Ministro Brunetta, per favore, lasciamo perdere la carità. Per uscire di casa, diventare indipendenti, costruirsi la propria casa e la propria famiglia, ai ragazzi italiani 500 euro al mese non servono a niente - se non a prosciugare le già vuote casse dello Stato. Per offrire un futuro ai suoi giovani l'Italia ha bisogno di un'iniezione di meritocrazia, di trasparenza, di ammortizzatori sociali, di politiche salariali.
Il problema non sono i 500 euro al mese. Il problema sono le imprese che propongono contratti a progetto farlocchi, dove il progetto non esiste, esiste solo la volontà di risparmiare sui contributi e tenersi alla larga dagli obblighi che i contratti più tutelanti impongono. Il problema sono gli stipendi, perché da nessuna parte – tantomeno nelle grandi città come Milano o Roma – si sopravvive con 800 euro al mese, eppure c'è chi propone queste retribuzioni da fame e ahimè c'è anche chi le accetta, salvo poi chiedere un'integrazione a mamma e papà per arrivare a fine mese. Il problema sono i sindacati che difendono lo status quo e cioè il "mercato del lavoro duale", dove chi ha un buon contratto è al sicuro e chi invece è precario non ha tutele né garanzie. Il problema sono i laureati costretti a fare un mestiere che non c'entra niente con quello che hanno studiato: è una sconfitta per il mercato del lavoro che nel nostro Paese va in scena tutti i giorni. Il problema sono i soliti noti e i figli di che si accaparrano, spesso senza merito, i posti migliori – lasciando indietro chi è più bravo ma non ha santi in paradiso. Il problema è la gerontocrazia imperante, che permette a 70-80enni di decidere in perpetuo i destini politici ed economici del nostro Paese, considerando i 30enni poco più che bambini e i 40enni ancora "giovani". Il problema sono i 500mila stagisti che ogni anno invadono enti e aziende, portando entusiasmo e forza lavoro, che non sono minimamente tutelati e che troppo spesso alla fine dello stage si ritrovano con un pugno di mosche in mano.
Un governo che si dice attento alle nuove generazioni deve lavorare per rimuovere queste ingiustizie e assicurare prospettive ai suoi giovani. Non promettere demagogicamente uno "stipendio statale" da 500 euro al mese, perché quella si chiama carità. E i giovani, se permette ministro Brunetta, spesso non hanno lavoro e spesso non hanno stipendio, ma almeno hanno ancora una dignità.
Eleonora Voltolina
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