«La crisi c'è, ma esistono ancora aziende che vogliono investire sui giovani», come Sic con Giulia

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 05 Gen 2019 in Storie

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Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Giulia Labarile, 28 anni, oggi con un contratto a tempo indeterminato in Sic.

Sono di Bari, città con cui ho un rapporto di odio e amore. Un conflitto che nasce dalle scarse possibilità lavorative che offre la mia regione, con la conseguenza di un sempre più diffuso sentimento di rassegnazione tra i giovani – che finiscono per accettare qualsiasi lavoro gli venga offerto, spesso sottopagato o in nero, convinti che le cose ormai non possano più essere cambiate. È un circolo vizioso: il lavoro è visto come una forma di ricatto sociale, spesso sostenuto dalla classe politica che quasi spinge i propri ragazzi ad andare via o accettare il sistema così com’è senza provare a cambiarlo.

Una volta presa la maturità scientifica, nel 2009, ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Scienze della comunicazione, indirizzo marketing e mercati internazionali presso l’università di Bari “Aldo Moro”. Un indirizzo scelto perché in stretta collaborazione con la facoltà di economia e perché mi permetteva di acquisire conoscenze in ambito comunicativo, pubblicitario ma anche commerciale ed economico. Presa la laurea di primo livello ho deciso di completare i miei studi con qualcosa che mi desse conoscenze più concrete. Così nel 2012 mi sono iscritta al master in Marketing della Fondazione Istud, un percorso di sei mesi, da ottobre a marzo 2013 orientato all’acquisizione di competenze di tipo economico e commerciale.

Un’esperienza che è stata tra le più belle e pregnanti della mia vita: ho stretto legami di amicizia molto forti e vissuto per la prima volta lontano da casa, imparando a condividere spazi e abitudini. Il master ha sede sul lago Maggiore, a Baveno vicino a Stresa, dove vivevo in un residence convenzionato insieme ai miei compagni di corso. Il costo è stato sicuramente alto, 12mila euro, e non sarei mai riuscita a iscrivermi senza l’aiuto dei miei genitori. Per me il master è stato un’esperienza che ripeterei, ma è fondamentale informarsi molto bene prima di iscriversi e verificare che il percorso scelto abbia una serie di accreditamenti, come quello Asfor, che certificano la qualità e serietà dell’università o ente scelto.

Grazie al master ho iniziato nel maggio 2013 uno stage nella multinazionale del settore alberghiero Accor. Ero assegnata al dipartimento marketing e affiancavo il brand manager per gli hotel della fascia economica del gruppo, con un rimborso spese di 700 euro più mensa aziendale. Mi occupavo di sviluppare i materiali di comunicazione degli hotel e di seguire le attività di pubbliche relazioni e fornivo supporto alle attività di marketing operativo. L’azienda ha sede a Milano e, quindi, ho dovuto cercare casa lì e trasferirmi. Gli affitti in città sono molto cari e non sarei riuscita ad affrontare il costo con il solo rimborso spese dello stage, senza l’aiuto dei miei genitori. Sapevo fin dall’inizio che quel tirocinio non era finalizzato all’assunzione. Per me, però, non era rilevante perché era la mia prima esperienza lavorativa e la stabilità del contratto era in secondo piano: contava di più l’aspetto formativo e la possibilità di lavorare in una grande azienda.

L’esperienza in Accor si è conclusa a maggio 2014 al termine del secondo rinnovo dello stage e a settembre dello stesso anno ho iniziato un nuovo stage di sei mesi in Mcbride, una multinazionale nel campo chimico per prodotti per la cura della persona e della casa, con sede a Bergamo. Qui avevo un rimborso spese di 800 euro più ticket da 8,50 euro al giorno. L’offerta di stage mi era stata segnalata dall’ufficio placement del master. Ho avuto un primo colloquio con il responsabile delle risorse umane e un secondo con il mio direttore responsabile: la selezione è stata veloce e dopo pochi giorni sono stata confermata.

Così ho deciso di trasferirmi a Bergamo, dove avrei lavorato, e di cercare una nuova casa! Adattarsi a questa nuova città è stato semplice e immediato, anche grazie ai nuovi colleghi che mi hanno subito accolta. In Mcbride affiancavo il category manager nella creazione di reportistiche per la misurazione dei dati di vendita e dei conseguenti impatti su fatturati e margini oltre alla preparazione di presentazioni per il commerciale. Finito lo stage, a febbraio 2015, mi è stato proposto un contratto di sei mesi a tempo determinato con ottime prospettive di conferma e una retribuzione di 1.400 euro. Purtroppo una riorganizzazione aziendale unita a un periodo di generale crisi hanno portato all’impossibilità di confermarmi a tempo indeterminato e così, al termine del contratto, nel settembre 2015 si è conclusa la mia seconda esperienza lavorativa.

Quella in Sic, invece, è cominciata a maggio del 2016, quando ho risposto a un annuncio online in uno dei tanti siti di offerte di lavoro. Si cercava una persona che si occupasse di segreteria tecnica per una software house del settore Oil & Gas a Milano, zona piazzale Loreto. Il ruolo consisteva nell’organizzare e smistare le attività di assistenza e supportare gli sviluppatori.

Il processo di selezione è stato abbastanza rapido: dopo un primo colloquio sono stata contattata per un incontro in azienda, per lo più conoscitivo e motivazionale. Il secondo e ultimo colloquio, invece, è stato più tecnico: mi è stata spiegata nel dettaglio la posizione e ho avuto l’opportunità di affiancare una collega che mi ha mostrato concretamente cosa avrei fatto. È andato bene e il giorno stesso mi è stato proposto uno stage di sei mesi con un rimborso spese di 800 euro più buoni pasto da 7,50 euro.

Prima di fare il colloquio avevo letto sulla Repubblica degli Stagisti alcune informazioni su Sic – prima di presentarmi ai colloqui sono, infatti, abituata a cercare notizie sulle aziende dove vado – e certo non era la prima volta! Conoscevo da tempo questa testata e spesso mi sono candidata a posizioni pubblicate sulla vostra pagina, riuscendo anche a ottenere colloqui con aziende importanti. Leggevo costantemente il sito per tenermi informata sulle novità nel panorama stage e per conoscere le aziende virtuose. E penso che il lavoro e lo sforzo fatto per pretendere rispetto e chiarezza sull’utilizzo degli stage sia molto importante e andrebbe sostenuto da tutte le realtà aziendali!

Mi sono quindi presentata al colloquio in Sic e resa subito conto che in azienda c’era un clima informale e di collaborazione. Un’ottima impressione confermata durante lo stage, con un buon rapporto con colleghi e tutor che mi hanno fatto sentire parte integrante dell’azienda. I mesi di stage sono scivolati via avendo sempre più responsabilità, fiducia e progetti nel mio lavoro.

Finito lo stage, a gennaio 2017 mi è stato proposto un contratto a tempo indeterminato con una retribuzione mensile di 1.300 euro più buoni pasto. Una grande sorpresa: l’azienda mi ha dato fiducia e ha creduto nelle mie potenzialità e oggi sento moltissimo la responsabilità di non deludere i miei colleghi. Mi sento fortunata ad aver trovato un’azienda seria come Sic in un momento in cui molte altre attraversano periodi di crisi e le uniche logiche vigenti sono di contenimento dei costi.

Appena entrata in Sic ho iniziato a occuparmi della gestione delle richieste di assistenza attraverso un portale specifico di un cliente molto importante per la società. Prendevo in carico i ticket e mi assicuravo che tutto il processo avvenisse nei tempi prestabiliti. Mi occupavo anche della stesura dei report che valutavano e quantificavano il numero e la tipologia di richieste ricevute. E poco alla volta ho iniziato a coadiuvare la stesura di tutta la documentazione sulle attività e i progetti seguiti. Poi ho cominciato a occuparmi della gestione e smistamento delle richieste di assistenza di altri clienti attraverso un portale interno aziendale, e della formazione di alcuni colleghi sull’utilizzo di questo nuovo sistema.

Non ho una giornata standard: molto dipende dalle urgenze e dalle priorità. La capacità di gestire le prime e lo sviluppo di attitudini alla relazione con il cliente sono i due aspetti principali del mio lavoro in Sic. Sono ancora all’inizio del mio percorso professionale e gli spazi di miglioramento sono enormi. Non amo molto pensare a cosa voglio diventare in futuro per non precludermi alcuna strada. So perfettamente che si può iniziare la carriera in un ambito e poi cambiare del tutto! Spero solo di mantenere sempre vivo l’entusiasmo per quello che faccio, magari un domani con un’esperienza all’estero, forse in Germania: ho visto Berlino e mi è sembrata una città giovane, accogliente, con un sentimento di positività rispetto al futuro che porta molti giovani ad avere il desiderio di progettare la propria vita. Quello che manca in Italia dove c’è un forte immobilismo lavorativo e si avverte forte la paura del cambiamento e del fallimento.

Se davvero la politica italiana volesse porre un rimedio alla cosiddetta fuga dei cervelli dovrebbe farlo con mezzi concreti: aumentare il controllo sulle aziende che attivano stage anche con leggi più stringenti che tutelino i ragazzi. Gran parte dei problemi sono dovuti a leggi ambigue che consentono lo sfruttamento, a volte lo incentivano, garantendo alle aziende manodopera a bassissimo costo. Per fortuna non è stato il mio caso. E oggi se dovessi dare un consiglio a un giovane che si appresta a entrare nel mio settore professionale, gli direi che è molto importante informarsi sulle aziende e agire proattivamente. E ricordarsi che, nonostante la crisi, in Italia esistono ancora realtà serie che hanno realmente voglia di investire sui giovani.


Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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