Tempo di candidature per aspiranti stagisti in ambito internazionale. Pochi giorni fa, il 15 marzo si sono aperte le selezioni per la nuova tornata di tirocini al Parlamento europeo, con le consuete opzioni, generale o giornalismo. Si potrà fare domanda fino al 15 maggio a mezzanotte, mentre le partenze dei percorsi formativi sono fissate per il primo ottobre, con una durata di cinque mese (fino a fine febbraio 2015 dunque). I cinque mesi di tirocinio non sono prorogabili, si avverte sul sito. Ed è un peccato perché – a guardare la borsa di studio – la tentazione di restare verrebbe: l'Europarlamento riconosce un rimborso di 1.213 euro mensili, la cui tassazione dipende poi dai paesi di origine dei tirocinanti. La cifra viene aumentata del 50% per i disabili, ed è tarata sul costo della vita della sede di destinazione. «Se questa dovesse essere al di fuori del Belgio o del Lussemburgo» precisano le faq, «l'entità della borsa si adatterà al maggiore o minore costo della vita». Considerando che il prezzo medio di una stanza in affitto è simile in queste città alle tariffe di Roma e Milano per esempio (dai 300 ai 600 euro, si legge nelle faq), il margine per mantenersi è piuttosto ampio. Per il primo mese è anche possibile chiedere un anticipo fino al 90%, e anche per i viaggi di andata e ritorno sono previste coperture - sempre che la distanza tra il proprio domicilio e la sede dello stage superi i 50 chilometri. Infine il rimborso per le spese di missione: ce ne possono essere anche un paio al mese secondo il regolamento per seguire i lavori parlamentari in altri sedi, come a Strasburgo. Qui l'emolumento si aggira attorno ai 270 euro per due giorni.
Quali sono le condizioni per partecipare? Oltre a un diploma universitario, è richiesta la cittadinanza di uno stato membro, una «profonda conoscenza» di una delle lingue ufficiali Ue, e il prerequisito di non aver svolto nessun incarico retribuito presso le istituzioni europee per più di quattro settimane consecutive. Solo per chi si candida come giornalista ci sono ulteriori paletti: come spiegato sul sito è necessaria «una competenza professionale comprovata da pubblicazioni, o dall'iscrizione all'ordine dei giornalisti di uno stato membro dell'Unione europea, o da una formazione giornalistica riconosciuta negli stati membri dell'Unione europea o negli stati candidati all'adesione». Non è quindi ammesso alla selezione chi sia alle prime armi anche perché ai finalisti saranno assegnate mansioni tipiche del mestiere, «come l'editing», si legge ancora tra le faq.
Per partecipare va dunque compilato e inviato online l'application form. In questo passaggio c'è da fare attenzione perché dopo trenta minuti scade la sessione e «tutti i dati inseriti andranno perduti». Conviene quindi consultare prima le faq e sapere che tipo di informazioni e documentazione andrà fornito. Per esempio, una lettera motivazionale da redigere in una delle tre lingue indicate, quindi inglese, francese o tedesco, oppure in una delle lingue ufficiali della Ue (pertanto anche l'italiano). Spedita la domanda, si apre la selezione. «L'ufficio di collegamento esamina la ricevibilità delle candidature», stabilisce il regolamento, e anche «le qualifiche e le attitudini dei candidati» valutandole a seconda «delle esigenze specifiche di servizio connesse alle attività prestate e delle capacità di accoglienza». Che tradotto significa che l'Europarlamento si riserva di contattare un numero di candidati che dipende di anno in anno dalle esigenze di lavoro contingenti. L'elenco definitivo dei selezionati viene stilato entro un mese dall'inizio del tirocinio, in questo caso a settembre. A ognuno verrà poi notificato l'esito della graduatoria.
Non esiste dunque un numero esatto di stagisti accolti annualmente. «Per il primo turno di tirocini del 2014, quindi quelli che hanno inizio il 1 marzo e finiscono il 31 luglio, il numero di candidature per gli Schuman è stato di 5715. A livello annuale la cifra chiaramente raddoppia», riferiscono alla Repubblica degli Stagisti dal dipartimento comunicazione della sede milanese del Parlamento Ue. I giovani italiani sono sempre tra i più attivi in questo tipo di opportunità – e non c'è da biasimarli vista la situazione lavorativa del paese: «Di queste domande, 2.194 erano provenienti da italiani», ancora in aumento rispetto al 2013, quando già era stato registrato un vero e proprio boom. Questo mentre però il numero complessivo delle candidature scende (nel 2013 erano poco più di 6mila): una dato eloquente.
I prescelti sono all'incirca due centinaia per ogni tornata, ed è l'opzione generale a essere la più quotata: «1823 richieste contro 371 dell'opzione giornalismo» fa sapere l'addetto alla comunicazione, «con un'età media che oscilla intorno ai 25 anni».
Casi di assunzione post stage purtroppo però non ce ne sono. «L'unica procedura di assunzione presso il Parlamento europeo, così come per le altre istituzioni comunitarie» chiosano dall'ufficio comunicazione, «avviene con sistema centralizzato tramite concorsi gestiti dall'Epso», l'ufficio per la selezione del personale delle comunità europee.
Ilaria Mariotti
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