Garanzia Giovani, il sottosegretario: «Siamo entrati a regime. Presto 25 milioni all'Inps per le indennità dei tirocinanti»

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 25 Giu 2015 in Interviste

Luigi Bobba è il sottosegretario al Lavoro con delega ai Giovani. Sabato mattina sarà a Palermo, al Festival del Lavoro, per partecipare alla tavola rotonda “Lʼimpresa di fare impresa in Italia”, al Teatro Massimo. Intanto, la Repubblica degli Stagisti lo ha sottoposto un “fuoco di fila” di domande sulla Garanzia Giovani (GG), per chiedergli ragione dei ritardi nei pagamenti delle indennità e di molte altre questioni che preoccupano i giovani iscritti.

stage lavoro luigi bobbaIl Parlamento europeo ha approvato un aumento del prefinanziamento della Garanzia Giovani, che per l'Italia vuol dire 175 milioni di euro cash, per dare nuovo slancio al progetto. Questi 175 milioni a fine maggio sono arrivati alla Ragioneria dello Stato. Il ministero li ha già messi in circolo?

C'è stato già un nuovo passaggio: adesso le risorse le abbiamo noi, ed è stata comunicata proprio la settimana scorsa alle Regioni e agli organismi intermedi la ripartizione del prefinanziamento. Nel giro dunque di pochi giorni, con i tempi necessari per espletare la procedura amministrativa, queste risorse arriveranno sia all'Inps per i tirocinanti sia alle Regioni per le diverse misure.

Quanti di questi 175 milioni andranno in particolare all'Inps?
L'Inps riceverà 25 milioni, provenienti da questo prefinanziamento, per erogare le indennità per i tirocinanti di Garanzia Giovani. Questi 25 milioni si vanno ad aggiungere agli altri 20 che il ministero aveva già trasferito all'Inps precedentemente.

C'è da sperare che questi 25 milioni contribuiscano a risolvere il problema dei ritardi nel pagamento delle indennità degli stagisti GG in alcune Regioni. Noi della Repubblica degli Stagisti ancora non siamo riusciti a capire di chi sia la responsabilità. Sono le Regioni che non hanno trasferito abbastanza denaro – la famosa "provvista finanziaria" – all'Inps, o è l'Inps che dopo averlo incamerato ha inspiegabilmente tardato a erogarlo ai legittimi percettori, cioè gli stagisti?
È stato effettuato un monitoraggio sul pagamento delle indennità da parte dell'Inps, e attualmente risulta che rispetto alle richieste di pagamento pervenute dalle Regioni è stato erogato circa l'80% delle indennità, a favore di circa 10mila tirocinanti. Le restanti somme sono al momento oggetto di verifica da parte delle Regioni e in parte sono state già autorizzate al pagamento da parte delle stesse.

Per dare una rassicurazione a questi tirocinanti e alle loro famiglie: entro quando l'Inps si rimetterà in pari?

Non appena l'Inps riceverà le richieste dalle Regioni, saranno pagati anche i restanti. Nella prima fase ci sono state un po' di problematiche, ma ora il meccanismo è entrato a regime.

Ad aprile voi del ministero del Lavoro avete diramato un documento in cui dite che non è possibile attivare tirocini in Garanzia Giovani negli uffici pubblici. Un mese dopo, il ministero della Giustizia firma un protocollo con la Regione Campania intitolato «Protocollo d’intesa per l’utilizzo di tirocinanti presso gli uffici dei distretti delle corti di appello di Napoli e Salerno nell’ambito del piano regionale “Garanzia giovani in Campania”» per attivare 150 tirocini GG negli uffici giudiziari campani, che sono ovviamente uffici pubblici. Com'è possibile?
Perché finora il titolo V della Costituzione prevedeva che nell'ambito della autonomia decisionale delle Regioni non fosse esclusa la possibilità che i tirocini potessero essere attivati nelle pubbliche amministrazioni. Però il ministero, in considerazione delle finalità del provvedimento Garanzia Giovani, ha raccomandato fortemente agli enti pubblici di non attivare tirocini, in quanto la finalità dovrebbe essere quella dell'inserimento nel mondo del lavoro, in questo caso impossibile dato che nella pubblica amministrazione si entra per concorso. 

Ha parlato con il ministero della Giustizia e con la Regione Campania di questa contraddizione? Il protocollo verrà revocato?
No, non verrà revocato. Capisco che c'è una piccola contraddizione, ma essa è motivata come dicevo dall'autonomia delle Regioni prevista dal titolo V. Questo accordo specifico è stato peraltro definito relativamente a una situazione in cui ci sono gravi carenze di personale; insomma va considerato più una “eccezione” che una “regola”. Nel protocollo il presupposto è quello di re-inserire in un percorso di formazione soggetti che abbiano già partecipato ad attività formative in quegli uffici giudiziari, in modo da non disperdere le conoscenze acquisite. Comunque il protocollo prescrive anche che la durata non può andare oltre il 31 dicembre 2015.

Ma questi 150 giovani, quasi tutti laureati, già dal 2012 sono impegnati in maxi tirocini presso i Tribunali campani: continuare a usarli per rimediare ai buchi di organico non crea poi irrimediabilmente delle aspettative di stabilizzazione?
Qui il tirocinio è giustificato appunto dalla situazione di grave carenza di personale. D'altra parte deve essere chiaro a tutti nella pubblica amministrazione si entra per concorso, non perché si è fatto un tirocinio. E un tirocinio non può mai essere considerato un contratto di lavoro. Adesso comunque, con il cambiamento che interessa le amministrazioni provinciali, una linea privilegiata è che le persone che sono nelle liste di mobilità delle diverse province siano impiegate in primo luogo negli uffici giudiziari, per sopperire alla carenza di personale.

Ma se manca personale, perché non si fa un concorso?
Eh, questo bisognerebbe chiederlo al ministero della Giustizia.

Tornando nello specifico a Garanzia Giovani, anche qualche giorno fa nel corso dell'evento “Best Stage” della Repubblica degli Stagisti lei ha sottolineato che molti hanno voluto subito affossarla, decretandone anzitempo il fallimento. Adesso che è passato oltre un anno, qual è il suo bilancio?
La mia osservazione vale in generale: anche il governo adesso potrebbe trarre subito un bilancio sul Jobs Act, dicendo che i numeri sembrano darci ragione. Però io dico: aspettiamo la fine dell'anno. Allo stesso modo, solo adesso su Garanzia Giovani si può fare un primo bilancio, seppur non definitivo, quantomeno più equilibrato. Intanto hai raggiunto 600mila persone che si sono iscritte, intanto ne hai più del 55% che sono state già convocate, hanno fatto il colloquio di orientamento e il patto di servizio; intanto ne hai 115mila che hanno ricevuto una offerta effettiva di una delle misure previste. Non sono certo dati che si potevano avere dopo un paio di mesi. In secondo luogo c'è anche un altro aspetto importante: il 73% delle risorse a disposizione delle Regioni è stato impegnato, il che vuol dire che l'obiettivo di impegnare il 100% delle risorse entro la fine del 2015 è sostanzialmente alla nostra portata. Guardando questi due macrodati, fare un bilancio sommario mi sembra un atteggiamento liquidatorio che non coglie la realtà. Che poi l'avvio sia avvenuto con qualche lentezza, che la convocazione non abbia sempre rispettato il termine dei 4 mesi, che il sistema di messa a punto delle offerte abbia avuto bisogno di una tempistica non velocissima, sono dati di fatto.

Però insomma il suo bilancio in itinere è positivo.
Sì, sopratutto perché abbiamo mobilitato 600mila giovani: l'obiettivo del programma era innanzitutto non farli rimanere inerti. Abbiamo creato un collegamento tra questi giovani e i centri per l'impiego e le agenzie accreditate. Vedremo poi alla fine se saremo stati capaci di offrire a tutti gli iscritti una delle misure previste. Semmai la problematica sarà che, essendo il costo medio di ogni misura intorno ai 3mila euro, forse le risorse non saranno sufficienti rispetto a tutti quelli che si sono iscritti e che hanno i pre-requisiti per beneficiarne: tanto che il governo italiano ha chiesto all'Unione europea di rifinanziare questo programma e di farlo diventare stabile. La transizione dalla scuola al lavoro, lo scoraggiamento di tanti giovani che abbandonano la scuola, il fenomeno dei Neet non sono una “emergenza”: l'avvicinamento al lavoro e l'occupabilità devono essere un obiettivo di servizio ordinario, non eccezionale. E dobbiamo puntare a formare i giovani su quelle competenze che effettivamente il mercato richiederà nel prossimo futuro: come per esempio stiamo facendo, sempre all'interno di Garanzia Giovani, con il progetto “Crescere in digitale” promosso da Google e Unioncamere. Tremila opportunità per dare ai giovani una formazione specifica nell'ambito delle competenze digitali, che saranno preziose da qui ai prossimi anni e sopratutto spendibili presso le aziende.

Una indagine pilota sul grado di soddisfazione dell’utenza della Garanzia Giovani, svolta dall'Isfol a marzo su un campione di 40mila giovani, offre un quadro abbastanza roseo: oltre il 70% dichiara che GG “risponde alle aspettative” e che “dà maggiore opportunità di trovare lavoro in seguito”. Dobbiamo però dire, per onestà, che l'Isfol ha svolto questa indagine scegliendo il campione all'interno del gruppo dei 154mila giovani che nella prima settimana di marzo risultavano già essere presi in carico presso un servizio competente per la GG e avevano già sottoscritto il patto di servizio. In realtà il totale di iscritti a GG a quella data era 441mila (oggi siamo arrivati quasi a 620mila), e probabilmente interpellando anche quelli ancora non presi in carico le risposte sarebbero state diverse.
Se si vanno a vedere i report settimanali da marzo – quando è stata iniziata questa indagine – in poi, si vede come i numeri sia dei convocati sia delle offerte proposte abbiano avuto sempre un incremento medio tra il 10% e il 20%. Il che vuol dire che mentre il numero dei giovani che si registrano a Garanzia Giovani si è stabilizzato intorno ai 10-12-15mila alla settimana, le altre due variabili hanno avuto una galoppata. Il sistema si sta mettendo a regime. È chiaro che probabilmente se avessimo ascoltato i giovani che non sono stati convocati magari avremmo avuto risultati meno incoraggianti. Però io credo che se adesso facessimo l'indagine su un campione più largo rispetto a quello composto da coloro che sono già stati convocati e a cui è stata proposta una misura, probabilmente i risultati consoliderebbero i dati fin qui raccolti.

Prevedete di dare mandato all'Isfol di ripetere prossimamente questa indagine?
L'Isfol ha un compito generale di monitoraggio di tutte le applicazione delle misure, dunque sicuramente più avanti ci sarà una nuova verifica per capire tutto l'andamento del programma, magari prima che si arrivi al termine del 2015, così da poter fare delle riflessioni rispetto alle scelte future. Credo infatti che questo gigantesco esperimento ci debba dare delle indicazioni anche rispetto alla riforma prevista nel decreto legislativo con le politiche attive del lavoro e con la nascita dell'Agenzia del lavoro; suggerimenti importanti su come organizzare i servizi per il lavoro come elemento ordinario nella vita delle persone e nel governo del mercato del lavoro. Non possiamo più pensare che l'elemento preminente per orientarsi, per formarsi, per collocarsi siano le reti social-familiari-amicali. Se ci abbandonassimo a questa tradizione italica vorrebbe dire che non abbiamo capito nulla di cosa questo esperimento così importante di Garanzia Giovani ci può consegnare.

L'indagine dell'Isfol evidenzia che la criticità maggiore nella fase di avvio della Garanzia Giovani è stata la difficoltà, da parte dei servizi per l’impiego, di garantire tempi certi ai giovani. Il surplus di lavoro generato dalla GG sui cpi non poteva essere previsto, magari usando parte dei fondi per assumere temporaneamente del personale in più, altamente qualificato, per gestire gli iscritti a GG? I centri per l'impiego peraltro soffrono non solo per la scarsa quantità di personale, ma spesso anche per un deficit di competenze degli addetti.
Io in tutti i centri per l'impiego che ho incontrato, girando per l'Italia, ho trovato persone molto motivate, preparate, competenti, quindi non avrei una visione così negativa del personale dei cpi. Si stanno mettendo a punto delle misure, per esempio nel decreto enti locali, che vanno a coprire i costi entro la fine del 2014; poi si vedrà anche come questo complesso di attività sarà articolato tra risorse nazionali e risorse territoriali. In particolare si pensa di usare le risorse del Programma nazionale occupazione, perché una delle finalità principali è proprio quella di sviluppare e consolidare i servizi per l'impiego. Evidentemente questa strada è in qualche modo collegata anche alla tendenza, come già accade in molte Regioni, di utilizzare tutta la rete non solo dei centri per l'impiego ma anche delle agenzie accreditate, sia quelle interinali sia quelle di collocamento e di formazione. Credo che la specificità italiana e una forte possibilità di successo di questo esperimento starà nel far lavorare insieme tutti questi soggetti, pubblici e privati. Pensare che possiamo copiare la Germania secondo me è una illusione; ma neanche possiamo essere simili alla Danimarca, dove praticamente tutti i servizi all'impiego sono dati a soggetti privati accreditati. Noi potremmo avere un sistema misto, una “via italiana ai servizi per il lavoro”, se saremo capaci di organizzare in modo efficace questa rete.

Cosa desidera dire ai giovani iscritti a GG che ancora stanno attendendo di essere convocati?
Che questa attesa che non sarà né lunga né vana. Poco per volta, nel giro di qualche mese, tutti i giovani che si sono iscritti verranno convocati, e quindi avranno l'opportunità da un lato di prendere consapevolezza sulle loro potenzialità e sulle possibilità di percorso futuro; dall'altro lato di vedersi effettivamente indicata una strada per avvicinarsi a una occupazione vera. Se poi si aggiunge che la Garanzia Giovani si è interrelata con quanto è scritto nel JobsAct, credo che qualche luce – anche se non vicinissima, certo – si stia accendendo. Per esempio, dai dati della Regione Piemonte emerge che nell'ultimo quadrimestre le assunzioni si sono concentrate maggiormente nel segmento giovani. Bisogna comunque mantenere un atteggiamento attivo. Ai ragazzi direi di non rinunciare a cercare e a muoversi, di non scoraggiarsi, anche se qualche volta ne avrebbero le ragioni. Di cercare testardamente il proprio sentiero professionale.

Intervista di Eleonora Voltolina

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