Dalla Spagna la storia dello stage di Antonio Barroso in una Madrid «non tanto diversa dall’Italia»

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 22 Gen 2011 in Storie

Antonio Barroso, un over 30 di Madrid racconta alla Repubblica degli Stagisti il suo percorso per diventare fonico, in una Spagna tra recessione economica e riforme dell’istruzione che puntano sulla flessibilità degli studi.

antonio barroso stage spagnaA cavallo del Duemila la Spagna aveva conosciuto una crescita vorticosa, ma ora si trova in piena inversione di tendenza: gli ultimi dati Eurostat parlano di una disoccupazione che si aggira attorno al 20,7%.
In questo quadro non è facile inseguire i propri sogni professionali. A volte
però una riforma dell’istruzione aiuta. Antonio Barroso, madrileno, è riuscito a diventare fonico grazie a uno stage “speciale”. A 30 anni, dopo una serie di lavori in tutt’altro campo, decide di riprendere in mano i libri per studiare la materia che l’appassiona da sempre, la musica. «Volevo farne una professione, diventando tecnico del suono», racconta Antonio, che nel frattempo si guadagna da vivere come dj. Così, grazie alla legge 2/2006 del governo Zapatero  - studiata appositamente per favorire l’educazione permanente dei cittadini, l’acquisizione di professionalità e l’accesso al mondo del lavoro - si iscrive a un corso di studi biennale chiamato ciclo de grado superior, nel ramo audio visuale. L’equivalente con il sistema italiano non esiste: per semplificare potremmo dire che si tratta di due anni di studi tecnici, mirati sulla materia di interesse, che prevedono oltre a una tesi finale anche una fase di esperienza in azienda. Uno stage insomma, come accade quando si frequenta un vero master, nonostante il ciclo superior si collochi gerarchicamente dopo il corrispettivo del nostro diploma, e prima dell’università. Superati gli esami del corso, per Antonio – tra febbraio e aprile del 2010 - si aprono le porte di un’azienda, la Sba Radical Sound di Madrid, realtà piuttosto quotata nel settore che si occupa di postproduzione audio per programmi televisivi di successo tra cui Gran Hermano (il Grande Fratello iberico). «E’ stata un’esperienza molto positiva, ho avuto modo di utilizzare strumentazioni di altissimo livello», assicura Antonio, che però spiega che - in quanto a benefits per lo stage - non siamo lontani dal modello italiano: zero rimborsi spese, zero buoni pasto, ma in compenso tanto lavoro da fare e competenze da acquisire. E’ presente un tutor che si occupa della sua formazione - spalmata su 360 ore - con cui Antonio compila quotidianamente un diario sulla sua attività, controfirmata dalla scuola. Lo scopo è permettere alla prossima azienda presso cui ci si candiderà di sapere con esattezza - attraverso una documentazione inoppugnabile – antonio barroso stage spagnale mansioni svolte nello stage, perché in un mercato del lavoro competitivo come l’attuale poter fornire “la prova” di aver prodotto l’audio di una famosa serie tv è senz’altro vantaggioso al momento di un colloquio. Nel caso di Antonio è la scuola stessa a volersi accertare che lo studente stia realizzando un reale percorso di formazione e a contattare l’azienda. «C’era una comunicazione diretta tra l’azienda e la scuola, che voleva essere costantemente al corrente del mio percorso». Passati i tre mesi di stage, per Antonio sfumano le possibilità di essere assunto oppure ottenere un contratto di collaborazione. A causa della grave crisi economica metà del personale aziendale in quel periodo sta infatti per essere licenziato: non è certo il momento di nuove assunzioni. «Non mi aspettavo che arrivasse il lavoro da questo stage, sapevo da prima quali erano le condizioni della nostra economia. Quattro milioni di disoccupati, una situazione allarmante e mai vista prima», riflette. Antonio, che comunque continua a inseguire il suo sogno, prima o poi riuscirà a trovare un lavoro stabile come tecnico del suono, confidando nella ripresa dell’economia spagnola.

Testo raccolto da Ilaria Mariotti


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