La lettera di una giovane pugliese: «La Regione ha sbagliato a calcolare le tasse sulle nostre borse di studio, e ora rivuole indietro migliaia di euro»

redazione

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Scritto il 11 Giu 2010 in Lettere

Gentile Redazione,
vi scrivo a nome di circa un migliaio di ragazzi pugliesi che hanno partecipato con notevoli aspettative e speranze al bando "Ritorno al Futuro" della Regione Puglia
Il bando, pubblicizzato giustamente sul territorio nazionale come la prima di una serie di misure attuate dalla Regione Puglia per supportare i giovani e per consentire loro di superare il gap economico tra gli universitari del sud e quelli del ben più ricco nord, metteva a disposizione dei fondi per la frequenza di master.
Le borse di studio avevano un diverso ammontare a seconda che i master si svolgessero:
    •    in Regione, borsa: 7500 euro
    •    in Italia, borsa: 15000 euro
    •    all'estero, borsa: 25000 euro
Le borse erano finanziate per il 50% dalla Comunità Europea e per il restante 50% da Stato (40%) e Regione Puglia (10%).
Quando abbiamo aderito al bando (nel 2008), la Regione ha provveduto ad informarci sulla disciplina fiscale delle borse di studio. Dato che in Italia si tassa di tutto, anche le borse di studio sono soggette al pagamento dell'IRPEF, perché sono equiparate a redditi da lavoro dipendente. 
Fin qui, tutto chiaro: la Regione si poneva come sostituto d'imposta e prelevava le trattenute alla fonte, ossia prima che noi percepissimo la borsa
.  La Regione, in conformità con l’articolo 80 del Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell’11 luglio 2006, che prevede che “Gli Stati membri si accertano che gli organismi responsabili dei pagamenti assicurino che i beneficiari ricevano l’importo totale del contributo pubblico entro il più breve termine e nella sua integrità. Non si applica nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere specifico o di altro genere con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari”, aveva disposto che, all'atto di erogazione delle borse, avrebbe opererato la ritenuta fiscale limitatamente alla quota di contributo a carico dello Stato (40%) e della Regione (10%).
Ancora fin qui, tutto bene: secondo i calcoli dell'ufficio ragioneria gli importi netti delle borse erano (non mi dilungo sui conteggi da ragioniere!):
    •    in Regione, borsa: 7500 euro
    •    in Italia, borsa: 15000 euro
    •    all'estero, borsa: 23.467 euro

Dopo più di un anno dall'erogazione delle borse di studio, ecco la sorpresa: alla Regione si sono SBAGLIATI!! Il prelievo fiscale non si fa solo sul 50% della borsa ma sull'importo totale! Conseguenza: a luglio, a noi "ricchi" ragazzi del sud che devono ricorrere a lungaggini burocratiche e problemi occulti per accedere all'istruzione di grado superiore, spetta il pagamento di un nutrito conguaglio fiscale. Circa 4000 euro per chi, come me, ha ricevuto solo l'80% della borsa, molto di più per gli "sfortunati" che hanno ricevuto l'intera somma. Dopo innumerevoli chiamate in Regione, e dopo aver parlato con il nuovo assessore al Diritto allo studio e alla formazione professionale (la giunta è cambiata dopo le elezioni di marzo), ci siamo sentiti dire che l'errore della Regione c'è stato, è vero, ma che non si può fare nulla. Siamo quindi costretti a pagare. Un bel po' di quattrini.
Eravamo i giovani di Vendola, quelli che l'hanno ringraziato a gran voce per le grandi opportunità che la sua politica lungimirante ci aveva dato. Lo siamo ancora, ma ci sentiamo davvero lasciati in balia delle onde, senza alcun appiglio.
Il problema è grave: si può pretendere da giovani neolaureati un pagamento così oneroso per una "banale" dimenticanza da parte di un assessorato promotore di una misura di sostegno così straordinaria? Quali sono i nostri diritti se la nostra unica "colpa" è quella di essere nati in un Sud che non ci consente così facilmente di essere davvero competitivi nel mondo del lavoro? Le istituzioni non ci ascoltano... allora va bene solo quando siamo portatori (sani) di voti?
Mi scuso anticipatamente per la lungaggine delle spiegazioni, forse però lacunose in alcuni punti.
Spero tuttavia di non avervi annoiati ma soprattutto spero che prendiate a cuore la nostra situazione, perchè davvero non sappiamo cosa fare.

Con tanta speranza,

Eleonora Vitrani, Foggia

 
a nome dei borsisti di "Ritorno al Futuro" - Bandi 1/2008 4/2008
 
Qui il gruppo fondato su Facebook per cercare di contattare (ed informare) i ragazzi di ritorno al futuro

Com'è andata a finire? Leggilo qui:
- "Ritorno al futuro", parla Mariella D'Incognito: «Ecco perchè non vogliamo e non possiamo ridare migliaia di euro alla Regione Puglia»
- L'Agenzia delle Entrate dà ragione ai giovani pugliesi beneficiari delle borse di studio «Ritorno al Futuro»: non dovranno pagare migliaia di euro alla Regione

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