Rai, presto una nuova selezione per assumere cento giornalisti nei prossimi tre anni

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 18 Giu 2019 in Notizie

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Una nuova selezione pubblica per giornalisti: questo ha deciso qualche giorno fa il consiglio di amministrazione della Rai. Una decisione che probabilmente deriva dal fatto che la graduatoria dell’ultima selezione, svolta nell’estate del 2015, ha cessato la sua validità a ottobre dell'anno scorso.

Una scelta in linea con quanto l’
Usigrai aveva chiesto già da mesi e ribadito da Vittorio di Trapani, segretario del sindacato dei giornalisti, alla Repubblica degli Stagisti proprio allo scadere della graduatoria. «In pochi anni arriviamo a fare una seconda selezione pubblica e per me, come sindacato, è un titolo di merito» spiega oggi il segretario: «Sono molto orgoglioso di questo».

Insomma: selezione pubblica come strada maestra per assumere giornalisti in Rai. Una buona notizia visto anche che nella storia dell’azienda televisiva due selezioni di professionisti in così poco tempo non c'erano mai state. «Da quando abbiamo fatto la prima selezione», continua il segretario Usigrai, «abbiamo assunto duecento persone. E con la prossima ne assumeremo altre. Una risposta chiara e netta a chi ancora oggi prova a raccontare il luogo comune che in Rai si entra per raccomandazione». Val la pena di ricordare anche le procedure avviate negli ultimi anni per gli interni – giornaliste e giornalisti che in azienda lavoravano già, ma senza il giusto contratto – e nel corso degli ultimi sei-sette anni attraverso altre due selezioni hanno avuto la possibilità di veder riconosciuto il lavoro giornalistico.

Quando la decisione del Cda è stata resa nota, sono cominciate a circolare anche ipotesi sui numeri dei giornalisti che saranno selezionati, ma su questo punto è bene essere cauti: «Bisogna prima capire quale sarà la validità della prossima graduatoria per calcolare il cosidetto turn over delle persone che nei prossimi anni andranno in pensione e dovranno essere sostituite», ragiona Di Trapani. E verificare quale sarà l’attuazione del piano industriale. Perché «se la validità coinciderà con l’attuazione e quindi con lo sviluppo urgente sul web è ovvio che sarà necessario calcolare più risorse per dare il via al nuovo piano». Fino ad allora mettere cifre nero su bianco è difficile. Ma probabilmente un numero intorno a cento, lo stesso fissato inizialmente l’ultima volta, è credibile. Del resto «in tre anni i numeri di pensionamenti girano intorno a queste cifre» conferma il segretario Usigrai.

Ora il confronto tra azienda e sindacato andrà avanti, partendo dall’esperienza di cinque anni fa e giudicando cosa è stato positivo e cosa invece può essere migliorato. All'epoca c'era stata una prova scritta iniziale a domanda multipla, che aveva coinvolto circa 2.600 candidati, che aveva comportanto una prima scrematura; e poi una seconda fase con altre prove selettive. Tutto sta a vedere se si deciderà di procedere sulla stessa linea o di cambiare.

Una cosa però è certa: «Questa volta la selezione sarà fortemente ancorata su base territoriale». Un punto critico della precedente selezione, infatti, fu che a molti dei giornalisti selezionati la Rai chiese trasferimenti in sedi molto lontane dalla propria residenza, e peraltro con dei tempi ristrettissimi per fornire una risposta e lo spauracchio di venire eliminati dalla graduatoria in caso di rifiuto. «L’altra volta
era stato adottato un meccanismo simile a quello della magistratura» spiega di Trapani «per cui in ordine di graduatoria si sceglievano i posti disponibili. Determinando però il problema dei trasferimenti». Questa volta, invece, «stiamo valutando dei meccanismi che ancorino al territorio, in modo che ognuno possa aspirare a dei posti disponibili nelle Regioni che gli interessano». I vuoti di organico, infatti, riguardano tutto il territorio nazionale e a questi si aggiungono anche le richieste di trasferimenti di colleghi assunti a cui si potrebbe dare risposta con nuove immissioni.

Ai tanti che hanno accolto la notizia della nuova selezione con gioia si affiancano però anche quelli che parteciparono alla precedente, superando la prima prova del test a risposta multipla e rientrando, quindi, in una graduatoria di quattrocento persone che, da bando, potevano affrontare le altre sette prove di idoneità. Senza però classificarsi nelle prime duecento posizioni. Dalla pubblicazione dei risultati è stato costituito un Comitato per l’informazione pubblica costituito da un centinaio di giornalisti rientranti in questa casistica che ha a più riprese rivendicato il diritto di estinguere la graduatoria della selezione prima di procederne a una nuova: cioè esaurire il bacino di idonei di cinque anni fa anziché (o prima di) crearne un altro. E ora, con gli ultimi sviluppi, il Comitato ha già annunciato di non escludere l’azione penale e la segnalazione alla Corte dei Conti per accertare ogni responsabilità.

Ma di Trapani, come già ribadito in passato, precisa: «La definizione di idonei nel bando non c’era. Dalla prima prova si decise da accordo sindacale di portare alle prove professionali quattrocento persone. Ma queste non rappresentavano una lista di idoneità: solo quelli che erano passati dalla prima alla seconda fase. La graduatoria è stata determinata dalle sette prove professionali e nell’ambito della sua validità siamo riusciti ad assumere duecento persone. È evidente che allo scadere della graduatoria questa decade. Dopo di che, se un giudice dovesse dare loro ragione in sede giudiziaria, io rispetterò le sentenze, ma ad oggi so, visto che ho firmato io l’accordo sindacale, che quella graduatoria scadeva dopo tre anni dalla sua pubblicazione».

Adesso non resta che aspettare gli sviluppi degli incontri tra le parti – azienda e sindacato – con l’auspicio che si proceda quanto prima, magari entro il termine della pausa estiva, alla raccolta delle candidature. Augurandosi, vista la precedente esperienza, che questa volta più delle polemiche a fare notizia siano le assunzioni.


Marianna Lepore

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