Il mio post-laurea: prevedevo lacrime e sangue, invece ho incontrato un'azienda col bollino

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 21 Lug 2013 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Alice Pietralunga, assunta con contratto a progetto nella Pianificazione strategica di Chiesi Farmaceutici, a Parma.

Ho 25 anni e sono di San Secondo, un paesino vicino Parma. La prima occasione per staccarmi da questa mia piccola realtà l'ho avuta alle
superiori, che ho frequentato al liceo classico di Parma, scegliendo l'indirizzo bilingue - inglese e francese. La sensazione che più ricordo di quegli anni è l'entusiasmo, la voglia di sapere e imparare tutto ciò che potevo. Il percorso fino alla maturità è stato impegnativo ma, come si dice, tornassi indietro lo rifarei mille volte. Al di là dello studio, il liceo ha sicuramente rafforzato il mio senso di disciplina, insegnandomi che il futuro bisogna saperselo costruire, cogliendo le occasioni ma a partire da basi solide, che non si possono improvvisare,  ma vanno coltivate fin da piccoli.
Dopo la maturità nel 2007, affascinata dalla chimica e da tutto ciò che riguardava la patologia umana, mi sono iscritta Chimica e tecnologie farmaceutiche a Parma, corso di laurea a ciclo unico, di cinque anni, che oltre a essere vicino casa ha fama di essere eccellente. I sacrifici sono stati tanti, ma la determinazione di arrivare alla fine è stata la forza trascinante: in questo ambito ciò che si perde in termini di studio o esperienza di laboratorio lascia sempre delle lacune. Proprio per imparare meglio alcuni strumenti di laboratorio, ho deciso di svolgere la mia tesi di laurea in Chimica analitica - scelta non convenzionale per un Ctf - e a settembre 2012 mi sono laureata con 110 e lode discutendo un elaborato sulla estrazione di complessi metallo-polifenoli negli infusi di thè.
Sembrerà strano, vista la fatica fatta per ottenere il titolo, ma il giorno dopo la laurea mi sentivo tutt'altro che serena o "arrivata". Per cinque anni avevo vissuto e sentito parlare della crisi, consapevole che i problemi sarebbero iniziati dopo la laurea e che finché fossi rimasta dentro al corso di studi sarei stata in qualche modo protetta. Ho rinunciato a qualsiasi viaggio post-laurea e ho iniziato subito a inviare cv ovunque. Trovare lavoro è stato il mio primo lavoro! Passavo otto, nove ore ogni giorno davanti al computer a setacciare offerte di
lavoro e inviare cv. Un paio di aziende farmaceutiche mi hanno contattato, ma mentre svolgevo le selezioni - era ottobre dell'anno scorso - mi è arrivata una telefonata decisiva: quella del reparto HR di Chiesi Farmaceutici, a cui tempo prima avevo inviato una candidatura spontanea. Mi proponevano uno stage pagato di tre mesi nella direzione Strategic Planning, dove era da poco partito un nuovo progetto di lavoro su malattie rare e farmaci orfani, area di grande interesse per le industrie farmaceutiche negli ultimi anni. Ho sostenuto il primo colloquio di lì a poco; poi il secondo dopo due settimane. Poi è arrivato il sì definitivo, dopo poche ore dall'incontro! Ci ho messo un po' per realizzare che davvero ero stata scelta, forse perché tra le chiamate ricevute in realtà aspettavo solo quella: sono cresciuta sentendo parlare di Chiesi, del suo sviluppo, del bellissimo ambiente di lavoro... Accettai subito.
stage lavoroCosì a novembre 2012 eccomi a iniziare il mio stage, poi prorogato di altri tre mesi fino a maggio 2013, con un rimborso di 600 euro netti al mese più buoni pasto. Futuro nero? Sfruttamento? Lavori che non piacciono e che non avremmo mai pensato di fare? Il mio stage in Chiesi ha contraddetto ogni previsione, ha rappresentato una grande opportunità di crescita e ora mi sento molto diversa da quella che ero appena laureata. Ho imparato così tante cose che non saprei come elencarle, e ho ricevuto tantissimo dalle persone con cui ho lavorato, anche umanamente. Mi sono come trovata in una grande famiglia e mi sono sentita apprezzata e trattata proprio come una qualsiasi dipendente, anche prima della vera e propria assunzione. Sì, perché finito lo stage ho continuato a lavorare sullo progetto, che hanno timeline piuttosto lunghe, e su uno nuovo, ma con un cocopro da 1400 euro netti al mese, più buoni pasto, che scade a dicembre.
È un po' presto per dire che succederà dopo, ma fin qui sono entusiasta. Il lavoro di ufficio era fuori dalla mia comfort zone - il laboratorio - ma ho scoperto che mi piace molto; il ruolo manageriale mi è più congeniale, sento che qui riesco a dare il meglio di me e a sentirmi felice. Se dovessi fare un bilancio sbrigativo non ho sentito molte persone soddisfatte di uno stage o della prima esperienza lavorativa come lo sono io. Mi sento una mosca bianca. Insomma, la strada sarà pure lunga, ma chi ben comincia e a metà dell'opera.


Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo



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