Sette ventenni a tempo indeterminato in Bricocenter, i protagonisti dello SpeedUProgram si raccontano

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 12 Dic 2018 in Notizie

Bricocenter buone opportunità

Dalle promesse ai fatti. Circa un anno fa Bricocenter Italia, azienda di prodotti e servizi orientati al fai da te e parte del network virtuoso della RdS, lanciava un talent program – SpeedUProgram – rivolto a giovani neolaureati da inserire come junior project specialist con contratti a tempo indeterminato. E così è stato. Oggi, nel quartier generale della società a Rozzano, alle porte di Milano, dopo una selezione realizzata tra settembre e novembre 2017, lavorano sette ragazzi, tutti under trenta e donne, con l'eccezione di un solo ragazzo che rappresenta, in controtendenza rispetto al solito, una sorta di "quota azzurra" e anche di "quota international", dato che è di origini indiane. I sette hanno festeggiato lo scorso 20 novembre il primo anniversario dall'assunzione. E la scadenza del contratto non c'è, perché i posti sono tutti a tempo indeterminato.

Una delle particolarità del processo di
 selezione è stata la ricerca di giovani in grado di misurarsi con una tipologia di lavoro basata su progetti, senza un inquadramento già predeterminato. 
Bricocenter è al momento in una fase di forte trasformazione, anche sul piano digitale: «Per questo non è stato pensato per loro un ruolo, ma delle mansioni in divenire» spiega Sara Cicognani, Talent acquisition e Employer branding di Bricocenter. Al centro ci sono le attitudini delle singole risorse, ed è a quelle che si guarda. Una chiave che ha caratterizzato anche il processo di selezione» ricorda. Uno degli step è stato la partecipazione a un business game in cui si chiedeva ai partecipanti, suddivisi in squadre, di gestire virtualmente un'azienda; la fase finale prevedeva invece la presentazione di un’idea partendo da alcune tematiche strategiche proposte come stimolo dall’azienda. In questo caso a interessare è stata soprattutto «la modalità di approccio» prosegue la manager. Ai ragazzi è stato chiesto di svolgere una presentazione – 'un pitch' – della loro idea davanti al comitato di direzione. Performance che «richiede notevoli doti comunicative ma anche la capacità di impattare sugli altri e essere influenti».

«Qui si investe sulla capacità innovativa di gestire i progetti a prescindere dalla funzione» sottolinea Carla Vinci, una delle 'speeduppers'
con in tasca una laurea magistrale in Ingegneria Chimica presa all'università di Cagliari, e oggi
impegnata in Bricocenter  in un progetto di logistica che punta a «soddisfare i clienti offrendo loro i prodotti in pochissimo tempo». A ogni 'speedupper' è stato assegnato un progetto diverso, a seconda delle competenze, delle qualità personali e delle motivazioni espresse durante il periodo di formazione che hanno vissuto successivamente all’ingresso in azienda. Harpreet Singh, che è l'unico ragazzo, 28 anni e una laurea specialista in Economia aziendale, racconta per esempio: «Al momento sono impegnato su due fronti, uno nell'IT e uno nell’area marketing», con l'obiettivo di creare delle app mobile che introducano nuovi metodi di pagamento per agevolare l'acquisto del cliente e la qualità del lavoro dei venditori. Singh, prima di approdare in Bricocenter, si è laureato alla Cattolica di Piacenza e successivamente ha completato un master alla Aston University di Birmingham. E ha anche lavorato in Inghilterra come consulente per un'azienda del settore finanziario.

A superare tutti gli step sono stati solo in sette su ben 550 candidati iniziali. I requisiti di accesso erano pochi ma stringenti:
 una laurea recente, l'inglese o il francese fluente, e aver svolto un'esperienza all'estero, di studio o lavoro, di almeno sei mesi. Non a caso i profili finalisti sono tutti molto diversi tra loro, anche dal punto di vista del background accademico.

Margherita Tercon, per esempio, ha una laurea in Filosofia alla Sorbona e alle spalle alcuni periodi di teatro. Adesso si occupa di «trovare metodi innovativi per formare i venditori sui prodotti, con lo scopo di consigliare al meglio i clienti». Un progetto che ha già trovato vita nel negozio di recente apertura a Viareggio. Ma non c'è discontinuità con gli studi universitari perché, ragiona Tercon, «la passione è innata e ci si può anche appassionare a ciò che si fa». E poi, aggiunge, «la filosofia così come la formazione mettono entrambe al centro l’essere umano». Insieme a lei lavora anche Gaia Frontali, 24 anni, la più giovane degli 'speeduppers'. Ha una laurea triennale al Politecnico di Milano come interior designer ed è impegnata anche lei sul fronte formazione prodotto. «Il bello di questo nuovo approccio al lavoro» dice Frontali «è che sei all'interno di un'unica azienda ma, cambiando spesso, ti devi reinventare ogni volta». 
Lo stesso vale anche per Carla Vinci, l'ingegnere chimico che doveva «finire in qualche impianto o in raffineria», ma che si sente «contentissima di essere in Bricocenter», dove può portare «innovazione nei piani strategici». E ancora Lilia Labaied, francese, con una magistrale in Management dei beni culturali e una triennale in Economia, oggi al controllo di gestione: «Abbiamo sempre la possibilità di seguire nuovi percorsi, e questo ti dà grandi possibilità di conoscere e capire cosa ti piace di più fare».

Una storia che si ripete anche per Gilda Giordani, laureata magistrale in Relazioni Internazionali ma con una triennale in Sociologia, e che oggi si occupa per Bricocenter della costumer satisfaction: «Adesso applico la sociologia dedicandomi all'analisi del cliente e allo sviluppo di sistemi orientati alla sua soddisfazione». E dopo un passato nel no profit, oggi «mi cimento in una dimensione profit». Martina De Luca invece ha una formazione accademica più "standard" a livello aziendale essendo laureata in Economia, tanto che in Bricocenter, dove ha per le mani un importante progetto commerciale, racconta di «aver sfruttato le competenze matematiche e statistiche imparate all'università». Sottolinea però come la formazione iniziale in azienda sia stata essenziale: «Senza non sarei riuscita». E ricorda come in quegli otto mesi «abbiamo partecipato a workshop e acquisito le basi del project management: design thinking, metodologia agile, value proposition design». Non solo in Italia poi perché «abbiamo visitato realtà innovative del settore retail, attraverso viaggi a Milano, Londra e Parigi». Inoltre, per conoscere meglio il business, c'è stata anche una fase «nei nostri negozi, affiancando le persone nei principali ruoli per comprendere le dinamiche interne». Durante la formazione gli 'speeduppers' sono stati supportati da coach interni e esterni e dal team Risorse umane attraverso incontri settimanali: «Un'occasione per fare il punto e scambiare punti di vista» evidenzia Martina De Luca. «Tutto molto stimolante!».

E le prospettive di carriera? «Sono stati tutti assunti come potenziali manager» conferma Cicognani. «Uno degli obiettivi di SpeedUP è quello di creare le condizioni per accelerare l’apprendimento, far loro sperimentare stimolando un’evoluzione più rapida delle competenze di ciascuno». E per chi vorrà queste opportunità professionali si ripeteranno. Bricocenter si è posta l’obiettivo di replicare in futuro.

Ilaria Mariotti 

 

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