Stagisti anziani, i dati: quasi nessuno viene assunto. Nel settore pubblico e in Calabria sono tantissimi

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 02 Dic 2022 in Notizie

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Cosa si sa del fenomeno degli stagisti anziani? Ben poco, a parte il fatto che il loro numero è triplicato nell'ultimo decennio. La Repubblica degli Stagisti ha deciso allora di chiedere al ministero del Lavoro dei dati più precisi su chi sono, dove sono e dove vanno a fare stage non i classici giovani alle prime armi, bensì le tante persone adulte coinvolte ogni anno in attività di tirocinio.

I dati esclusivi che abbiamo ottenuto ci permettono di tracciare finalmente un quadro più preciso. Gli stagisti over 35 complessivamente sono stati in Italia, nel 2021, più o meno 46mila. Il numero resta ancora inferiore al periodo pre-pandemia, considerando che nel 2019 i tirocini per questa fascia di età “over 35” erano stati oltre 54mila, ma è comunque in netta ripresa rispetto ai 38.400 del 2020.
In particolare nel 2021 circa 37.300 sono stati gli stagisti tra i 35 e i 54 anni, in lieve maggioranza donne (53,5% del totale). A questi vanno aggiunti poco più di 8.400 stagisti con 55 anni o più, qui invece con una netta prevalenza di uomini: 5.467 contro 2.941, con una proporzione 65-35%.

Ora però bisogna rispondere a domande più specifiche. Quali sono le Regioni dove sono più frequenti, e quali sono i settori dove i tirocinanti anziani vengono inseriti? Questi tirocini servono davvero per reinserirsi proficuamente nel mondo del lavoro?

stage lavoroCi concentreremo qui esclusivamente sui tirocinanti con più di 55 anni perché è questa la categoria più a rischio: si tratta di persone relativamente vicine alla pensione e che però, rimaste senza lavoro, anziché essere ricollocate con un vero contratto di lavoro vengono costrette a “ripartire dalla casella di via” attraverso questi percorsi
“di formazione”. Per giunta, non essendo il tirocinio appunto un contratto, esso non prevede l’aspetto dei contributi previdenziali: un dettaglio forse trascurabile quando lo stagista ha venti o trent’anni, ma molto importante se invece ne ha cinquanta o sessanta.

Secondo i dati inediti ottenuti dalla Repubblica degli Stagisti, il 22% delle 8.400 persone con oltre 55 anni che hanno fatto una esperienza di tirocinio in tutta Italia nel corso del 2021 ha svolto questa esperienza in una sola Regione: la Calabria. 22% vuol dire che, per ogni cinque stagisti anziani italiani, uno è calabrese. Si tratta di un dato non sorprendente (qui sulla Repubblica degli Stagisti denunciamo il malcostume calabrese di parcheggiare i cinquantenni disoccupati in stage da molti anni) ma comunque allarmante.

In Calabria, per la precisione, ben 1.855 persone in questa fascia di età sono state avviate in stage nel 2021; la Lombardia segue a notevole distanza (1.211), insieme a Emilia Romagna (1.123), Veneto (894) e Piemonte (543).

La Calabria è costantemente in cima a questa classifica anche considerando gli anni precedenti:  perfino nel 2020, anno di scoppio della pandemia e di crollo generale delle attivazioni di stage, in Calabria ne erano stati avviati poco meno di 2mila su persone over 55 (per la precisione 1.925), quasi il doppio rispetto alle Regioni successive in lista, l’Emilia Romagna (979) e la Lombardia (947); a seguire, molto distanziati, Veneto (678) e Piemonte (414).
Idem per il 2019: la Calabria già svettava con 1.408 stagisti con più di 55 anni; con la Lombardia al secondo posto di questa particolare classifica con 1.265 tirocinanti anziani, seguita da Veneto (1.218), Emilia Romagna (1.193) e Piemonte (646). Tutte le altre Regioni avevano e hanno invece numeri molto più bassi.

Tale concentrazione di tirocinanti anziani in Calabria appare irragionevole specialmente se si considera la densità di popolazione: sulle poco meno di 59 milioni di persone residenti in Italia oggi, solo meno di 1 milione e 850mila vivono in Calabria. Vuol dire il 3% della popolazione italiana.
Ma pur avendo solo il 3% della popolazione italiana, la Calabria ha il 22% degli stagisti anziani di tutta Italia! Una disproporzione che dimostra come lo strumento del tirocinio venga abusato, in questo territorio, per supplire alla mancanza di opportunità di lavoro, e come una sorta di improprio “ammortizzatore di ultima istanza” per quelle persone che hanno esaurito le modalità “legittime” di sussidio di disoccupazione.

Dunque una prima conferma che arriva da questi dati è che c’è un enorme problema-Calabria quando si parla di tirocinanti anziani.

Attenzione inoltre a un’altra cosa: i tirocinanti over 55 nel 2019 sono stati 8.813, nel 2020 7.244 e nel 2021 8.408. Ma i tirocini attivati in favore di persone over 55 sono stati un po’ di più: per la precisione 9.783 nel  2019, 8.049 nel 2020 e 9.595 nel 2021. Questo perché il primo numero si riferisce alla quantità di tirocinanti (cioè le singole persone avviate a questo tipo di percorsi), e il secondo numero alla quantità di tirocini (cioè dei percorsi attivati). Quindi c’è chi fa più di un tirocinio nello stesso anno. La differenza tra numero di tirocini e numero di tirocinanti è comunque sufficientemente irrilevante da permettere, qualora ci siano dati espressi in una sola modalità e altri dati espressi nell’altra, di considerarli comunque confrontabili.

Un altro tema fondamentale è: dove vengono mandate a fare il tirocinio queste persone prossime alla pensione?

Gli stagisti anziani vanno per una schiacciante maggioranza in uno specifico settore: la “Pubblica amministrazione, Istruzione e sanità”. Qui sono stati infatti inviati 4.422 dei 8.408 stagisti over 55 del 2021. E’ una quantità decisamente sproporzionata rispetto al dato generale: dei 329.500 tirocini extracurricolari attivati in tutto il 2021 in tutte le classi di età, solo meno di 38mila sono stati quelli nel settore Pubblica amministrazione (che, in effetti, solitamente preferisce accogliere tirocinanti curricolari). L’11,5% del totale. Ma quando si tratta di tirocinanti over 55, magicamente questa percentuale si trasforma in 53%.

Lo stesso vale per gli anni precedenti: dei 7.244 cinquantacinque-sessantacinquenni avviati a percorsi di tirocinio nel 2020, addirittura il 56% (oltre 4mila) erano stati inseriti proprio nel settore della Pubblica amministrazione. Dato simile anche nel 2019: 8.813 stagisti anziani, 47% finiti in qualche ufficio della pubblica amministrazione.

Dire che il tema è urgente da affrontare è dire poco: qui siamo di fronte a una vera e propria emergenza. Ha senso far fare stage a persone over 50? Se ha senso, qual è l’obiettivo primario? Dar loro nuove competenze? Quanto dovrebbe durare al massimo uno stage per una persona di quell’età, considerando che ogni mese di stage è un mese in cui quella persona non percepisce una vera retribuzione e contributi per la pensione? E che dunque ogni mese in più va ad allargare il “buco” nella sua storia previdenziale, con conseguenze nefaste sulla pensione futura?

E sopratutto, se l’obiettivo non è imprigionare questa persona in un tirocinio senza fine bensì permetterle di trovare un nuovo lavoroQuanto spesso questo accade per le persone over 55? E quanto ha senso mandarle negli enti pubblici, se poi quegli enti pubblici non possono assumerle neanche volendo, perché le assunzioni nella pubblica amministrazione avvengono tramite concorso?

E qui arrivano gli ultimi dati inediti ottenuti dalla Repubblica degli Stagisti.

Innanzitutto, quando si parla di tirocinanti anziani, bisogna sapere che circa uno su tre fa uno tirocinio “finalizzato all’inclusione sociale”. Nel 2021 il 45,3% dei 9.595 tirocini totali attivati su over 55 era di questo tipo; e andando a ritroso, nel 2020 la percentuale era 43% (8.049) e nel 2019 il 32,7%.

Tecnicamente si chiamano “tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione” e sono pensati per aiutare le persone
prese in carico dal servizio sociale e/o dai servizi sanitari competenti”. A differenza dei tirocini extracurricolari normali, che solitamente hanno una durata massima di 12 mesi (poi ovviamente dipende dalle diverse normative regionali) elevabili a 24 solo in caso di tirocinanti portatori di handicap o di categorie “protette”, i tirocini di inclusione sociale possono durare il doppio, 24 mesi, e perfino essere prorogati oltre questa soglia. E questo, si capisce, è una porta spalancata verso gli stage infiniti.

stage lavoroProva ne sia che pochissimi dei tirocini avviati “a favore” (tra molte virgolette…) di persone over 55 portano a un lavoro: secondo i dati del ministero, solo il 9,3% dei 9.595 tirocini attivati nel 2021 è sfociato nell’ “attivazione di un rapporto di lavoro con stesso datore entro sei mesi dalla fine del tirocinio”. Solo il 9 per cento. Meno di uno su dieci.

E’ davvero venuto il momento di ripensare in maniera radicale lo strumento dello stage, e di scegliere se continuare a permettere che sia usato per far perdere tempo, e spesso illudere, migliaia e migliaia di persone di cinquant’anni e oltre. Quando era ministra della Gioventù, l'attuale premier Giorgia Meloni in una videointervista alla Repubblica degli Stagisti si era detta favorevole ad aumentare le «garanzie rispetto all’utilizzo degli stage» e introdurre «paletti molto più restrittivi sul tipo di lavoro e l'ambito in cui può essere utilizzato lo stage, ancorandolo al periodo di istruzione  e anche al dato anagrafico». Presidente Meloni, vogliamo riprendere il discorso?


La foto di apertura dell'articolo è di cleber true23, tratta da Pixabay in modalità Creative Commons

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