Marianna Lepore
Scritto il 09 Gen 2024 in Notizie
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Tra le organizzazioni che offrono tirocini con un buon rimborso spese oltre all’esperienza all’estero c’è l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, con sede a Parigi. Al momento è possibile candidarsi per svolgere un tirocinio nel corso del 2024. E quest’anno ci sarà un motivo in più per i giovani italiani per far domanda: il rimborso spese mensile, infatti, è stato innalzato a 1.000 euro.
«L’indennità è aumentata rispetto ai 740 euro del 2022 a partire dai tirocini che hanno preso il via il primo marzo 2023», spiega alla Repubblica degli Stagisti Martin Wassermann, Talent management analyst all’Ocse: «Questo per gli stage che hanno sede in Francia. Una scelta fatta per attrarre giovani talenti provenienti da contesti differenti e promuovere l’inclusione e il benessere supportando meglio gli studenti durante il loro tirocinio presso l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico». Il rimborso spese di mille euro «è esteso anche ai tirocinanti che lavorano da remoto per i gruppi di lavoro con sede a Parigi». La maggior parte degli stage ha sede proprio lì – l’anno scorso sono stati ben il 98% – ma alcuni possono essere anche in altre sedi regionali come Berlino, Instanbul, Tokyo o Trento. In questo caso si possono reperire alcune informazioni sui siti dedicati, da cui si evince che a Trento il rimborso spese per gli stagisti è di circa 980 euro al mese, mentre a Berlino di circa 1.100 euro.
La principale motivazione che ha spinto l’Ocse ad aumentare del trentacinque per cento l’indennità per i tirocinanti della sede parigina è stato «l’innalzamento del costo della vita. Per raggiungere il risultato sono state effettuate consultazioni con le parti interessate, inclusa anche la comunità di tirocinanti dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico», precisa Wassermann. «Infine l’aumento è stato approvato dal management dell’Ocse». Anche se la precedente indennità, seppur bassa, non scoraggiava gli aspiranti stagisti dal candidarsi: «Non abbiamo individuato alcuna correlazione tra il numero di domande ricevute e il rimborso spese che eroghiamo. Continuiamo a ricevere, infatti, circa 7.500 candidature per pubblicazione di posti vacanti (ndr. quindi circa 22mila l’anno) con una tendenza in aumento».
Al momento è possibile candidarsi per i tirocini “invernali”, ma non c’è una vera e propria data di inizio ufficiale degli stage. «Reclutiamo stagisti su base continuativa, senza una scadenza o una data di avvio prestabilita. Gli studenti possono presentare domanda in qualsiasi momento e possono essere reclutati in base alle necessità degli uffici», spiega Wassermann: «Tuttavia, per scopi amministrativi pubblicizziamo una nuova apertura per le candidature per il periodo estivo e invernale, rispettivamente il 1° marzo e il 1° settembre. Questo perché riceviamo un elevato numero di domande. Il periodo di candidatura non ha alcun impatto sulle date di inizio del tirocinio».
Se però una volta scaduto il periodo di reclutamento non si venisse chiamati, conviene rifare l’application, in caso si fosse ancora interessati a tentare quest’esperienza. Martin Wassermann precisa anche «il processo di selezione dura circa tre mesi. Quindi l’ufficio tirocini suggerisce di fare domanda almeno tre mesi prima il periodo preferito di inizio stage».
Chi fosse interessato a far domanda può procedere con l’application online. Per prima cosa bisogna verificare di avere tutti i requisiti: essere studenti iscritti agli ultimi anni di un corso di laurea, un master o un dottorato. E avere una buona conoscenza di almeno una delle due lingue ufficiali: inglese e francese. A quel punto si può procedere con la candidatura che raccoglie informazioni personali, di studio, le eventuali esperienze lavorative oltre a una lettera motivazionale. Lo scopo, si legge dal sito, «è quello di acquisire informazioni sul perché si vuole fare uno stage presso l’Ocse e avere un’idea di come si possa contribuire al nostro lavoro. Oltre a capire in che modo uno stage in questi uffici ti aiuterebbe a raggiungere i tuoi obiettivi di carriera».
In questa fase è possibile anche indicare le aree di interesse in cui si vorrebbe svolgere lo stage. A questo punto i tirocinanti che soddisfano le richieste degli uffici e si distinguono per conoscenza della lingua, capacità di redazione e altri requisiti, sono inseriti in un gruppo a disposizione di tutti i responsabili delle assunzioni e del personale delle risorse umane. I candidati che rispecchiano i criteri ricercati sono invitati a sostenere un colloquio. Le interviste sono condotte in remoto attraverso videochiamate, quindi non è necessario andare a Parigi per farle. Visto l’alto numero di richieste, l’Ocse avverte che non può dare un feedback a tutti: solo i candidati selezionati vengono contattati dalle varie direzioni per un’intervista. Per questo, «se non si è contattati entro tre mesi dall’invio della domanda di stage, vuol dire che in questa occasione la domanda non è stata considerata utile e potrai fare una nuova richiesta a marzo o settembre».
Ogni anno i tirocinanti ospitati all’Ocse sono circa 700, un numero molto alto, e altrettanto è la richiesta: circa 11 volte tanto. Inutile aggiungere, quindi, che la competizione è notevole. «Nel 2023 abbiamo ricevuto il maggior numero di candidature da Francia, Italia e Turchia. Su un totale di 701 stagisti selezionati, 110 erano francesi, 72 italiani e 52 americani» snocciola Wasserman. L’anno precedente, il 2022, erano «stati selezionati 112 tirocinanti francesi, 60 americani e 60 italiani, su un totale di 638 stagisti» e in quel caso il maggior numero di candidature coincideva con i primi tre paesi con più selezionati.
Lo scorso anno si è registrato il numero più alto di tirocinanti: precedentemente il record era del 2021 con 670 (di cui 53 italiani), un picco verificatosi dopo il forte calo dovuto alla pandemia Covid del 2020, quando il totale selezionati era stato di appena 373 giovani. Quindi negli ultimi tre anni anche il numero di giovani provenienti dall’Italia è via via aumentato.
In fase di candidatura è possibile scegliere la durata del tirocinio, da un minimo di un mese a un massimo di sei, anche se Wasserman aggiunge che i potenziali stagisti sono incoraggiati «a svolgere uno stage di quattro mesi o più per sfruttare al meglio questa esperienza e acquisire conoscenze significative». Tirocinio che può anche occasionalmente essere rinnovato per altri sei mesi. L’impegno è «per 40 ore a settimana, 8 ore al giorno dal lunedì al venerdì, con un orario di inizio alle 9 del mattino». Non sono previste facilitazioni per il pranzo. In compenso, «previo accordo con la direzione competente, è possibile scegliere di lavorare da casa. In genere gli stagisti che scelgono lo smart-internshipping fanno lo stage a tempo pieno, ma a volte è consentito anche il part-time». Una modalità introdotta durante la pandemia per venire incontro agli studenti: poiché l’Ocse conta 38 paesi aderenti, alcuni avevano regole molto rigide sugli spostamenti ed era quindi stata inserita la possibilità di stage da remoto che, parzialmente, è ancora possibile.
Questo per «consentire di reclutare i candidati più diversi tra loro, provenienti da contesti differenti. Certo, vista la natura del nostro lavoro, pensiamo che se gli stagisti collaborano a stretto contatto con il proprio team possano trarre maggiori benefici dai tirocini in sede, che consentono una maggiore interazione, collaborazione e tutoraggio dai propri supervisori», osserva Wassermann. Non solo, uno stage sul posto permette di sviluppare il proprio network, visto che «consente di partecipare a diversi incontri e conferenze e a tutte le attività organizzate da Intern Circle», un gruppo gestito da stagisti Ocse per dare un valore aggiunto a questa esperienza organizzando eventi e creando attività di networking. «Gli stage a distanza sono più adatti a chi per qualsiasi motivo non può trasferirsi a Parigi, ma in questo caso sarà piuttosto limitata la possibilità di lavorare in gruppo, di sfruttare il tutoraggio e il networking».
In una selezione così forte cos’è che può fare la differenza? Sicuramente l’aderenza dei propri studi alle aree di ricerca dei tirocinanti. Ma non va sottovalutata la capacità di mettere in risalto nella lettera motivazionale e nell’eventuale colloquio quello che si è imparato all’università. Un curriculum in ambito economico può fare la differenza visto che la maggior parte degli stagisti ha studi in questo settore o in politica internazionale, ma molti provengono anche da altre aree di studio. L’importante è «spiegare in modo semplice come si potranno applicare le proprie competenze e talenti una volta accettato l’incarico».
Per verificare di essere idonei al partecipare a questa selezione, da quest’anno c’è un piccolo aiuto in più. L’Ocse, infatti, ha creato un test di idoneità al tirocinio, disponibile a questo link, dove si può rispondere ad alcune domande per capire se si può tentare o meno questa opportunità. Se selezionati si entrerà a far parte di un grande gruppo di lavoro in cui gli stagisti potranno avere vari compiti: partecipare alla preparazione di studi e documenti, fare ricerche di vario tipo, raccogliere e organizzare dati, partecipare a convegni e seminari o contribuire all’organizzazione di eventi. In questa fase avranno diritto anche a due giorni e mezzo di ferie per ogni mese di tirocinio svolto, oltre a tutte le festività celebrate in Francia.
Per altre informazioni non solo è disponibile un file con tutte le faq sul programma, che contengono anche qualche suggerimento per compilare al meglio la domanda, ma anche una brochure che raccoglie le testimonianze dirette di ex stagisti. Tutti concordi nel definirla un’esperienza arricchente, totalmente nuova, l’opportunità di prendere parte a progetti che avranno un impatto sulla vita di migliaia di persone oltre a incontrare stagisti da tutto il mondo.
Marianna Lepore
Foto in basso a destra di Hervé Cortinat / OECD da Flickr in modalità Creative Commons
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