Si fanno sentire i primi effetti della circolare emessa dal ministero del Lavoro a proposito della nuova normativa sugli stage. Questa la vicenda. Sono i primi di settembre quando l’università di Bologna decide di annullare una serie di tirocini Mae Crui, un programma che seleziona studenti universitari e i laureati per esperienze formative all'interno del ministero degli Esteri o nelle sedi diplomatiche - ambasciate, consolati, istituto di cultura - in giro per il mondo, a pochissimi giorni dal loro inizio. Motivazione addotta: l’improvviso venire meno dei requisiti soggettivi per partecipare. Con la disciplina introdotta ad agosto, il decreto 138, infatti si limitano gli stage ai dodici mesi successivi al conseguimento di un titolo. Ma pochi giorni fa arriva il passo indietro dell'Unibo, che revoca l'altolà consentendo ai ragazzi esclusi in extremis di iniziare regolarmente il loro percorso.
Che cosa era successo dunque? Che una ventina di vincitori del progetto Mae Crui laureati da più di 12 mesi si erano visti recapitare una mail che annullava il progetto a seguito della nuova regolamentazione in materia, senza neppure una telefonata o spiegazioni più specifiche. Decisamente poco per chi aveva già organizzato il viaggio e affrontato le prime spese, talvolta molto ingenti. Alcuni di questi esclusi, arrabbiati per lo stop di Bologna, avevano denunciato allora la vicenda sul forum della Repubblica degli Stagisti. E ne era nato anche un gruppo su Facebook per aggiornarsi sulle novità in quel mare magnum di incertezze.
Matteo C., 23enne di Pescara laureato in Scienze internazionali e diplomatiche, aveva già speso quasi 1200 euro di caparra per la casa di Roma, dove il 12 settembre avrebbe dovuto iniziare il suo stage presso la direzione generale Affari politici alla Farnesina, e per il quale aveva rinunciato a un tirocinio con rimborso spese in una ong in Egitto. Ma niente: il 6 settembre, meno di una settimana prima dell’inizio, riceve la fatidica comunicazione. La stessa di Giulia V., 25enne veronese laureata in Lingue e pronta per partire alla volta dell’istituto italiano di cultura di Madrid., stoppata dalla famigerata email solo cinque giorni prima della partenza. Soldi teoricamente persi: 150 euro di biglietto, più un lavoro che aveva quasi rischiato di perdere, ma che alla fine il suo capo aveva deciso di offrirle una seconda volta. C’era perfino chi avrebbe dovuto volare in Arabia Saudita, come Marco M., 25 enne di Ancona laureato in Culture e diritti umani, che aveva sborsato oltre 800 euro per un volo a Riyadh, più 50 per rimandare la data della partenza sperando in un passo indietro dell’Unibo. Senza contare i 250 euro per la lettera di un avvocato spedita all’ufficio legale dell’università. A Camilla C., 23enne laureata in Scienze internazionali e diplomatiche, era andata un po’ meglio perché la padrona di casa le aveva invece restituito la caparra: ma comunque la sua esperienza agognata da mesi era stata messa in dubbio. E soprattutto, l’aspetto ancora peggiore di questa situazione sarebbero state le opportunità definitivamente perse: Vanessa R., 26enne laureata in Cooperazione e sviluppo, aveva già iniziato il suo tirocinio nella sede di Roma, per cui aveva pagato treno più affitto per un totale di 640 euro. Per il Mae-Crui la ragazza aveva dovuto abbandonare Bruxelles e interrompere un lavoro (ovviamente retribuito) in un pub. C’è da aggiungere a questo paradosso che tutti i vincitori avevano convezioni già firmate dall’università, quindi erano a tutti gli effetti (anche burocratici) prossimi all’avvio del tirocinio.
La Repubblica degli Stagisti decide di approfondire la questione e contatta l’Alma Mater, che però preferisce non fornire comunicazioni ufficiali.Neppure il Mae e la Crui danno spiegazioni. «Non posso commentare l’operato di altre amministrazioni, esiste l’autonomia gestionale. Ne prendo solo atto», sottolinea Daniele Di Ceglie, responsabile Mae del programma tirocini. La Crui, all’oscuro della situazione bolognese, si limita a dichiararsi estranea ai fatti e «parte lesa» per le decisioni dell’Unibo. Il portavoce al telefono con la Repubblica degli Stagisti parla come se non ci fosse alcun problema; poi però la Fondazione corre ai ripari e blocca il nuovo bando Mae-Crui, previsto per il 12 settembre, indicandone sul sito l'uscita come «posticipata a data da destinarsi».
Tornando al presente: i ragazzi si dicono convinti che l'equivoco sia partito da una circolare dell’ufficio provinciale di Modena (amministrazione anche questa rimasta nel silenzio), emessa tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, che avrebbe suggerito di interpretare la norma in senso retroattivo. Ma Modena e Bologna sono due province diverse, per cui anche se così fosse non si capisce cosa potrebbe aver spinto l’Unibo ad accodarsi a questa interpretazione.
A un certo punto gli aspiranti stagisti fanno sapere alla Repubblica degli Stagisti dell'arrivo della mail che revoca la precedente decisione e annuncia l'inizio regolare del tirocinio. L'Alma Mater conferma. Tutto dovuto alla circolare del Ministero del Lavoro uscita il 13 settembre, che esclude una volta per tutte la retroattività della norma: «le disposizioni non riguardano i tirocini formativi e di orientamento avviati o comunque formalmente approvati prima del 13 agosto», si legge.
Sta di fatto che una ventina di validi laureati dell’Alma Mater ha rischiato non solo di perdere dei soldi ma anche un’opportunità formativa, magari dopo aver rinunciato ad altre opportunità. E che qualcuno, nonostante i nuovi paletti imposti dalla circolare e la riattivazione degli stage, ha comunque dovuto disdire il tirocinio per diverse ragioni dovute al caos che si era creato. Come Giulia V., che racconta sul gruppo Facebook: «Per me questa notizia arriva troppo tardi, ormai non parto più».
Ilaria Mariotti
con la collaborazione di Eleonora Voltolina
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[La foto di apertura dell'università di Bologna è di Kaja, tratta da Flicrk in modalità Creative Commons]
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