Interrompere lo stage si può, ecco come si fa (e quanto spesso succede) in Toscana

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 03 Mag 2021 in Notizie

Garanzia giovani interruzione anticipata stage Regione Toscana

Non sempre uno stage realizza le aspettative. A volte perché strada facendo si scopre che le competenze sviluppate non sono quelle sperate, a volte perché l’ambiente di lavoro risulta poco accogliente. Oppure perché nel contempo arriva un'offerta più allettante. Ed è a questo punto che lo stagista si trova davanti al dubbio tra continuare o chiedere un’interruzione anticipata. Di recente sul forum della Repubblica degli Stagisti un lettore che stava svolgendo un tirocinio in Toscana finanziato dalla regione attraverso Garanzia Giovani ha chiesto come comportarsi sia in caso di interruzione sia in caso di conclusione dello stage in corso.

La Repubblica degli Stagisti ha contattato la Fondazione Sistema Toscana, la struttura regionale che gestisce e coordina il progetto, ma le nostre richieste sono state girate direttamente all’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini.

Quando si parla di interruzione di un tirocinio è necessario verificare quelle che sono le disposizioni delle leggi e regolamenti regionali in materia di stage, visto che ogni regione può adottare prescrizioni diverse, e nello specifico rileggere anche il contratto di stage firmato.

In Toscana il quadro normativo sui tirocini è costituito dalla legge regionale 32 del 2002 , poi modificata dalla legge regionale 8/2018, e dal regolamento di esecuzione 47/R/2003 (il regolamento più recente il 6/R/2019), in cui si specifica all’articolo 86 quater che «al tirocinante è data la possibilità di interrompere il tirocinio in qualsiasi momento dandone comunicazione scritta al tutor nominato dal soggetto ospitante e al tutor nominato dal soggetto promotore».

Non è però solo lo stagista a poter mettere fine allo stage. «Lo stesso regolamento prevede che il soggetto ospitante o promotore possano interrompere il tirocinio in caso di inadempienze gravi da parte di uno dei soggetti coinvolti nel rapporto di tirocinio o in caso di impossibilità a conseguire gli obiettivi formativi del progetto», spiega l’assessora Nardini. I numeri dimostrano però come nella stragrande maggioranza di casi la richiesta di interruzione anticipata arrivi dallo stagista e non dall’azienda o dal soggetto promotore, che quindi, evidentemente, non sono mai eccessivamente insoddisfatti dei propri tirocinanti.

Nel caso specifico della regione Toscana, i dati disponibili non si riferiscono al solo programma Garanzia Giovani. Questo perché l’avviso per i contributi della nuova Garanzia è partito nel settembre 2020 – quindi a cavallo tra le due fasi pandemiche da Coronavirus – mentre il precedente avviso per stage finanziati sempre in Garanzia Giovani si è chiuso nel 2018. Questo vuol dire che i dati disponibili del 2019 si riferiscono a tirocini attivati tramite Giovanisì, il progetto della Regione dedicato ai giovani fino a 40 anni di età finanziato con risorse del Piano operativo regionale del Fondo sociale europeo 2014/2020 in cui ricadono sette aree di attività tra cui, appunto, anche i tirocini.

Ed ecco i numeri: nel 2019 in Toscana sono stati attivati 6.464 tirocini con contributo del Fondo sociale europeo, sui 15.404 (dati del ministero del Lavoro) attivati complessivamente in Toscana nel corso di quell'anno. Un primo dato interessante, dunque, è che circa il 42% di tutti i tirocini partiti in Toscana nel 2019 poteva contare su un finanziamento europeo. «La maggioranza di questi 6.464, oltre 5.200, termina alla naturale scadenza» specifica alla Repubblica degli Stagisti l’assessora.

Degli oltre 1.100 conclusi in anticipo, «nella metà dei casi l’interruzione anticipata dell’esperienza di tirocinio è una scelta del tirocinante. Solo nel tre per cento dei casi stagista e soggetto ospitante hanno concordato una risoluzione consensuale del rapporto di tirocinio o anticipato il termine fissato per la conclusione del rapporto stesso. La decisione è del soggetto ospitante solo di rado, nel due per cento dei casi», quindi solo una ventina di tirocini.

Interessante analizzare anche la fascia di età più coinvolta nell’interruzione anticipata. «Poco più della metà coinvolge i soggetti tra i 20 e i 24 anni, un terzo in quella tra i 25 e i 29 anni e appena un tredici per cento tra i 18 e i 19 anni». La Regione Toscana sostiene che non esiste una casistica di interruzioni anticipate di stage che riguardino persone over 30.

Guardando invece i dati con la lente del titolo di studio degli stagisti, è più alta la percentuale dei soggetti in possesso di un diploma che termina in anticipo uno stage, quasi sei su dieci; mentre c’è una sostanziale parità per quanto riguarda il genere: le interruzioni dei tirocini attivati nel 2019 con contributo del fondo sociale europeo hanno riguardato parimenti uomini e donne, con una piccola percentuale in più a favore dei maschi, 51 a 49.

Diversa la situazione invece per quanto riguarda il 2020, quando la pandemia Covid ha inciso in maniera significativa anche sui tirocini con contributo Fse che hanno preso il via in Toscana. «Quelli attivati l’anno scorso sono stati 1.897» sul totale degli 8.896 tirocini extracurricolari partiti in Toscana nell'arco del 2020. Da notare dunque come l'anno corso i tirocini che hanno potuto contare su un finanziamento europeo in Toscana si siano dimezzati: solo il 21% (rispetto al 42% dell'anno prima).

Tornando all'assessora Nardini: «La maggior parte dei 1.897 tirocini con contributo Fse, quasi nove su dieci, è terminata alla naturale scadenza». Un trend in crescita rispetto all’anno precedente quando erano otto su dieci. «La scelta di interrompere anticipatamente lo stage è stata degli stagisti stessi per il quaranta per cento dei casi mentre solo il quattro per cento ha trovato una risoluzione consensuale e l’uno per cento delle volte è stata, invece, una scelta del soggetto ospitante». Di quel tredici per cento di tirocini non terminati alla loro naturale scadenza, però, per più della metà non è possibile avere un’informazione specifica dalle comunicazioni obbligatorie, perché in questo documento è indicata la classe “altro” e non è quindi possibile ottenere informazioni specifiche sulle motivazioni.

stage lavoroInterrompere un tirocinio è sempre un passo delicato; nel caso si abbiano dei problemi il primo consiglio è parlare con il proprio tutor per cercare di capire se siano risolvibili. Se però lo stagista continua ad essere insoddisfatto l’unica strada è quella dell’interruzione. L’ultimo accordo Stato – Regioni sulle linee guida in materia di tirocini e orientamento, datato 25 maggio 2017, stabilisce appunto che lo stagista possa interrompere in qualsiasi momento il tirocinio comunicando la propria volontà a soggetto ospitante e promotore. Conviene però dare sempre una lettura alla convenzione di stage firmata – e di cui è opportuno avere una copia – per controllare che non ci siano clausole particolari che regolamentino in maniera diversa questa circostanza. Un altro aspetto specificato nell’accordo è il fatto che il tirocinante debba dare motivata comunicazione scritta al tutor del soggetto ospitante e del soggetto promotore in caso di interruzione dello stage.

Ci sono altre domande che i lettori della Repubblica degli Stagisti avevano avanzato e che, purtroppo, al momento non trovano risposta né da parte dell’assessora Nardini né da parte di altri funzionari della Regione Toscana. E sono quelle relative alle eventuali ripercussioni negative per uno stagista per aver interrotto anticipatamente uno stage: in particolare alla possibilità per un’azienda di scoprire se un candidato non ha completato un tirocinio interrompendolo in anticipo.

In linea di massima sono informazioni riservate, quindi se non espressamente indicate nel curriculum o raccontate durante un colloquio, non sono facilmente rintracciabili: Miriana Bucalossi, funzionaria responsabile della programmazione tirocini e apprendistato della Regione Toscana, ricorda che «esiste un quadro normativo articolato a tutela del tirocinante che sin dal 2011, con l’approvazione della Carta dei tirocini e degli stage di qualità, vede la Regione impegnata a garantirne la qualità e il corretto utilizzo, ponendo a tale scopo vincoli ben definiti e precisi per la loro attuazione, scoraggiarne l’uso distorto e ricondurli alla loro naturale funzione formativa».  Ma non risponde alla domanda specifica.

Il consiglio in ogni caso è quello, qualora il tirocinio non rispetti le aspettative, di parlare con il proprio tutor e di fare di tutto per rimetterlo nei giusti binari. Ma nel caso il problema sia proprio irrisolvibile, non resta altra strada se non quella di interrompere anticipatamente l'esperienza. Evitando di perdere mesi utili in attività non formative o poco in linea con i propri obiettivi, e cercando subito un'altra opportunità.

Marianna Lepore

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