Giappichelli, cent'anni di storia nel campo dell'editoria, aderisce all'RdS network: “Ai giovani possiamo offrire belle opportunità”

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 17 Mag 2020 in Interviste

aziende virtuose editoria Giappichelli

Per la prima volta nella storia della Repubblica degli Stagisti una realtà del settore editoriale ha aderito all'RdS network, il circuito di aziende virtuose che si impegnano a garantire condizioni buone e trasparenti ai propri stagisti. Si tratta di Giappichelli, casa editrice fondata nel 1921 e specializzata in testi universitari e per professionisti in particolare in materia di diritto, economia e scienze politiche. A guidarla oggi è la “nuova generazione”: Giulia Giappichelli, classe 1986, una laurea in management alla Bocconi, un paio di esperienze di stage in Italia e all'estero, e poi qualche anno di esperienza di lavoro in una multinazionale della consulenza strategica. Poi, nel 2016, la decisione di tornare a gestire l'azienda di famiglia che porta il suo cognome, con un obiettivo ambizioso: «far leva sulla sua eredità per progettare il cambiamento che guiderà il futuro».
Spirito curioso e inquieto, Giappichelli negli ultimi otto anni ha intervallato il lavoro a «importanti esperienze di vita»: è stata per due mesi in viaggio in India in solitaria, ha passato nove mesi “zaino in spalla” per il mondo insieme al suo compagno, ha fatto volontariato ad Haiti e in Brasile, ha percorso il cammino di Santiago de Compostela e la via Francigena, ha anche lanciato un’attività di volontariato a Torino. Il tutto gestendo un'attività che produce testi su cui studiano ogni anno 250mila studenti in Italia.

stage lavoro giappichelliSiete la prima azienda del settore dell’editoria a entrare nel network della Repubblica degli Stagisti. Cosa vi ha spinto ad aderire?

Abbiamo conosciuto la vostra realtà tramite il network Ashoka, proprio in un momento in cui stavamo valutando la possibilità di usare nuovi canali per far conoscere il nostro lavoro ai giovani, e le opportunità che possiamo offrire. La nostra è un’impresa familiare che l’anno prossimo compierà cento anni: abbiamo una grande tradizione alle spalle, ma anche ambiziosi progetti per il futuro.
 
Come state vivendo questa situazione inaspettata dell’emergenza Covid?
Il nostro settore è stato inserito dal governo nell’elenco delle attività indispensabili: le case editrici hanno proseguito l’attività anche nella fase 1, seppur con le limitazioni interne e di canali imposte, e anche noi siamo sempre rimasti operativi per garantire le lavorazioni dei libri agli autori e per fornire i libri agli studenti. Devo dire che quasi tutti gli atenei si sono organizzati abbastanza in fretta con la didattica a distanza, e dunque mi sembra giusto che anche noi facciamo la nostra parte, inviando i libri che permettono agli universitari di continuare a studiare e dare esami.
 
Peraltro il confinamento in casa sembra aver fatto aumentare il consumo di “prodotti di evasione”, anche culturali, come film e libri, no?
In realtà i dati che abbiamo condiviso qualche settimana fa durante un seminario dell’Aie, l’associazione italiana degli editori, raccontano una storia un po’ diversa. I consumi di libri in formato digitale – gli ebook – che rappresentano una nicchia del totale dei consumi, sono rimasti stabili; le vendite dei libri in formato cartaceo sono purtroppo scese, complice il blocco dei canali di diverse settimane – librerie fisiche e online, che pur essendo attive hanno avuti forti rallentamenti soprattutto nella prima fase. La mia lettura è che non sia né la gratuità né la maggior disponibilità di tempo libero a “convincere” un non-lettore ad avvicinarsi alla lettura. Quindi chi non legge abitualmente non legge nemmeno in questo periodo di lockdown. I segnali sono poco rassicuranti anche per i cosiddetti lettori forti, quelli che leggono almeno dodici libri all’anno e che sono lo zoccolo duro del settore: in questo caso avere più tempo a disposizione ha fatto aumentare soprattutto il loro consumo di PayTV e non di libri. Quindi in definitiva no, gli editori non stanno registrando un aumento delle vendite di libri, anzi stanno soffrendo della situazione. Per fortuna noi operiamo in una nicchia un po’ protetta e siamo stati colpiti “di striscio” dalle dinamiche del settore, anche se siamo un po’ preoccupati dell’invenduto che tornerà indietro alla riapertura delle librerie e che purtroppo non potrà essere rimesso in vendita per obsolescenza.
 
Concretamente la vostra sede è operativa o lavorate completamente da remoto?

Il nostro magazzino è aperto, perché è lì che prepariamo i libri da spedire. Tutte le altre funzioni, da quelle commerciali a quelle editoriali come l’editing, l’impaginazione dei libri, oppure i rapporti con i nostri autori, vengono svolte in smart working.
 
Avete anche degli stagisti attivi in questo momento? Il Piemonte, che è la Regione dove Giappichelli ha la sua sede, ha avuto una politica altalenante per quanto riguarda la modalità dei tirocini da casa: prima li ha vietati, poi ha fatto dietrofront e li ha autorizzati.
Noi al momento in cui è scoppiata l’emergenza non avevamo tirocini attivi. Eravamo proprio in procinto di attivarne due, ma ci siamo fermati. Dunque al momento non abbiamo stagisti da gestire, ma non appena questo periodo sarà passato, e torneremo alla normalità, abbiamo bene intenzione di proseguire con i nostri piani di rinnovamento e crescita, e quindi di procedere con l’inserimento di stagisti. Per noi lo stage è uno strumento importante anche nell’ottica di proseguire poi, se va bene, instaurando un rapporto di lavoro. Il motivo per il quale abbiamo deciso di aderire al network della Repubblica degli Stagisti è anche proprio quello di far conoscere ai giovani le opportunità che possiamo offrire. Le piccole e medie aziende rappresentano la maggior parte delle attività produttive del Paese, ma quasi sempre vengono viste come seconda e terza scelta dai giovani. Invece lavorare in una pmi può essere molto gratificante, soprattutto per chi ha uno spirito proattivo e un’attitudine imprenditoriale.
 
Quali sono i vostri progetti di sviluppo?
Giappichelli è un’azienda di famiglia che da quasi cento anni si occupa di editoria universitaria, accademica e professionale in ambito giuridico ed economico. Un settore davvero molto difficile da innovare, e molto soggetto alle sfavorevoli dinamiche socio-economiche degli ultimi anni in Italia: calo del numero degli studenti universitari nei nostri settori, riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, riduzione dei fondi universitari, aumento della pirateria digitale… e potrei continuare. Nonostante ciò la nostra azienda da qualche anno sta godendo di utili record, e siamo alla soglia di un passaggio generazionale e di una grande rivoluzione strategica. Insomma, c’è grande fermento e voglia di cambiamento. Ci sono figure professionali che prima non esistevano, e che adesso potranno servirci per ampliare e innovare la nostra azienda: per questo vogliamo aprirci ai giovani, specialmente a quelli con alto grado di istruzione.

intervista di Eleonora Voltolina

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