Servizio volontario europeo: centinaia di opportunità tra volontariato e formazione

Marta Traverso

Marta Traverso

Scritto il 17 Mag 2012 in Approfondimenti

Nel 2007 il programma europeo Gioventù in Azione, istituito da Commissione europea, Parlamento europeo e dagli Stati membri dell'Unione, ha istituito un'opportunità di volontariato a costo zero per giovani tra i 18 e i 30 anni. La mission dello SVE (Servizio Volontario Europeo) è promuovere la cittadinanza attiva dei giovani dell'Unione Europea, offrendo loro l'opportunità di svolgere un'attività non lucrativa a beneficio della collettività: in concreto, si tratta di un'esperienza che permette ai ragazzi di conoscere una differente realtà culturale e perfezionare le loro competenze linguistiche. Sono circa 1.400 i volontari italiani che, dal 2007 al 2010, hanno fatto questa esperienza, con una media di 350 partecipanti all'anno.
Ma quali sono le caratteristiche dello SVE e come vi si può accedere?
Si tratta di un progetto di volontariato destinato a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che possono trascorrere un periodo dai due ai dodici mesi (variabile a seconda del progetto scelto) in un Paese europeo o in anche extraeuropeo (tra quelli partner dell'iniziativa).
Enti e associazioni di questi Paesi presentano un progetto le cui caratteristiche ricordano da vicino quelle dei progetti di Servizio Civile Nazionale: si tratta di progetti legati ad attività con i bambini, con categorie svantaggiate (anziani, disabili, ecc), oppure progetti di promozione culturale o tutela dell'ambiente. Ogni progetto ha una durata variabile, prevede un numero variabile di volontari e può essere o meno rinnovato a discrezione dell'ente stesso e dei fondi a disposizione: una volta approvato dal programma Gioventù in Azione, il progetto viene inserito in un database consultabile liberamente dagli aspiranti volontari, allo scopo di invididuare quello più vicino alle loro attitudini e interessi.

stage lavoroAnche se è ufficialmente considerato attività volontaria non remunerata, di fatto prevede alcune agevolazioni economiche: in primo luogo la partecipazione allo SVE è completamente a carico dell'ente ospitante, ossia il volontario è spesato di tutti i costi del viaggio di andata e ritorno, dell'alloggio, della copertura sanitaria, deltrasporto locale e della formazione linguistica e specifica per le attività previste nel progetto. Il volontario percepisce inoltre un pocket money mensile, variabile in base al costo della vita del Paese di destinazione e alle spese vive previste dal progetto: l'importo varia dai 60 € mensili della Romania ai 140 € mensili della Danimarca. L'elenco dettagliato del rimborso Paese per Paese è consultabile nella "Guida al programma Gioventù in Azione" sul sito di Agenzia Giovani (pag. 68-71).

Si tratta dunque di un'attività di volontariato che - pur non facendo ricevere uno stipendio vero e proprio - consente ai giovani di vivere questa esperienza formativa e di lavoro totalmente (o quasi) a costo zero.

Attenzione, però. Anche se l'omonimia può generare confusione, lo SVE è un percorso molto diverso da quello del Servizio Civile Nazionale. Le principali differenze sono due: la prima è che il Servizio Civile Nazionale è regolato da un bando che viene pubblicato in genere una volta l'anno, con un numero ben preciso di progetti e di posti disponibili. Nel caso dello SVE non esiste un bando né un numero fisso di progetti né di posti a disposizione, ma i progetti e il relativo numero di volontari variano a seconda del periodo, degli enti ospitanti e delle attività specifiche. La seconda differenza è che per accadere al Servizio Civile Nazionale è obbligatorio fare domanda per un solo progetto, pena l'esclusione da tutti i progetti; a seguire c'è una selezione e viene stilata una graduatoria dei candidati selezionati. Viceversa, chi vuole partecipare allo SVE può fare domanda a un numero potenzialmente illimitato di associazioni: le organizzazioni che fanno da intermediarie fra enti e volontari consigliano ai ragazzi di fare un numero non inferiore ai 60-70 domande, per aumentare così le probabilità di essere ricontattati. Nello SVE non ci sono selezioni né graduatorie, la dinamica che lo regola è di fatto molto simile a quella di una normale ricerca di lavoro: si contattano più enti possibili nella speranza di essere richiamati.
stage lavoroPer partecipare allo SVE è necessario prendere contatti con l'ente di invio della propria città, che di norma è l'ente che si occupa a livello cittadino e/o regionale delle attività di volontariato: l'elenco completo delle organizzazioni di invio è consultabile sul Database europeo degli enti SVE accreditati, inserendo i dati nei campi "Country", "Town" e "Type of accreditation" (in quest'ultimo punto selezionare "Sending organisation").
Qualche esempio: a Roma se ne occupa l'associazione Oikos, a Torino Informagiovani, a Milano  Ciessevi (vedi foto). Si è aiutati nella scelta del progetto e nel contatto con il potenziale ente ospitante, e si è supportati in tutte le pratiche burocratiche in vista della partenza. È possibile consultare il database delle associazioni sulla pagina dedicata nel sito dell'Unione Europea: analogamente al Servizio Civile Nazionale, si può ricercare il progetto di proprio interesse per Paese o per attività, valutando ciò che è più affine alle proprie attitudini e capacità.
Quando si può fare domanda? Nell'arco dell'anno sono previste cinque scadenze per la presentazione dei progetti da parte delle associazioni, ciascuna delle quali in vista di un diverso periodo di partenza: 1 febbraio (per partenze dal 1 maggio al 30 settembre), 1 maggio (dal 1 settembre al 31 gennaio), 1 ottobre (dal 1 dicembre al 30 aprile).

Marta Traverso

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