Reddito di cittadinanza, è compatibile con un tirocinio?

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 20 Apr 2021 in Approfondimenti

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Così come per l'indennità di disoccupazione – la Naspi – possono sorgere dubbi anche riguardo la compatibilità dei redditi derivanti da tirocinio con altre misure a favore di soggetti svantaggiati. Tra queste il reddito di cittadinanza, percepito – i dati sono di febbraio – da 1 milione e 370mila nuclei familiari, per un totale di 3 milioni e 138mila persone coinvolte. E per cui il quesito da porsi è se sia compatibile o meno con il tirocinio, qualora quest'ultimo fosse corredato da rimborso spese.

La risposta è sì: «Il reddito di cittadinanza è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa, quindi anche con i tirocini» conferma alla Repubblica degli Stagisti Donato Lorusso dell'ufficio stampa Inps. Se si può lavorare, giocoforza sarà ammesso anche lo stage in concomitanza con l'erogazione della misura, «e la prestazione quindi continuerà a essere corrisposta nel medesimo ammontare», prosegue Lorusso, a prescindere dalla presenza di un eventuale rimborso spese e dalla sua entità (per i tirocini curriculari il rimborso d'altronde non è obbligatorio).

Nessun intoppo dunque per la lettrice Alessandra, che alla redazione della RdS chiede: «Percepisco il reddito di cittadinanza da un mese e inizierò uno stage curriculare: devo comunicarlo?». No, non è necessario perché «non esiste alcun obbligo di comunicazione verso l’Inps» fanno sapere dall'istituto. E «i redditi derivanti da tirocinio non sono soggetti agli obblighi di comunicazione previsti dalla legge 26/2019». Lo stesso afferma la circolare Inps del 23 marzo 2019: «Si precisa che non devono essere comunicati i redditi derivanti da attività socialmente utili, tirocini, servizio civile, nonché da contratto di prestazione occasionale e libretto di famiglia». Né tantomeno avrà rilevanza la durata dello stage (nel caso della lettrice, sei mesi). Solo qualora «il tirocinio dovesse trasformarsi in un contratto di lavoro soggetto agli obblighi di comunicazione, sarà onere del beneficiario comunicare i redditi derivanti dal rapporto sorto, a pena di decadenza dal beneficio» prosegue Lorusso.

Stesso discorso per l'entità del rimborso. Scrive la lettrice che «il rimborso spese ammonterà a 500 mensili», dunque 3mila euro totali che entreranno a far parte del suo reddito annuale. Un importo che non incide sulla corresponsione del reddito di cittadinanza, almeno sul momento. «Come tutti i redditi da lavoro» chiarisce l'ufficio stampa, «gli introiti derivanti da tirocinio andranno successivamente valorizzati in sede Isee». Sono gli indicatori economici di ciascun nucleo familiare a determinare infatti il diritto al sussidio. Ma un eventuale aumento dei propri redditi non avrà una conseguenza immediata: «Gli eventuali effetti si produrranno sul RdC tra due anni, in ottemperanza di quanto disposto dal regolamento Isee, per cui il calcolo è sui redditi del secondo anno precedente la dichiarazione». L'Isee è infatti un complesso meccanismo che prende in considerazione diversi elementi, patrimoniali e reddituali, riferiti però alle annualità precedenti, non quelle in corso.

La stessa circolare già menzionata chiarisce che «il Rdc è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa da parte di uno o più componenti il nucleo familiare, fatto salvo il mantenimento dei requisiti previsti». Solo se si superassero i requisiti economici si decadrebbe insomma dal beneficio. Vale a dire, non rientrare più nello schema di paletti che determinano l'Isee. Per il reddito di cittadinanza, non bisogna superare un valore Isee pari a 9360 euro riferito al nucleo familiare di appartenenza e contemporaneamente bisogna avere un patrimonio immobiliare inferiore ai 30mila euro; un patrimonio mobiliare al di sotto dei 6mila euro; un reddito del nucleo sotto la soglia dei 6mila euro annui. Tutti parametri da tarare a seconda poi delle particolarità della famiglia, inclusi aspetti quali il numero di componenti, la presenza di disabili o il mutuo da pagare.

In particolare, per un giovane tirocinante che percepisce il reddito di cittadinanza, le circostanze possono essere due. La prima è che viva a casa dei genitori, e faccia parte dunque dello stesso nucleo familiare: in quel caso il reddito derivante da tirocinio concorrerà alla composizione del reddito familiare e dunque al diritto della famiglia a percepire il sussidio. Se invece il giovane vivesse da solo e fosse affrancato dai genitori, allora sarà solo la sua indennità di stage a essere calcolata ai fini Isee, e a determinare dunque l'accesso alla misura.

Utile ricordare poi che, a differenza che per i tirocini, per il lavoro vero e proprio la presenza di reddito va invece comunicata all'Inps «entro trenta giorni dall’inizio dell’attività stessa» chiarisce la circolare Inps del 2019. Nel caso del lavoro dipendente, il reddito «è desunto dalle comunicazioni obbligatorie, di cui all'articolo 9 bis del decreto legge 510/1996». Per quello autonomo invece «il reddito è individuato secondo il principio di cassa, come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute nell'esercizio dell'attività» e va comunicato – pena la decadenza dal beneficio – «entro quindici giorni dalla fine di ogni trimestre».

Ilaria Mariotti

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