Da Trento a Torino, a 24 anni Sabrina lavora già a tempo indeterminato in Spindox

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 07 Nov 2015 in Storie

Spindox

È un lavoro stimolante e in linea con i miei studi: mi ritengo fortunata

 

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Sabrina Rizzon, 24 anni, analista junior a tempo indeterminato per Spindox, a Torino.

Sono nata a Borgo Valsugana, vicino Trento, nel febbraio 1991. Qui sono cresciuta felicemente con i miei genitori e mio fratello, iscrivendomi poi al liceo classico del capoluogo, preludio al mio percorso universitario. Amo tenermi occupata al di fuori dello studio e fino ai 19 anni ho giocato a pallavolo a livello agonistico, imparando presto il senso del dovere e delle regole. Ho abbandonato lo sport solo poter lavorare come barista e cameriera nei weekend, un'occupazione che mi ha insegnato a stare in gruppo, ad avere rapporti sociali con le persone più disparate, e a fare sacrifici. Lavorare mentre si studia richiede tenacia e grande forza di volontà.

Nonostante gli studi classici
, all'università ho scelto Ingegneria dell'informazione e organizzazione d'impresa a Trento, senza incontrare particolari difficoltà. È stato un percorso regolare, che si è concluso poi con uno tirocinio trimestrale su cui ho basato la tesi triennale. Da marzo a maggio 2013 infatti sono stata business analyst in ambito ICT per la fondazione Bruno Kessler, conducendo l'analisi "as-is" dei processi di assunzione dei dottori di ricerca presso l'istituto, con successivo sviluppo dei dati e ottimizzazione dei processi. Il tirocinio, benché privo di compenso e senza seguito, è stato uno step fondamentale nella mia formazione accademica e professionale, la prima volta che mi sono messa alla prova nel mondo del lavoro, applicando quello che avevo studiato.

Ottenuta la laurea triennale a settembre 2013, mi sono trasferita a Torino per studiare Ingegneria gestionale al Politecnico. Il corso si teneva completamente in lingua inglese, una scelta che ho fatto sia per cultura personale che per garantirmi una più ampia scelta occupazionale in futuro. Nell'ultimo semestre era previsto un tirocinio curriculare oppure un Erasmus e io ho optato per il primo, in virtù dell'esperienza professionale che potevo ricavarci. Su consiglio di un docente, quindi, a dicembre 2014 ho contattato l'ufficio HR dell'azienda di sistemi informativi Spindox, ricevendo subito una risposta, che mi ha portato a sostenere il primo colloquio via Skype con l'addetto allo sviluppo HR. Poi c'è stato un secondo colloquio, in azienda, con uno dei project manager. Entrambi hanno avuto un riscontro positivo e a febbraio 2015 ho iniziato il mio stage.

Sono stata inserita in un progetto di Automotive con il ruolo di junior PMO, occupandomi di analisi dello stato di alcuni processi aziendali, modellizzazione tramite flow-chart, identificazione di ruoli e responsabilità e benchmark di mercato. Fin da subito il team di lavoro mi ha dato autonomia e responsabilità, valorizzando le competenze acquisite all'università: non mi sono mai sentita sottovalutata o non considerata. Lo stesso posso dire degli altri colleghi di Spindox, con cui ho creato un rapporto di complicità e fiducia. L’azienda mi ha garantito un rimborso spese di 600 euro mensili, buoni pasto da circa 5 euro l'uno e computer aziendale.

Poco prima che lo stage terminasse, l'ufficio HR ha organizzato un confronto consuntivo: io e l'azienda ci siamo confrontati su quanto fatto e sugli obiettivi raggiunti e alla fine ho ricevuto una proposta di assunzione a tempo indeterminato con una ral di circa 23mila euro
, che ho accettato entusiasta. Dopo l’assunzione ho mantenuto le mansioni dello stage, iniziando a lavorare anche su un altro progetto: lo sviluppo di un'applicazione mobile in cui sono chiamata a capire i bisogni e le richieste del cliente per trasformarli in requisiti funzionali necessari agli sviluppatori. Lo stipendio mi permette di vivere autonomamente a Torino, dove da quasi due anni condivido un appartamento con un'altra ragazza. Insomma, ho trovato un’occupazione stimolante, inerente al mio percorso di studi e con buone possibilità di crescita: non posso che ritenermi fortunata.

Certo, sono stata caparbia, ma soprattutto devo ringraziare i miei genitori che finora mi hanno sostenuto non solo emotivamente, ma anche economicamente: senza il loro appoggio, il mio percorso sarebbe risultato sicuramente più ostico, se non impossibile. Sono convinta che impegnandosi, e perseverando, i risultati arrivano, e spero che questo messaggio arrivi a tutti coloro che stanno cercando lavoro o lo faranno.

Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo

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