) settore educazione e formazione: 57,5%
3) settore servizi sociosanitari: 55,4%
4) pubblica amministrazione: 53,5%
5) settore energia: 52,7%
NB: il dato medio generale è 49,6%: un 33,1% di stage valutati "buoni" più un 16,5% di "ottimi"

3. Se si cerca sopratutto un buon rimborso spese (da 500 euro in su):
1) settore servizi finanziari e assicurativi: il 33,9% delle aziende di questo settore offre un emolumento di questa entità
2) settore chimico-farmaceutico: 30,4%
3) settore agroalimentare: 29,1%
4) settore energia: 28%
5) settore telecomunicazioni - ict: 23%
NB: il dato medio generale è 16,3%: un 11% di stage che prevedono un emolumento tra i 500 e i 750 euro, più un 5,3% di stage con rimborso superiore a 750 euro. Oltre la metà degli stage (il 52,4%) non prevede invece alcun rimborso spese.

4. Se si cerca sopratutto un tutor presente e attento:
1) settore energia: 54,8%
2) settore servizi sociosanitari: 53,6%
3) pubblica amministrazione: 53,5%
4) settore commercio e distribuzione: 52,6%
5) settore metalmeccanico-automobilistico: 50,8%
NB: il dato medio generale è che il tutor è stato "un punto di riferimento costante" nel 49,1% dei casi.

Il sondaggio dava la possibilità di raccontare ciascuna esperienza di stage in maniera dettagliata; in particolare, rispetto al settore, a ogni partecipante offerte date sedici opzioni (Agroalimentare, Non profit, Chimica-farmaceutica, Commercio e distribuzione, Comunicazione-spettacolo-pubblicità, Educazione-formazione, Energia, Grafica-editoria, Metalmeccanico-automobilistico, Pubblica amministrazione, Servizi alle imprese - Società di consulenza, Servizi finanziari-assicurativi, Servizi sociosanitari, Telecomunicazioni-ict, Tessile-moda-beauty, Turismo-ospitalità-tempo libero) più il classico "altro" per chi avesse fatto lo stage in un settore non indicato.
Va ricordato anche che questo sondaggio, compilato in forma anonima da quasi 3mila persone tra il maggio e l'ottobre del 2009, non ha valore statistico in quanto il campione è appunto casuale, e non rappresentativo. I risultati emersi sono però fortemente indicativi della realtà che vivono ogni giorno gli stagisti italiani, e delle difficoltà che si trovano ad affrontare.

Eleonora Voltolina

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