Marianna Lepore
Scritto il 31 Mar 2020 in Notizie
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In questo periodo in cui tutti cercano di rimanere in casa rispettando i decreti del Governo c’è molto più tempo per scandagliare il web, in cerca di buone opportunità per i mesi a venire. Un bando da non lasciarsi sfuggire è certamente il tirocinio presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea. La buona notizia è la conferma del rimborso spese mensile di 1.177 euro, quella un po’ meno buona è che il rapporto tra domande presentate dagli italiani e numero di ammessi è solo il sette per cento. L’organo con sede nella città di Lussemburgo è stato istituito negli anni Cinquanta e interpreta il diritto dell’Ue per garantire che sia applicato allo stesso modo in tutti gli Stati membri, oltre a dirimere le controversie giuridiche tra governi nazionali e istituzioni europee.
Ancora una volta anche per l’ultima sessione di domande, quella di settembre, per cui sono ora in corso gli stage, «gli italiani sono stati il primo paese per numero di richieste con 148 candidature sul totale di 483, seguiti dai francesi, con 106, e dalla Spagna con 39 domande» conferma alla Repubblica degli stagisti Sofia Aktipis, della Direzione della comunicazione della sezione italiana dell’unità stampa e informazione della Corte di giustizia europea. Questa volta il numero di ammessi italiani è più alto del solito, visto che sono stati ben 10: con un fortissimo sbilanciamento a favore delle donne, ben nove a uno. In questo caso primo Paese per numero di stagisti presenti ora all’interno della Corte è la Francia, «con 21 stagisti, seguita dall’Italia con 11, ma tra questi c’è anche uno stagista non remunerato che non ha fatto parte della selezione di settembre» continua Sofia Aktipis «e poi la Germania con nove tirocinanti». Un rapporto decisamente migliore rispetto al tirocinio cominciato nel settembre 2019: in quella tornata il nostro Paese era come sempre risultato il primo per numero di application, 144, seguito da Francia, Grecia e Spagna con rispettivamente 101, 70 e 50 candidature, ma solo cinque erano stati gli italiani selezionati a fronte di ben tredici francesi, nove tedeschi e sette spagnoli; greci e irlandesi erano stati rispettivamente cinque e cinque.
Anche lo stage al momento in corso non è stato immune dal caos generato dall’emergenza del Coronavirus. «La Corte ha preso le misure necessarie per proteggere la salute degli stagisti durante l’attuale crisi sanitaria» spiega Aktipis alla Repubblica degli Stagisti. «È quindi stato chiesto a tutti gli stagisti di lavorare da casa. Lo smart-internshipping può essere effettuato sia dalla residenza qui a Lussemburgo sia da quella del paese d’origine, visto che la Corte ha autorizzato chi lo desiderasse a tornarci». L’organo europeo ha, però, permesso anche la sospensione degli stage o la loro interruzione per chi ne facesse richiesta. Si spera, però, che l’emergenza Covid19 rientri il prima possibile e che il problema sia completamente superato per quando questi nuovi tirocini prenderanno il via.
Agli stagisti selezionati oltre al rimborso spese mensile arriverà anche «un contributo alle spese di viaggio di 150 euro ai tirocinanti retribuiti il cui luogo di residenza è situato a una distanza geografica di 200 chilometri o più dalla sede della Corte di giustizia dell’Unione europea». Gli stagisti selezionati saranno distribuiti in tutti i dipartimenti e nello specifico, spiega Aktipis, «nella direzione della traduzione giuridica, del servizio di ricerca e documentazione, del servizio di comunicazione, come anche nella direzione del servizio di protocollo e visite, della biblioteca, o presso un consigliere giuridico per gli aspetti amminsitrativi, alla cancelleria del tribunale e alla direzione dell’interpretazione e presso i gabinetti dei membri della Corte e del Tribunale».
Per quanti avessero voglia di provare questa esperienza non bisogna quindi lasciarsi scappare la nuova finestra per fare domanda per uno stage: il termine ultimo è la mezzanotte di mercoledì 15 aprile. L’opzione di scelta è tra un tirocino nei dipartimenti della Corte e uno nei servizi. Se interessati bisogna, quindi, fare domanda attraverso l’applicazione Eu Cv online: si deve prima fare la registrazione, poi selezionare il tirocinio di interesse e a quel punto completare in inglese, francese o tedesco la lettera motivazionale, poi elencare le principali materie di studio affrontate nel proprio percorso di studi e infine indicare anche se si vuole fare domanda per tutti gli uffici della Corte di giustizia e tutti gli uffici del Tribunale o se si preferisce far domanda solo in alcuni di questi.
Se si supera il processo di selezione allora bisogna trasferirsi nella città di Lussemburgo dove svolgere il tirocinio dal 16 settembre al 15 febbraio 2021 per i tirocini nei gabinetti e dal primo ottobre di quest’anno al 28 febbraio del prossimo per i tirocini nei servizi. Si entrerà così a far parte di una grande macchina organizzativa che secondo gli ultimi dati disponibili, riferiti al 31 dicembre 2019, conta oltre 2.200 dipendenti di cui più di mille e trecento donne (il sessanta per cento) e quasi 890 uomini tra funzionari, agenti temporanei e contrattuali, con un’età media di 45 anni. Se non si superasse la selezione si potrebbe ripresentare la domanda tra il primo luglio e il 15 settembre per svolgere eventualmente lo stage a partire dal primo marzo 2021.
Per avere più probabilità di essere selezionato è consigliata una buona conoscenza della lingua francese, scritta e orale. Oltre a una conoscenza delle materie giuridiche. Tanto che Eleonora Montserrat Pappalettere, della direzione della comunicazione dell’ufficio stampa della Corte di giustizia europea, aveva già precisato alla Repubblica degli Stagisti che «la laurea in giurisprudenza offre maggiori chances, visto che anche il servizio di traduzione della Corte si avvale di giuristi linguisti e non di semplici traduttori, così come l’ufficio stampa e informazione della Corte richiede competenze giuridiche». In pratica aiuta sapere cosa fa la Corte di giustizia dell’Unione europea, che si pronuncia sulle controversie tra governi nazionali e istituzioni europee e interpreta il diritto comunitario per garantire che sia applicato allo stesso modo in tutti gli Stati membri.
Gli italiani, si diceva, sono quelli che più fanno domanda per questi stage e sono i numeri delle varie sessioni a dimostrarlo, dato che rappresentano più o meno sempre quasi un terzo dei candidati: per la tornata cominciata a ottobre 2018 su 615 application totali 187 provenivano dal nostro Paese, e per quella iniziata a febbraio 2019 il rapporto era simile: 169 richieste italiane su 576 totali. Se il numero di candidati fosse proporzionato al numero di cittadini dell'Unione europea, le application dall'Italia non dovrebbero superare il 12% – dato che i 60 milioni di cittadini italiani rappresentano più o meno il 12% dei 513 milioni di cittadini europei. Il fatto che invece i candidati italiani siano il triplo dimostra la “fame” che i giovani italiani hanno di opportunità come queste.
Al di là dei numeri, la competizione è molto alta perché le domande sono sempre molte e le posizioni aperte circa 50. Arrivata la scadenza, le varie candidature vengono inoltrate ai capi servizio che le esaminano e selezionano in base alle necessità dell’ufficio. E visto che la maggior parte dei servizi ha uno o due posti per ciascun priodo di tirocinio, ogni candidato sarà in competizione con altre 200-400 persone. Questo spiega perché i candidati finali selezionati siano altamente qualificati e perché di solito c’è un forte sbilanciamento tra domande e selezionati.
Ai tanti interessati a questa opportunità conviene quindi raccogliere bene le idee e approfittare della quarantena forzata di questi giorni per tentare anche questa opportunità e magari, nel settembre di quest’anno, iniziare un’esperienza altamente formativa.
Marianna Lepore
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