Siamo a giugno: presidente Rossi, qual è la tabella di marcia per la parte del progetto «Giovani sì» della Regione Toscana dedicata agli stage?
Ci siamo dati questo mese per far conoscere la nostra proposta sui tirocini. A partire da fine giugno cominceremo a distribuire i moduli per le richieste di partecipazione, e dal 1° luglio comincerà la ricezione delle domande e tutta la "macchina organizzativa" prenderà avvio. Prevediamo che questo progetto riguarderà in un triennio qualche decina di migliaia di giovani della Toscana.
Le domande andranno inoltrate dalle imprese o anche i singoli ragazzi?
Abbiamo trovato una soluzione innovativa. Distribuiremo un modulo di proposta di tirocinio che verrà firmato dal ragazzo e dal soggetto che si propone come ospitante, per comodità chiamiamolo «impresa» anche se poi potrà essere, in futuro, anche un ente pubblico o uno studio professionale. L’impresa dovrà erogare al ragazzo l’intero ammontare del rimborso spese, e poi noi la rimborseremo per la nostra parte. In questo modo noi rendiamo esplicito che il «contratto» che impegna la Regione a erogare il contributo di 200 euro al mese non lo facciamo solo con l’impresa, ma anche con il ragazzo. Abbiamo pensato che sia giusto dare al ragazzo l’idea che ha un diritto. Contemporaneamente stiamo lavorando alla proposta di legge.
A che punto siete?
Abbiamo già preparato una bozza, che entro fine giugno verrà depositata in Consiglio regionale. Con questa legge renderemo obbligatorio il pagamento di almeno 400 euro di rimborso spese mensile per i tirocini. La Regione, anche quando la legge sarà approvata, si impegnerà a proseguire con la stessa procedura, rimborsandone una parte. Puntiamo a completare l’iter entro giugno dell’anno prossimo.
Quindi da quando entrerà in vigore questa legge tutti i tirocini svolti sul suolo toscano, indipendentemente da chi sia il soggetto ospitante, dovranno essere pagati almeno 400 euro al mese?
Sì, con alcune eccezioni. Non rientreranno in questo obbligo i tirocini curriculari; e forse nemmeno gli stage svolti presso studi professionali, perchè il nostro ufficio legale ci ha segnalato l’esistenza di una sentenza della Cassazione che specificamente per i tirocini svolti in quel settore rimanda la competenza al nazionale, e non al regionale. Ma su questo dobbiamo effettuare una verifica approfondita, perchè chiaramente per noi sarebbe meglio includere anche questa tipologia nella nostra legge.
Dove confluiranno i moduli di domanda per la partecipazione a questo progetto?
I moduli dovranno confluire presso i Centri per l’impiego, i quali raccoglieranno le domande e faranno le istruttorie di ammissibilità, valutando il progetto formativo. A questo punto la Regione riceverà i tirocini ammissibili e io informerò il giovane e l’impresa, con una mia lettera, dell’impegno della Regione a finanziare lo stage. Per quanto riguarda l’aspetto del rimborso, importante sottolineare che la Regione darà i buoni allo stagista, e poi sarà lui a girarli all’impresa. Ciascun buono avrà un valore di 200 euro: quindi per un tirocinio di tre mesi al ragazzo arriveranno tre buoni, pari a 600 euro, e così via fino a dodici buoni, 2400 euro, nel caso dei tirocini di un anno. Se avessimo fatto il contrario, l’imprenditore avrebbe potuto fare un po’ come gli pareva, decidere se erogare o no il rimborso: invece in questo modo al giovane verrà dato un certo potere e il diritto di rivendicare l’intera somma, i 200 euro di contributo regionale e anche l’altra quota che l’impresa si impegna a versare. Vogliamo sottolineare l’idea che ricevere dei soldi per uno stage sia un diritto.
La scelta della Regione Toscana quindi è di interagire con gli stagisti.
Sì, perché troppo spesso tra noi e giovani poniamo degli intermediari. Invece in questo caso è bene che l’istituzione Regione rovesci la partita.
A questa iniziativa, come accennava, potranno partecipare non solo gli stagisti delle imprese private, ma anche quelli degli enti pubblici, delle associazioni non profit e degli studi professionali?
In prima battuta si parte con le aziende private. Ad oggi abbiamo un tavolo aperto con gli ordini professionali e le università per trovare una soluzione anche con loro. Abbiamo avuto qualche difficoltà con gli ordini, ma questo protocollo d’intesa è in dirittura d’arrivo. Con le stesse regole del gioco, ovvio. Infine l’obiettivo è estendere i benefici anche ai tirocinanti e stagisti degli enti pubblici per i quali occorre però, al momento, fare ulteriori approfondimenti sulle normative.
Avete previsto canali di comunicazione specifici per il progetto?
C’è un numero verde, 800 098719, a disposizione e poi è già online il sito Giovanisi.it, dove sono riportati tutti i dettagli delle iniziative e renderemo scaricabile il facsimile del modulo per fare domanda.
Gli stage attualmente in atto non verranno coperti, giusto?
No, copriremo gli stage che verranno avviati dal 1° settembre in poi. Tra l’altro, dato che si partirà a fine estate, è evidente che nel 2011 non arriveremo a spendere tutti 10 milioni messi a budget: e quello che avanzerà slitterà andando ad aumentare il budget per gli anni successivi. Magari poi, più avanti, si potrà pensare di diminuire la quota in carico alla Regione, portarla a 150 euro come inizialmente avevamo pensato, o a 100. Ma per adesso, in questa prima fase, per far decollare il progetto abbiamo deciso di accollarci il 50% del rimborso minimo.
Anche la Regione Toscana probabilmente, come la maggior parte degli enti pubblici, ospita al suo interno stagisti: quanti più o meno ogni anno?
In Regione i giovani vengono molto più spesso accolti attraverso percorsi di servizio civile, che prevedono già un compenso di 433 euro al mese. Gli stagisti sono pochissimi: al massimo una ventina ogni anno.
Il progetto ricadrà positivamente anche su di loro?
Ripeto: una volta chiarite le questioni relative ai tirocinanti e stagisti degli enti pubblici varrà la medesima disciplina e quindi anche i 400 euro di rimborso di spese.
intervista di Eleonora Voltolina
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