Un'altra delle grandi battaglie della Repubblica degli Stagisti, quella per scoprire il numero - finora ignoto - dei giovani che ogni anno fanno tirocini all'interno degli enti pubblici, è finalmente approdata in Parlamento. Il 7 aprile è stata infatti depositata un'interrogazione parlamentare presso la Commissione Lavoro della Camera. Ministro destinatario: Renato Brunetta, alla testa del dicastero che governa la Pubblica amministrazione. A sollecitarlo a fare un censimento degli stagisti passati per tutti gli enti pubblici italiani è Donella Mattesini, deputata del Partito Democratico, prima firmataria. Un'interrogazione in rosa, dato che le altre cinque firme sono tutte al femminile: quelle di Lucia Codurelli, Marianna Madia, Maria Grazia Gatti, Marialuisa Gnecchi e Amalia Schirru, tutte colleghe di partito della Mattesini.
Già nel giugno dell'anno scorso, partendo dall'analisi dei dati del Rapporto Almalaurea, la Repubblica degli Stagisti aveva calcolato che il numero degli stagisti negli enti pubblici fosse superiore a 54mila, contando esclusivamente gli studenti universitari, e aveva sottolineato quanto questa stima fosse per difetto, mancando «pezzi numericamente importantissimi come gli studenti delle scuole superiori, i diplomati, i laureati, gli studenti di master e corsi extrauniversitari». Ed era arrivata pertanto a stimare, all'interno degli enti pubblici, un numero di stagisti oscillante tra i 100mila e i 200mila all'anno.
Nella premessa dell'interrogazione parlamentare si legge: «si calcola che in Italia ogni anno ci siano circa 500mila stagisti, un esercito di laureati e diplomati che vivono la mancanza di prospettive di lavoro in armonia con gli studi effettuati, nonché l'impossibilità di inserirsi nel mercato del lavoro se non con contratti di lavoro a tempo determinato» e che «le possibilità di accedere ad un posto di lavoro alla fine del tirocinio formativo sono assolutamente esigue». Il testo prosegue citando la Repubblica degli Stagisti, e in particolare alcuni risultati del sondaggio «Identikit degli statisti italiani» realizzato nel 2009 insieme all'ente pubblico Isfol; poi fa riferimento ai «45mila giovani, in maggioranza talenti del lavoro intellettuale, che ogni anno scappano dall'Italia in cerca di migliori opportunità, sottolineando che «tale fuga ha un costo per il nostro Paese che secondo l'Ocse equivale a circa 6 milioni di dollari all'anno» [probabilmente qui vi è un refuso nel testo, perchè costando ogni laureato circa 100mila euro allo Stato italiano, da questa cifra moltiplicata per 45mila si viene a ottenere un costo totale di 6 miliardi di dollari].
Mattesini sottolinea poi che «i tirocini sono diventati una specie di scorciatoia delle aziende per utilizzare manodopera a basso costo e gli stage hanno perso, nella maggior parte dei casi, il carattere principale rappresentato da una occasione di formazione, a stretto contatto con il mondo del lavoro». Fino all'affondo finale: «non esiste una rilevazione puntuale sulla quantità degli stagisti nella pubblica amministrazione nel suo complesso» e «risulta che molti servizi ed attività sono ancora funzionanti proprio grazie all'attività dei tirocini formativi». Affermazione facilmente verificabile attraverso una breve ricerca in Rete: non si contano le offerte di stage presso tribunali, università, ospedali, uffici comunali.
La richiesta al ministro Brunetta non potrebbe essere più chiara: «cosa intenda fare al fine di rilevare tale dato, sia nel suo numero complessivo, sia nella divisione per singole amministrazioni centrali e locali, tenuto conto della necessità di conoscere e monitorare tale fenomeno anche al fine di una utile programmazione di politica del personale nella pubblica amministrazione». La parola al ministro.
Eleonora Voltolina
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