Neolaureati, le aziende vi vogliono così: ecco i risultati dell'indagine Cilea - Stella

Eleonora Della Ratta

Eleonora Della Ratta

Scritto il 30 Nov 2009 in Notizie

Arrivati alla laurea, finiti i festeggiamenti per il titolo di “dottore”, inizia la ricerca del lavoro. Quali sono le caratteristiche che le aziende prendono in maggiore considerazione? Prova a rispondere a questa domanda il network interuniversitario lombardo Cilea che utilizza il sistema Stella, tramite un’indagine su quelle aziende che nel periodo marzo 2007- giugno 2008 hanno attivato il servizio Vulcano, per la ricerca dei curriculum dei laureati dell’ateneo Milano-Bicocca. La ricerca è stata svolta sui dati forniti dagli atenei del capoluogo lombardo, con questionari rivolti alle aziende che hanno assunto o hanno ospitato per stage gli studenti laureati. Secondo il network Stella il tasso di “efficienza” degli atenei lombardi si attesta tra il 40 e il 50% di immatricolati a lauree triennali che ottengono il titolo in meno di quattro anni, contro una media del 25-30% per il resto d’Italia. Particolarmente elevate le percentuali nelle discipline mediche (80%), delll’architettura e psicologiche (entrambi 60%).
Criteri utilizzati per la selezione del personaleIl campione comprende quasi 600 imprese, in gran parte concentrate nel capoluogo lombardo ma con una rappresentanza anche di tutte le altre regioni italiane. Al primo posto delle caratteristiche che attraggono l’attenzione dei direttori del personale vi sono dati anagrafici e carriera scolastica: due informazioni che, intrecciate tra loro, dicono molto rispetto alla velocità  e ai risultati con cui si sono conclusi gli studi universitari. Particolarmente importanti la facoltà e il corso di laurea prescelti e gli anni trascorsi sui libri, mentre nella maggior parte dei casi si fa minore attenzione al voto di laurea (meglio prima che meglio,  insomma) ed è poco significativo l’argomento scelto per la tesi. Ben più importante del titolo della tesi, infatti, è il poter vantare esperienze all’estero perché spesso sono sinonimo di buona conoscenza della lingua straniera: l’inglese è al primo posto in assoluto per importanza, così come è un buon punto a favore conoscere altre lingue europee; chi conosce qualche lingua orientale deve avere la scaltrezza di orientarsi verso un settore o un’azienda che abbiano degli interessi reali in quei Paesi, altrimenti questo ottimo punto nel curriculum rischia di non venire valorizzato. Scontate le conoscenze informatiche di base, di cui non può fare a meno qualsiasi neolaureato: richieste anche la capacità di destreggiarsi coi sistemi operativi, linguaggi di programmazione e sistemi di gestione database.
Al momento di dover valutare una rosa di candidati, le risorse umane preferiscono chi ha già esperienza lavorativa, meglio ovviamente se nel settore in cui opera l’azienda: ben visti quindi i giovani che hanno già alle spalle stage aziendali, purché siano stati veramente formativi. Tra i criteri di scelta dei candidati non mancano gli aspetti attitudinali valutati in sede di colloquio, mentre pochissima importanza
viene attribuita al genere (femmina o maschio) del candidato.
Dalla ricerca emerge anche una frenata del boom di laureati triennali: molti, infatti, dopo aver conseguito un titolo di primo livello continuano gli studi intraprendendo la specialistica. L'81% dei laureati di primo livello ha meno di 23 anni, mentre la percentuale di chi è in pari con gli esami si abbassa alla specialistica: solo il 61% dei laureati di secondo livello, infatti, ha un'età inferiore ai 25 anni. Buone le medie dei voti: se il 62% dei dottori di primo livello ha una votazione superiore a 100/110, la percentuale aumenta all'84% nella specialistica.
Se questa indagine potesse parlare, probabilmente direbbe ai giovani studenti universitari: pensate un po' meno al voto, e sbrigatevi a finire.

Eleonora Della Ratta


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