Stage a pagamento, un lettore chiede "help" alla Repubblica degli Stagisti: la replica del Centro studi umanistici

redazione

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Scritto il 16 Gen 2010 in Lettere

Il Centro studi umanistici M.G. Lowthian Bell di Viterbo ci chiede di pubblicare e pubblichiamo.

Replica della responsabile del Centro sperimentale di ricerca, formazione e documentazione per gli studi umanistici "M. G. Lowthian Bell" all'articoli del 26 ottobre 2009, «Stage a pagamento, un lettore chiede help alla Repubblica degli Stagisti» a firma di Andrea Curiat e Eleonora Della Ratta, pubblicato su www.repubblicadeglistagisti.it

Restiamo francamente e sinceramente stupiti di fronte al contenuto dell'articolo Stage a pagamento: un lettore chiede help alla Repubblica degli Stagisti, con il quale, registrando una semplice richiesta di chiarimenti da parte di un lettore, si formulano osservazioni assolutamente inconferenti in relazione allo stage da noi organizzato presso il Museo di Roma.
Infatti, effettuando una preventiva ricerca su analoghi strumenti di formazione e di aggiornamento diffusi prevalentemente in ambito accademico e nell'ambito della formazione continua dei professionisti, si sarebbe facilmente verificato come l'uso della parola stage intesa come seminario e/o workshop, sia assolutamente lecita ed usuale in questi settori, e, d'altro canto, qualsiasi dubbio sarebbe stato fugato dalla lettura del comunicato stampa, da noi largamente diffuso su tutti i mezzi di comunicazione disponibili, dove si parla chiaramente di "lezioni" e di un "programma". L'offerta formativa da noi predisposta deve esse dunque assimilata, non agli stage di kung-fu, skateboard, hip hop, da voi immotivatamente citati, ma piuttosto agli stage di medicina, di giurisprudenza e di altre discipline accademiche che sarebbero stati certamente un più idoneo termine di paragone, dati i contenuti dei programmi da noi proposti, i destinatari e il luogo di svolgimento delle lezioni.
Nell'articolo di Andrea Curiat e Eleonora Della Ratta, Stage a pagamento: un lettore chiede help alla Repubblica degli Stagisti si afferma che "il rischio di fare confusione è dietro l'angolo. Innanzitutto c'è la parola stage" - "poi c'è l'aggettivo di formazione" - e non è ivi chiaramente illustrato come questo possa, nel nostro caso, ingenerare confusione, dato che lo stage è destinato alla formazione dei laureati, oltre che all'aggiornamento dei professionisti museali senza alcun riferimento alla normativa di settore in materia di tirocini formativi - e si contesta il "riferimento a un tutor e a un ente promotore". Non essendo nel nostro comunicato stampa diffuso ufficialmente (accessibile cliccando su stage museo di Roma) riportata né la parola "tutor" né la parola "ente promotore", questi termini non possono certo aver dato luogo alla paventata confusione, che, peraltro non è mai stata rilevata da alcuno dei nostri 19 iscritti (su un numero massimo consentito di 20), i quali hanno frequentato lo stage con gradimento ed interesse, ben coscienti, in quanto in grado di percepirne le caratteristiche considerata l'alta specializzazione del tipo di utente, di partecipare ad uno stage seminariale. Infine, la presenza di un tutor, cioè di un assistente alla didattica, è circostanza del tutto normale in ambito accademico e quindi anche nella formazione integrativa post-universitaria, come indubbiamente sarà chiaro anche ai giornalisti firmatari dell'articolo in questione.

Caterina Pisu

Gli articoli della Repubblica degli Stagisti sono improntati al rigoroso rispetto della deontologia professionale e quindi si attengono scrupolosamente ai tre principi di verità, continenza e pertinenza delle informazioni. Confermiamo pertanto tutti i contenuti pubblicati.

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