Ilaria Mariotti
Scritto il 31 Gen 2017 in Notizie
colloquio recruiting selezione del personale università e lavoro
Metti una mattinata qualunque all'università, tra i banchi di un'aula: ma non per lezioni o esami, bensì un colloquio di lavoro. Con esito immediato: se piaci, arriva seduta stante una proposta di stage finalizzata all'assunzione. Succede a Tor Vergata, dove qualche giorno fa Bip, multinazionale della consulenza, membro del circolo virtuoso RdS, ha convocato una ventina di studenti – 15 ragazzi e 5 ragazze – per una giornata di exponential recruiting. Hanno tutti tra i 23 e i 27 anni, sono laureati da poco oppure a pochi esami dal traguardo.
Un format innovativo che mette da parte i tradizionali metodi di reclutamento e consente a chi è nel ruolo di esaminare il candidato di «osservarlo nella versione migliore di se stesso» spiegano alla Repubblica degli Stagisti Angelo Proietti, partner di Bip e ideatore del format, e Alberto Gennari, founder e managing partner di WeOne, società specializzata in processi innovativi che ha messo a punto le metodologie dei laboratori collaborativi utilizzate da Bip. Entrambi hanno voluto seguire dal vivo la tappa romana, per poterla raccontare dall'interno. «A un certo punto mentre lavorano si dimenticano di essere valutati». Non è casuale: dietro c'è il metodo del cosiddetto design thinking, che fa sì che tutto il processo sia come «collegato da un filo rosso».
Funziona così: Bip contatta l'ufficio placement di un ateneo (questa di Tor Vergata è la sesta edizione, in passato gli appuntamenti sono stati in altre città tra cui Palermo, Milano, Trento e Pavia). L'università si attiva e chiede a qualche professore delle facoltà interessate – in questo caso Economia e Matematica – di inviare una call ai migliori studenti, tra laureandi e laureati. C'è entusiasmo per questa iniziativa, una professoressa di tanto in tanto fa capolino in aula per controllare come stanno andando i suoi studenti. «Si crea un punto di contatto tra i career service e il mondo occupazionale, e loro ne sono contentissimi» conferma Gennari.
«In tutto sono arrivati 45 curriculum» aggiunge Valeria Falconi delle risorse umane di Bip. «Li mandano direttamente a noi, in modo che non ci siano altri filtri» prosegue. «Lo screening si basa non tanto sul voto, quanto sul tempo che hanno impiegato per laurearsi, le esperienze all'estero, le competenze linguistiche». E a quel punto si apre la giornata, a cui invece di prendere parte solo gli addetti Hr, «partecipano anche i manager di linea, cioè quelli con cui i candidati si troveranno poi a lavorare». All'inzio non si sa quanti saranno presi: «Dipende» commenta Falconi: «Potenzialmente anche tutti, se ci colpissero tutti quanti». Bip è infatti in fase di espansione dell'organico e per il 2017 è prevista l'assunzione di 350 professionisti, di cui 150 tra neolaureati e laureandi.
Dopo il benvenuto iniziale, si passa alla prima fase. Banditi i cellulari e altri mezzi digitali: le regole del gioco prevedono solo musica di sottofondo, cartoncini, pennarelli. Ragionamento puro senza fronzoli. C'è la presentazione dell'azienda da parte dei manager, e poi viene chiesto ai partecipanti di farlo a loro volta. «Un'inversione identitaria in cui smettono di essere studenti» chiarisce Proietti. «E già da lì si comincia a vedere chi è in grado di esporre con una certa autorevolezza». Segue la divisione in gruppi, per la risoluzione di un problema, che va successivamente esposta. «Si capiscono le capacità di presentare, di fare analisi, sintesi e formulare ipotesi» commenta. Ha appena finito di chiacchierare con i ragazzi, in gruppo. A loro è stato chiesto di esprimersi a ruota libera, senza una traccia precisa, sulla base di alcune cartoline con su scritto ognuna una frase diversa.
Dopo la pausa la seconda parte. Adesso ai candidati viene chiesto di risolvere un caso pratico aziendale, e di sintizzare le idee per poi presentarlo. Intorno a loro è stato ricreato il sistema di lavoro aziendale reale Con il cronometro si calcola quanto manca alla fine dell'esercizio: finito il tempo, si confrontano a rotazione con i manager: spiegano – talvolta devono farlo anche in inglese – perché quella opzione, come superare quell'ostacolo, cosa dire al cliente. O quanto budget stanziare, «che è la parte dove i ragazzi di solito tentennano di più» confida Gennari.
«Come si fa a ricordare i singoli profili?», chiede la Repubblica degli Stagisti. «Facciamo una foto a ognuno, che poi useremo per il finale, quando andremo a decidere» spiega Falconi. Dopo la pausa pranzo i manager e gli addetti HR si riuniranno infatti per mettere ai voti i candidati. Tutti avranno un feedback, anche solo tramite sms. Per Gennari «è una questione di rispetto: loro ci dedicano del tempo, e noi glielo dobbiamo anche per dare modo di riflettere su quello che eventualmente non è andato».
A sei di loro, a fine giornata, viene chiesto di presentarsi per un secondo colloquio per confermare la propria idoneità alla posizione. È il caso di Federica, 23 anni, soltanto quattro esami dalla laurea specialistica in Economia. «Ci sarà una seconda convocazione» racconta alla Repubblica degli Stagisti. «Questo è stato il primo colloquio della mia vita e mi è piaciuto tanto perché è un ambiente informale. Sei in aula a lavorare con i tuoi compagni, non ti senti sotto pressione» ammette. «Fossero tutti così i colloqui...».
Per nove di loro, invece, direttamente una lettera di proposta di inserimento in stage, che è poi quasi una garanzia di assunzione visto che Bip stabilizza più del 90% dei tirocinanti che inserisce. Domenico, laureato da due mesi in economia da 110 e lode, è tra questi: «Esperienza molto dinamica e stimolante, ma anche faticosa perché devi tenere alta la concentrazione per sei ore di seguito». E serve prepararsi prima: «Ho studiato sui business case di qualche libro». L'inizio è da subito, si dovrà solo decidere dove: «Vivo ad Avezzano, in Abruzzo. Ma la sede la potrò scegliere io». Adesso si aprirà per lui una nuova stagione come business analist. E poi, con tutta probabilità, un contratto a tempo indeterminato.
Ilaria Mariotti
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