È di nuovo tempo di tirocini Schuman. Le candidature al programma di stage retribuiti del Parlamento europeo sono ufficialmente aperte da due settimane, e per inviare la propria candidatura c'è tempo fino al 15 maggio.
I tirocini avranno inizio il 1° ottobre 2009, dureranno 5 mesi e verranno retribuiti con un rimborso spese mensile di circa 1135 euro netti. La concorrenza è agguerrita: per ogni posto arrivano in media una ventina di richieste.
In generale, i requisiti necessari per candidarsi sono: essere maggiorenni e cittadini di un Paese UE (o candidato a diventarlo), conoscere bene almeno una delle lingue ufficiali, e infine non aver già avuto un tirocinio o un impiego retribuito presso un'istituzione europea. In particolare, per concorrere per i tirocini Schuman bisogna avere un diploma di laurea almeno triennale e produrre una lettera di presentazione firmata da un professore universitario o un professionista. Per la specifica «opzione giornalismo», poi, chi si vuol candidare deve dimostrare di avere una certa esperienza giornalistica, per esempio con l'iscrizione all'Ordine o provando in altro modo la propria attività.
Ha scritto a questo proposito qualche giorno fa una lettrice: «Penso di avere le caratteristiche per partecipare a entrambi: per l'opzione generale presenterei la mia tesi di laurea in storia delle relazioni internazionali, per l'opzione giornalismo beh... non ho il tesserino nè alcun diploma ma scrivo dal 2007, in particolare da ottobre 2008 scrivo per il Giorno ed. nord Milano. Secondo voi posso partecipare? Ci si può candidare per entrambe?» Si può provare a candidarsi per l'opzione giornalismo anche se non si è iscritti all'Albo, e non è vietato tentare entrambe le opzioni. «Altro dubbio» prosegue Valentina: «La lettera di presentazione deve essere in inglese - francese o va bene in italiano?». In italiano andrà bene ugualmente.
Infine, la lettrice chiede «Questi stage servono? C'è possibilità di rimanere all'interno delle istituzioni?». La risposta è: sì e no. Certamente questi stage sono utili, perchè danno la possibilità di fare un'esperienza significativa, nella maggior parte dei casi all'estero, senza essere costretti a pagarsela di tasca propria. Altrettanto certamente, però, non sono orientati all'inserimento lavorativo, come la stragrande maggioranza degli stage fatti in ambito pubblico: per poter lavorare nell'UE, infatti, c'è una procedura di selezione particolare. Pertanto questi stage vanno visti per quello che sono: un'esperienza puramente formativa, ben retribuita certamente, ma forse non adatta a chi cerca un posto stabile dopo il tirocinio.
In passato la Repubblica degli Stagisti ha portato fortuna ai candidati (v. testimonianza di un giornalista vincitore): chissà che non sia così anche per questa tornata!
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