Forse non tutti sanno cos'è un hackathon. Si tratta di «un evento al quale partecipano, a vario titolo, esperti di diversi settori dell'informatica: sviluppatori di software, programmatori e grafici web» di durata, spiega Wikipedia, «variabile tra un giorno e una settimana». Il nome nasce dalla crasi tra il verbo to hack, che in senso informatico vuol dire “accedere illegalmente, attaccare”, e marathon, cioé maratona: il che allude alla prova di resistenza dei partecipanti che, specifica sempre l'enciclopedia web, «per meeting di 24 ore o più, specialmente di carattere competitivo, consumano i pasti direttamente al tavolo di lavoro, con menu a base di pizza e di energy drink, e anche il pernottamento spesso avviene nella stessa location dell'hackathon».
Ma agli appassionati di computer queste spiegazioni non servono: la cosa importante è sapere che nel weekend 28-29 maggio a Torino si svolgerà un hackathon molto speciale, Hackathon Hack ' n ' Roll, promosso da Spindox – azienda che fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, garantendo condizioni di qualità a stagisti e neoassunti – in collaborazione con Supernova Torino / Talent Garden, Couchbase e Microsoft. E la squadra prima classificata si porterà a casa un premio di 5mila euro.
Il nome dell'iniziativa nasce da un parallelismo insolito: «Proprio come capitò con il rock and roll nella cultura musicale, vogliamo scuotere le persone e portare aria nuova nel nostro mondo» spiega Paolo Costa, tra i fondatori di Spindox di cui è responsabile Comunicazione e marketing: «Un hackathon è un evento carico di energia, di quelli che ti fanno passare il sonno. Ci vai per stare insieme agli altri e per metterti in mostra. Un po’ come a un concerto di rock and roll, nel quale però tutti suonano. Sono sicuro che scopriremo molte “band” interessanti».
Si tratta del primo hackathon promosso da Spindox: «La scelta di organizzare un hackathon risponde a due esigenze fondamentali» dice Costa: «Da un lato è un modo per fare open innovation, ossia di aprire il nostro ecosistema ad altri soggetti: individui o startup che hanno le competenze giuste, tante buone idee e molta voglia di emergere. Dall’altro lato con questo tipo di iniziativa contiamo di farci conoscere presso i giovani talenti dell’hi-tech». Perché Spindox è un'azienda relativamente giovane - l'anno prossimo festeggerà il suo decimo compleanno e in forte espansione: «Siamo sempre alla ricerca di persone in gamba, da inserire nella nostra organizzazione. Lo scorso anno abbiamo inserito oltre 80 nuovi dipendenti e quest’anno contiamo di assumerne altrettanti».
Ciascuno dei partner nell'organizzazione dell'hackathon ha un ruolo preciso: a cominciare da Talent Garden, partner organizzativo e logistico dell’iniziativa. «Si tratta della realtà più importante, a livello europeo, nell’ambito del coworking» precisa Costa: «In particolare la scelta di inserirci nel contesto di Supernova Torino ha un preciso significato, visto che il nostro hackathon è dedicato al tema dell’infomobility e ai problemi dell’auto connessa. Fra l’altro in Supernova è coinvolta anche l’università di Torino, che ci ha offerto gli spazi di via Po. Contiamo sulla partecipazione di molti studenti». Couchbase e Microsoft sono invece i partner tecnologici: «Microsoft significa prima di tutto Azure, l’infrastruttura cloud in cui saranno configurati gli ambienti di sviluppo a disposizione di tutti i partecipanti. Con un credito di 100 dollari per ogni squadra, sarà possibile sfruttare al massimo i servizi e le risorse presenti su Azure. Ma Microsoft significa anche Windows 10 IoT, il sistema operativo che proponiamo come standard nel nostro hackathon. Quanto a Couchbase, si tratta di una tecnologia innovativa e potentissima, sempre più utilizzata per lo sviluppo di applicazioni in ambito mobile e IoT».
Rispetto all'età, non vi sono vincoli anagrafici per iscriversi: inizialmente era previsto un range di età per i partecipanti, dai 20 ai 25 anni; poi a grande richiesta Spindox ha deciso di eliminare i paletti, richiedendo solo che gli hacker siano maggiorenni. «Ci sono pervenute troppe richieste di giovani sopra i 26 anni interessati a partecipare», è il commento di Costa: «Non potevamo tenere le porte chiuse».
E la speranza è che anche le donne rispondano alla chiamata e si presentino a partecipare all'hackathon: «È una questione che ci sta molto a cuore. Spindox è impegnata a contrastare ogni forma di discriminazione di genere, ovviamente. Ma questo non basta: ancora oggi la cultura IT ha tratti maschili, come se il software fosse una cosa per soli uomini. Ciò è ridicolo e ci impedisce di sprigionare un potenziale enorme, che le donne possono portare nel nostro mondo».
Il tema dell'hackathon è legato alla sicurezza stradale «dal punto di vista della vettura: un tema cruciale per l’industria automobilistica, che fra l’altro è sempre più sollecitata in tal senso dal legislatore europeo» specifica il manager di Spindox: «Presto entrerà in vigore una direttiva che impone a tutti i costruttori l’introduzione della scatola nera, proprio come oggi accade sugli aerei.
Ma perché un appassionato di computer dovrebbe partecipare a un hackathon? «Chi è appassionato – intendo appassionato di computer, ma soprattutto di innovazione – sa perché dovrebbe farlo» risponde Costa: «Potrei ricordare che ci sono 5mila euro per la proposta che sarà valutata più meritevole dalla nostra giuria. Ma sono sicuro che non sia questa la molla. Chi partecipa a un hackathon lo fa per dimostrare a se stesso e agli altri ciò che è capace di fare»
Per candidarsi c'è tempo fino a martedì 24 maggio; l'evento si svolgerà presso l'università di Torino in due giorni, il 28 e 29 maggio. Nella fase iniziale della prima giornata ciascun partecipante potrà proporre la sua idea progettuale; tutte le idee verranno messe ai voti e quell più votate saranno sviluppate. Gli “hack-maratoneti” saranno raggruppati in team formati da 4 o più persone ciascuno. Per chi arriverà da fuori Torino, le spese saranno coperte? «Tutti i partecipanti riceveranno un credito di 100 dollari da consumare sul cloud di Azure. Inoltre il vitto è interamente a carico dell’organizzazione. Quanto all’alloggio, la domanda lascia intendere che i partecipanti a un certo punto avranno bisogno di un letto per riposarsi» chiude Costa: «Ma questo non accadrà. In un vero hackathon non si dorme mai!»
Community