«Stiamo lavorando per trasformare le tue idee migliori in rivoluzioni». Con questo slogan che campeggia sull'homepage del sito Roberto Esposito si prepara a lanciare DeRev: «una piattaforma che offre gli strumenti per trasformare un'idea valida in un progetto reale». Un progetto così concreto che è riuscito ad ottenere, prima ancora di essere lanciato, un finanziamento di oltre un milione di euro.
Merito dello spirito di iniziativa di questo 27enne salernitano che - mentre aspetta di discutere il prossimo dicembre la tesi di laurea in Ingegneria aeronautica alla Federico II di Napoli - fonda start-up, scrive libri ed entra persino nel Guinness dei primati. «Il primo sito l'ho messo in Rete a 14 anni e da allora non mi sono più fermato» ricorda «nel 2009 ho fondato crashdown.it, un blog in cui trattavo notizie di attualità in tono cinico e sarcastico: in sette mesi ha raggiunto le 150mila visualizzazioni al giorno». Costato i 50 euro necessari per la registrazione del dominio, è stato rivenduto a 15mila euro nel marzo del 2010.
L'anno successivo è entrato nel Guinness World Record per aver dato origine al post più commentato su Facebook. «Il primato apparteneva alla Zynga, società che produce videogiochi: 292mila risposte ad un unico intervento». Così il giovane ha scritto una nota sul social network blu intitolandola «Questo sarà il post più commentato di Facebook», spiegando quale fosse il suo obiettivo. Risultato? «Oggi siamo a 560mila commenti». E non si è trattato soltanto di un gioco: «Dietro c'era una strategia di marketing: dimostrare che un ragazzo senza un centesimo riusciva a battere un colosso americano».
Lo ha capito GreenPeace che ad aprile 2011 ha coinvolto Roberto Esposito «in una battaglia contro le aziende che lavorano su Internet perché l'energia che alimenta i loro data center è prodotta col carbone». L'obiettivo era quello di sensibilizzare queste realtà rispetto all'uso delle rinnovabili. «Abbiamo creato una pagina su Facebook, che era il paradigma di queste società, con l'obiettivo di realizzare il post più commentato in 24 ore». A fine giornata le repliche erano 80mila, in sedici lingue diverse. Così tanti che «il social network ha subito un rallentamento dei server» e a dicembre dello stesso anno ha accolto l'appello, annunciando di voler passare all'energia pulita.
In questi giorni poi è in uscita per Sperling&Kupfer un libro firmato da Esposito dall'eloquente titolo «Figure di merda», una vera e propria antologia di 'figuracce' raccolte via web dai diretti protagonisti. A metà ottobre invece andrà on line DeRev, abbreviazione del latino De Revolutione, la start-up cui il futuro ingegnere sta lavorando insieme ai suoi due soci programmatori Antonio Mottola e Fulvio Sicurezza, ingegneri informatici rispettivamente di 37 e 38 anni. Si tratta di un srl con un capitale sociale di soli 10mila euro, che pure è riuscita a convincere una società di venture capital come Vertis SGR e un gruppo di business angel guidato da Giulio Valiante e Michele Casucci ad investire 1 milione e 250mila euro sul progetto. Grazie alla prima tranche di questo finanziamento, Roberto Esposito e la sua squadra hanno affittato un appartamento in un antico palazzo del centro di Napoli, installandovi la sede della start-up.
Ma di che cosa si occupa DeRev? «Noi diamo a chi ha un'idea, ma manca di visibilità e di budget, gli strumenti per valorizzarla e metterla in pratica». Che ci si muova nel mondo della cultura, nella tecnologia, che riguardi la politica o una causa in particolare, poco importa. Sul sito c'è tutto ciò che serve per diffondere il proprio progetto. «Innanzitutto c'è una piattaforma di crowfunding», che permette di raccogliere il denaro necessario a sostenere l'iniziativa, quindi «uno spazio per eventuali raccolte di firme o manifestazioni di adesione ad un evento». Ancora, «un blog ed un forum dedicato a ciascun progetto, un canale di streaming live che può essere usato sia per conferenze private che per dibattiti pubblici».
Il ritorno economico arriva da diverse fonti. «Intanto prendiamo una piccola commissione sulle raccolte di fondi, che varia dal 3 all'8 per cento a seconda che si scelga di ritirare l'intera somma a fine campagna o di raccogliere importi minori volta per volta». C'è poi un «sistema di pubblicità integrato»; gli inserzionisti possono scegliere di collegare il proprio messaggio ad un determinato progetto, al quale DeRev devolverà parte degli introiti. Ancora, «le aziende possono fare delle ricerche di mercato creando un sondaggio e pagando sulla base dei voti che ricevono».
L'idea per un'impresa di questo tipo è nata dalla considerazione che «Internet sta diventando uno strumento virtuale che ha una ricaduta fortissima sulla realtà». Per riuscire a farsi conoscere e ad attirare investimenti Esposito ha «messo a punto una presentazione formata da 11 slide, che credo di aver rifatto in almeno 60 versioni», scrivendo poi un fiume di email «alle principali realtà di venture capital per chiedere un appuntamento» e iniziando a partecipare ad eventi pensati per le start-up, come Vulcanica-Mente a Napoli». Alla fine ha trovato delle persone disposte ad investire sul suo progetto, grazie alle quali non solo lui e i suoi soci hanno uno stipendio garantito da DeRev, ma hanno assunto a tempo indeterminato cinque persone per lavorare allo sviluppo dell'azienda. Del resto la sfida è ambiziosa: «Vogliamo diventare leader italiani entro l'estate 2013, quindi espanderci in Europa. Penso che tra un anno e mezzo chiederemo un nuovo finanziamento. Di quanto? Tra i 15 e i 20 milioni».
Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it
Vuoi conoscere altre storie di start-up? Leggi anche:
- Una startupper sarda negli States: «Qui conta il merito. Ma si può fare anche in Italia»
- Guk Kim, il giovane coreano che suggerisce agli italiani dove andare a mangiare: con un'app
- Il mouse diventa smart grazie a cinque giovani startupper mantovani
- Da Viterbo a Parigi passando per l'India, anche la moda fa start-up
- Startupper, nuova rubrica della Repubblica degli Stagisti dedicata ai giovani che creano impresa
Community