Regione Lombardia, dal 9 giugno in vigore la normativa sugli stage extracurriculari

Irene Dominioni

Irene Dominioni

Scritto il 07 Giu 2018 in Notizie

leggi regionali su stage normativa stage extracurriculari Regione Lombardia

Finalmente la Lombardia ha pubblicato i decreti dirigenziali che definiscono i suoi standard di convenzione e di progetto formativo per gli stage extracurriculari, e da sabato 9 giugno entra in vigore la nuova normativa. Era questo, infatti, l’ultimo scoglio da superare per vedere le nuove misure diventare ufficialmente operative. La Repubblica degli Stagisti ha seguito fin da dicembre l’iter legislativo, pubblicando in anteprima i contenuti della bozza del provvedimento e intervistando un sindacalista della Cisl per fare il punto sulla novità dell’utilizzo del Quadro regionale degli standard professionali.

I contenuti di base della normativa sono quelli che erano già stati resi noti con la bozza: in particolare, aumento a 500 euro al mese di rimborso spese (100 in più di quanto era indicato nella normativa precedente) e 300 euro nel caso di stage all’interno della pubblica amministrazione. La durata massima, invece, è stata collegata al Quadro regionale delle competenze e al livello delle competenze EQF (European Qualifications Framework) del tirocinio. In sostanza, mentre per le mansioni con competenze referenziate con EQF di livello 1 (per esempio, manovale) non sarà più attivabile lo stage, per i tirocini che richiedono competenze referenziate con EQF di livello 2 e 3 (gelatiere, cassiere...) la durata massima sarà di sei mesi, prorogabili fino a dodici nel caso sia prevista l’acquisizione di competenze EQF almeno di livello 4 – la scala arriva fino al livello 8. Di conseguenza, i tirocini con EQF pari o inferiore a 3 dureranno al massimo 6 mesi. 

Vengono inoltre confermati tutti gli altri aspetti contenuti nella bozza, in particolare le deroghe numeriche in base alla percentuale di assunzione post stage. In una recente riunione di approfondimento promossa dallo Ial Cisl Lombardia due tecnici della Regione, Alessandro Corno e Agostino Gagliardi, hanno fatto il punto su alcune delle prime FAQ che sono state condivise sul sito di Regione Lombardia – aggiornate al 1° giugno 2018 e disponibili a questo link. 

In particolare Regione lombardiagli esperti hanno spiegato come la convenzione di tirocinio sia rimasta di fatto uguale a quella della normativa precedente, soltanto un po’ snellita: si ricorda, a questo proposito, che ciascuno stage richiede una convenzione diversa a seconda che si tratti di tirocini curriculari o extracurriculari, individuali o collettivi e così via.

Il tirocinante firma il progetto formativo e prende visione della convezione tra le due parti, soggetto promotore e soggetto ospitante. Questi documenti non devono più essere inviati alla Regione - una scelta comprensibile, dato che con 75mila tirocini attivati soltanto l’anno scorso, la Lombardia rischiava di vedersi di nuovo sommersa da tonnellate di carta. L’indicazione però è che, in caso di ispezione, entrambi questi documenti debbano trovarsi a portata di mano da parte del soggetto ospitante. Fanno eccezione i tirocini extracurriculari per cittadini comunitari residenti all’estero, per i quali Regione Lombardia invierà la documentazione al consolato competente.
 

E per quanto riguarda potenziali punti critici? Sui freelance la Regione chiarisce come per questi lavoratori il tirocinio possa essere attivato a patto che la Partita Iva non abbia avuto “movimentazione” negli ultimi dodici mesi. Ma molte Partite Iva sono giovani che, vivendo di lavori occasionali, di fatto così vengono esclusi dalla possibilità di intraprendere uno stage per fare fronte a una situazione di instabilità lavorativa. Secondo Corno e Gagliardi questo non è stato un punto oggetto di discussione in sottocommissione: il problema, in sostanza, rimane. 

Altro caso emblematico è quello dei parrucchieri e degli estetisti, per i quali – malgrado le proteste di alcuni... – non potranno essere attivati stage: avendo seguito una formazione specifica, svolto 400 ore di tirocinio curriculare e fatto un esame abilitante, si tratta di figure che vanno inserite necessariamente con un contratto di apprendistato piuttosto che con un tirocinio. 

Un ulteriore chiarimento arriva poi sul tema dell’indennità mensile: se in Lombardia, nel caso di un tirocinio part-time non superiore a 4 ore giornaliere, il rimborso spese minimo è 300 euro mensili, viene specificato come, nel caso in cui un tirocinante rimanga per un periodo inferiore (ad esempio una settimana) il rimborso spese è comunque da considerarsi forfettario, e quindi non ricalcolabile a mo’ di “paga oraria”, proprio perché, vale la pena di ribadirlo ancora, il tirocinio non è lavoro.

Per tutelare la qualità e migliorare il rapporto tra tirocinante e tutor, poi, nella nuova normativa è stato ridotto il numero di tirocinanti per ciascun tutor del soggetto promotore (quindici invece dei venti indicati nelle linee guida): i tutor dovranno organizzare incontri abituali con i propri tirocinanti, da segnare nel registro dei tirocinanti, e seguirne l’andamento. 

La Regione offre anche una risposta su come distinguere tra tirocinio estivo e tirocinio stagionale: in particolare, il tirocinio estivo si caratterizza come tale in quanto diretto a studenti durante il periodo di chiusura delle scuole. Questo poi vale tra il secondo e il terzo anno delle scuole superiori, quando anche durante l’estate si è considerati studenti; tra il terzo e il quarto anno, invece, dato che si è assolto l’obbligo scolastico, non si è più annoverati tra gli alunni. Inoltre, nel nuovo testo della legge lombarda decade l’obbligo da parte delle università di attivare i tirocini per i propri studenti fino a 12 mesi dopo il conseguimento del titolo: se questo ha preoccupato le università, nel timore che i laureati potessero presentarsi e bussare alle porte degli uffici di placement anche a distanza di anni per vedersi attivare un tirocinio, gli esperti hanno chiarito che a ciascuna università basterà stilare dei regolamenti interni, in modo da porre i propri limiti.

La circolare dell’Ispettorato del lavoro ha anche imposto alla Regione di farsi carico del monitoraggio dei tirocini e dei relativi provvedimenti in caso di violazioni (sanabili e non): entro 30 giorni dall’avvio del tirocinio, quindi, i soggetti promotori dovranno inserire i dati del tirocinante, oltre ad una serie di altre informazioni normalmente non contenute nella convenzione di tirocinio, sul portale Gefo – sulla base di questi saranno analizzate eventuali criticità e quindi fatti dei controlli a campione.

Mediamente negli ultimi anni in Lombardia sono stati attivati circa 65mila tirocini all'anno, circa un sesto di tutti gli stage a livello nazionale, il che la colloca tra le Regioni più importanti in questo campo – visto anche il suo peso nell’ultima conferenza Stato-Regioni di maggio 2017, quando sono state elaborate le nuove linee guida per i tirocini extracurriculari. Il testo della nuova legge ha sì introdotto dei miglioramenti delle condizioni degli stagisti (un maggiore rimborso spese mensile, l’utilizzo del Quadro degli standard professionali), ma d’altra parte rimangono ancora degli aspetti poco soddisfacenti: l’allungamento della durata a 12 mesi e il rimborso spese a 300 euro per i tirocinanti della pubblica amministrazione, solo per citarne due.

Dal 9 giugno inizia dunque un nuovo capitolo tra le vicende degli stagisti lombardi: si spera che, con l’ausilio dell’Ispettorato del lavoro nel controllo a tappeto degli stage, le novità normative contribuiscano a creare un ambiente trasparente – un esempio per il resto del Paese.

Irene Dominioni

Community