Marianna Lepore
Scritto il 10 Lug 2023 in Approfondimenti
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Per capire come la Garanzia Giovani sia andata nel corso degli ultimi anni, la cosa migliore è analizzare i numeri nelle singole Regioni. Anche perché ognuna aveva la facoltà di attivare percorsi e modalità diverse sul territorio. Per questo motivo la Repubblica degli Stagisti le ha contattate tutte per avere i dati ufficiali e capire se ci sono percorsi ancora attivi e con quali esiti.
Poiché il programma europeo, nella sua rimodulazione per contrastare la disoccupazione, prevedeva un ulteriore asse di intervento destinato esclusivamente alle Regioni meno sviluppate, come Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e a quelle in transizione, Abruzzo, Molise e Sardegna, per cui sono previsti margini più ampi per l’applicazione della Garanzia, in questo primo focus l’attenzione sarà solo per le altre. Ovvero per le regioni che non rientrano nell’Asse 1 bis e per cui il target di riferimento è quello dei giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in programmi di formazione: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Lazio.
Innanzitutto ecco chi ha risposto alle richieste della Repubblica degli Stagisti.
In Lombardia la Garanzia Giovani, finanziata dal Programma Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani” 2014-2020, è al suo ultimo anno di attuazione. I percorsi previsti dal Piano lombardo si concludono entro il 31 luglio 2023. «Nelle more dell’avvio del nuovo Programma nazionale “Giovani, Donne e Lavoro” per il periodo 2021-2027 in capo ad Anpal, Regione Lombardia ha garantito continuità nelle politiche rivolte ai giovani ammettendo destinatari di età compresa tra i 16 e i 30 anni nel programma GOL finanziato dal Pnrr», spiega Paola Angela Antonicelli, dirigente dell’unità operativa Mercato del Lavoro della Regione Lombardia: «Dal 21 aprile i giovani interessati a un percorso di politica attiva possono, infatti, aderire al programma Gol a valere sul Pnrr tramite il portale regionale».
Le misure attive al momento sono quattro: i percorsi avviati e i progetti ammessi nell’ambito dei quattro bandi finanziati con il Pon Iog 2014-2020 «sono in fase di erogazione e si concluderanno entro il 31 luglio». Le quattro linee attivate per la seconda fase del programma sono: multimisura, formazione rafforzata, recupero dispersione scolastica, servizio civile. La linea multimisura è «un percorso personalizzato che considera le diverse esigenze e caratteristiche dei giovani offrendo un insieme di servizi erogati tra diversi operatori, pubblici e privati, per il miglioramento delle competenze per accedere al mondo del lavoro e con modalità che tendono ad incentivare il risultato occupazionale», spiega Antonicelli. La linea formazione rafforzata consiste invece in «percorsi di formazione e tirocinio in azienda, per qualificare o riconvertire il profilo professionale dei giovani neet. La linea recupero dispersione scolastica è destinata ai ragazzi dai 16 ai 18 anni che hanno abbandonato il percorso di studio e sono privi di un titolo di istruzione e formazione di secondo ciclo e sono disoccupati». La linea servizio civile infine «è un’opportunità per incrementare le conoscenze dei giovani negli ambiti dell’assistenza alle persone, alla protezione civile, dell’ambiente, dei beni culturali, dell’educazione e della promozione culturale, anche per potenziare competenze ed integrarne di nuove utili per l’inserimento nel mondo del lavoro». Dall’elenco resta fuori Selfiemployment che è una misura gestita a livello nazionale dal soggetto Invitalia.
Che il programma sia agli sgoccioli lo confermano anche i numeri: nel 2022 oltre 19mila giovani hanno aderito alla Garanzia in Lombardia, quest’anno solo circa 3.600. Lo scorso anno quelli che, confermati i requisiti di ammissibilità dei bandi, «hanno potuto avviare un percorso di politica attiva sono stati oltre 15mila, nel 2023 sono invece circa 3mila». Durante la Fase 2 del programma, quindi nel periodo 2019-2023, «Regione Lombardia ha raggiunto oltre 74mila giovani Neet che hanno avviato percorsi per un valore totale di circa 202 milioni di euro».
In Friuli Venezia Giulia non è attivo un portale regionale né ci sono più misure regionali attive, quindi i giovani interessati possono continuare a registrarsi solo sul sito nazionale. Anche qui, spiegano dalla Segreteria dell’assessorato al lavoro, fino a pochi giorni fa risultava «ancora attivo il Fondo Selfiemployment» che ha chiuso l’ultimo sportello agevolativo “microcredito” proprio il 15 giugno 2023. Per quanto riguarda i numeri, «nel 2022 si sono iscritte alla Garanzia Giovani 2.945 persone e di queste hanno aderito o cominciato azioni di politica attiva erogate dai centri per l’impiego regionali in 2.666. Quest’anno, invece, si sono iscritti 52 giovani, nei mesi di gennaio e febbraio, e 25 hanno cominciato una politica attiva».
Anche in Veneto non ci sono più attività in corso in Garanzia Giovani, e l’unica per cui sarebbe ancora possibile registrarsi, selfiemployment, è arrivata ad esaurimento delle risorse per questa regione. «L’ultima iniziativa avviata è stata il bando “Il Veneto Giovane” del dicembre 2020 che ha visto l’approvazione di oltre venti progetti che nel biennio 2021 – 2022 hanno coinvolto circa 1.500 giovani Neet in percorsi multimisura» spiega Barbara Battistella dell’ufficio stampa della Regione. I percorsi attivati includevano «le misure di orientamento specialistico, formazione mirata all’inserimento lavorativo, tirocinio extracurriculare e accompagnamento al lavoro oppure sostegno all’autoimpiego all’autoimprenditorialità, a seconda che il giovane fosse più orientato verso l’inserimento lavorativo come dipendente o verso l’avvio di una propria attività. Le attività progettuali si sono concluse definitivamente a marzo 2023».
Anche in questo caso i numeri raccontano che non tutti i registrati al Programma hanno poi stipulato il patto di servizio presso il centro per l’impiego. «I giovani che hanno aderito sono stati 2.728, di questi circa 2mila hanno stipulato il patto. Si nota una diminuzione delle adesioni al programma e a dei Patti di servizio nel corso dell’anno: gli ultimi progetti del bando “Il Veneto Giovane” sono stati avviati verso la metà del 2022». Lo scorso anno «512 giovani hanno iniziato una misura» e al momento sono stati spesi circa i due terzi del totale risorse assegnate.
Nella provincia di Trento «sono ancora in corso di realizzazione tre percorsi della Garanzia Giovani e proseguiranno fino a fine 2023: sono i percorsi di formazione, tirocinio extracurriculare, accompagnamento al lavoro, orientamento specialistico e servizio civile. Era possibile aderire sul portale nazionale o attraverso il sito di Trentino Lavoro entro il 20 aprile», spiega Gianna Zortea dell’ufficio stampa della Regione.
Nel caso di Trento, il numero di adesioni è praticamente il doppio di quello di coloro che poi sono stati presi in carico. «Dall’avvio del programma al 30 dicembre 2022 hanno effettuato l’adesione on line 19.242 giovani provenienti da tutta Italia mentre hanno svolto un colloquio e sottoscritto il Patto di servizio, scegliendo uno dei percorsi proposti dalla Provincia, complessivamente 10.315 giovani. Fino al 31 marzo 2023 sono stati circa 130 a registrarsi online e 65 a sottoscrivere il Patto». Le risorse totali assegnate e non spese «saranno destinate a un incentivo assunzionale per giovani neet gestito da Anpal».
Tuttora in fase di realizzazione il programma anche in Liguria, dove dal primo maggio sono chiuse le adesioni in coerenza con i termini indicati da Anpal e le attività proseguiranno fino a fine agosto. Le misure attivate sono state di orientamento specialistico, formazione mirata all’inserimento lavorativo, accompagnamento al lavoro, tirocinio extracurriculare, servizio civile, sostegno all’autoimpiego e autoimprenditorialità. «Al 28 aprile risultano registrate 6.881 adesioni di cui 2.460 riferite al 2022 e 739 al 2023. Dal totale delle adesioni registrate» precisa Andrea Cacciavillani del settore politiche del lavoro del dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro della Regione Liguria, «è necessario eliminare 2.839 adesioni annullate, cancellate o chiuse senza presa in carico da parte dei cpi, prevalentemente per dimissioni da parte del giovane o per mancanza di requisiti». Alla data di fine aprile hanno usufruito almeno di un servizio di politica attiva poco più di mille giovani nel 2022 e 307 nel 2023».
In Emilia Romagna è l’indagine annuale Benessere Equo e Sostenibile 2022 dell’Istat a raccontare un trend positivo in termini di riduzione del fenomeno Neet in particolare per la componente femminile. «Fino al 30 aprile era possibile accedere ai percorsi per l’inserimento lavorativo, dopo è possibile accedere a quelli formativi. I giovani interessati possono registrarsi sul portale nazionale e sul regionale “Lavoro per Te”», spiega Claudia Gusmani, responsabile PO attuazione e controllo del programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori e Garanzia Giovani della direzione generale Lavoro della Regione Emilia Romagna. Da registrati i giovani potevano accedere a una delle sette misure presenti, quindi o a misure di accompagnamento al lavoro, come per esempio i tirocini, l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, o a percorsi formativi. Diversa la situazione, invece per altre misure «quali Selfiemployment o Yes I Start Up, regolate e gestite direttamente dalle istituzioni nazionali, ma i centri per l’impiego dell’Emilia Romagna effettuano, su richiesta del giovane neet interessato, la presa in carico preventiva se necessario all’accesso a queste misure».
Anche qui i giovani registrati non hanno poi tutti continuato nella ricerca di una misura ideale della Garanzia, infatti «nel corso del 2022 hanno aderito 11.339 persone, ma anche a seguito della verifica del requisito neet che effettuano i centri per l’impiego hanno poi sottoscritto il programma in 9.198, di cui 7mila 219 hanno attivato almeno una misura», spiega Gusmani. Più contenuti i numeri per l’anno in corso, di fatto più breve per l’attuazione delle misure. «Nel 2023 hanno aderito 6.267 persone di cui poco più di 5mila hanno realmente sottoscritto il programma e 2.949 hanno cominciato una delle misure attive». Nell’ultimo anno di applicazione «è stata prevista quale ulteriore misura attuativa del programma un’offerta di percorsi di IeFP per il conseguimento di una qualifica professionale per i giovani Neet dai 15 ai 18 anni che permette il pieno utilizzo delle risorse assegnate».
Fin qui le risposte ottenute dalla Repubblica degli Stagisti contattando gli uffici regionali. Per la regione Piemonte è stato possibile ricavare alcuni dati dal report sui Tirocini in Piemonte, annualità 2018-2022, a cura dell’Agenzia Piemonte Lavoro e della Regione stessa. Dal report si evince che i tirocini attivati lo scorso anno in Garanzia Giovani sono stati 735, ovvero un terzo in meno rispetto all’anno precedente. Come in tutti gli altri casi, non è possibile al momento registrarsi sul sito regionale essendo conclusa la fase di adesione. Dal Report di monitoraggio “Buoni servizi lavoro” a cura del settore Politiche del lavoro della Regione Piemonte pubblicato a gennaio di quest’anno, si evince che anche in questo caso i presi in carico, 26mila giovani, sono superiori agli effettivi avviati al lavoro, circa 23mila. La maggioranza, quasi sei su dieci, uomini e quasi il sessanta per cento del totale nella provincia di Torino.
Anche la regione Toscana non ha risposto alle richieste della Repubblica degli Stagisti ma è possibile desumere alcune informazioni dall’ultimo rapporto di monitoraggio al 31 marzo di quest’anno: per esempio che la spesa più alta della regione è stata per il reinserimento dei giovani tra i 15 e i 18 anni a cui segue quella dei tirocini extracurriculari. A fine marzo i tirocini attivati sono stati oltre 4mila e 800.
Nessuna risposta ricevuta nemmeno da Valle d’Aosta, Marche e Lazio. Analizzando i siti regionali si scopre che in Valle d’Aosta i progetti sono terminati a marzo di quest’anno. Secondo il piano di attuazione regionale della fase II, si scopre che una cospicua parte delle risorse è stata destinata ai tirocini extracurriculari, che erano possibili anche in mobilità geografica. Non è possibile reperire dati sul numero di tirocini attivati.
Nelle Marche i tirocini andavano attivati entro il 30 giugno e per capire come sia andata si può trarre qualche conclusione dal rapporto di monitoraggio sull’esito dei tirocini extracurriculari pubblicato dalla Regione con le ultime informazioni disponibili a gennaio 2023. I tirocini attivati in Garanzia giovani fase due - dalla pubblicazione del decreto a tutto il 2022 - sono stati 896, di gran lunga meno dei circa 3mila 400 che era l’biettivo prefissato, di cui 162 lo scorso anno. Il dato interessante è quello riguardante lo sbocco occupazionale: a tre mesi dalla conclusione del percorso di stage, quasi il 55 per cento dei tirocini attivati in Garanzia giovani è sfociato in un rapporto di lavoro, nella grande maggioranza all’interno della stessa azienda. Circa la metà con contratti di apprendistato, a cui seguono per numero quelli a tempo determinato. Gli esiti positivi staccano di sei punti percentuali quelli di uno stage “normale”.
Infine il Lazio: regione con un alto tasso di tirocini attivati ogni anno e da cui, nonostante le numerose richieste e sollecitazioni, non è stato possibile avere dei dati ufficiali. Le attività si sono chiuse a marzo di quest’anno. Anche qui, dunque, parlano i documenti disponibili in rete, che raccontano come più della metà delle risorse assegnate siano state distribuite per l’attuazione di tirocini extracurriculari.
Questa, dunque la situazione delle regioni che non aderivano all’asse I bis della Garanzia Giovani. Per tutte si può concludere che il 2023 non è stato un anno di grandi adesioni. E quasi tutte le Regioni hanno investito le risorse assegnate principalmente per l’attuazione di tirocini extracurriculari, puntando meno su altri percorsi di avviamento al lavoro. Resterà ora da vedere, scaduto questo programma europeo, quali risorse consentiranno alle regioni di continuare nel percorso di avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro.
Marianna Lepore
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