Sulla carta, il Progetto Lavoro e Sviluppo 4 (Les 4) potrebbe far pensare a un nuovo caso di superstage: un maxifondo da 60 milioni di euro per finanziare 6mila “interventi lavorativi” nel settore turistico, in favore di disoccupati residenti nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, senza alcun limite massimo di età per i partecipanti.
Il nuovo programma di tirocini è stato istituito dal ministero delle Attività produttive, dal dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero del Lavoro e delle politiche Sociali con finanziamenti provenienti per l’80% dal fondo sociale europeo e per il 20% dall’apposito fondo di rotazione nazionale. Sono previsti in tutto 6mila interventi nel corso di tre anni, tra tirocini in mobilità nazionale o locale e percorsi di formazione ad hoc per soggetti svantaggiati. I partecipanti potranno usufruire di una borsa mensile da 500 euro al mese, oltre alle indennità di prima sistemazione e di mensa, alle doverose assicurazioni Inail ed Rc e al rimborso per le spese di viaggio.
Alcuni sostanziali elementi differenziano questo progetto dal caso degli stage abnormi calabresi portato mesi fa all’attenzione dei lettori della Repubblica degli Stagisti. Primo fra tutti, la durata: «Non più di 5 mesi nella stessa azienda, al massimo 6 mesi dietro espressa richiesta del datore di lavoro e soltanto quando vi è la certezza di una successiva assunzione», spiega Antonino Bussandri, responsabile del servizio di sviluppo del mercato del lavoro per Promuovi Italia, la società pubblica di proprietà dell'Enit che coordina il progetto e gestisce l’inserimento degli aspiranti tirocinanti nelle aziende del settore.
Le aziende ospitanti, inoltre, dovrebbero essere sottoposte a rigidi controlli volti a verificare la qualità dell’esperienza di tirocinio. «Selezioniamo le imprese» spiega Bussandri «tra quelle che godono di agevolazioni finanziarie in base alla legge 488 del 1992 e che già rispondono a standard europei». Il programma appena avviato è il quarto e più importante di una serie di progetti simili, per i quali Promuovi Italia ha gestito complessivamente 31 milioni di euro di finanziamenti per 3.400 interventi. «Grazie alle esperienze passate» aggiunge il responsabile «abbiamo affinato una procedura di controllo qualità ben precisa; in particolare, intervistiamo telefonicamente i tirocinanti che non ricevono un’offerta di lavoro, ma anche chi abbandona il percorso prima di averne completato almeno il 20 per cento. Sottoponiamo dei questionari ai ragazzi, prendiamo atto delle loro motivazioni ed osservazioni, e mettiamo in atto i rimedi. In questo modo abbiamo progressivamente ridotto gli abbandoni, che ora si attestano ad una percentuale inferiore al 7 per cento».
Le possibilità di assunzione sembrano essere consistenti: gli organizzatori ritengono che almeno il 65% dei tirocini sia destinato a concludersi con una proposta di lavoro, sebbene tale stima si basi sui risultati dei progetti passati e non su un accordo concreto con le aziende. «Spetta alle singole società decidere se assumere i tirocinanti o meno» sottolinea ancora Bussandri «ma con l’ultimo programma Replay [uno dei progetti antesignani del Les 4, dalle caratteristiche analoghe ma provvisto di un finanziamento totale pari a 6 milioni di euro circa] abbiamo registrato un picco pari al 72,2% di inserimenti. E se in passato la richiesta da parte delle aziende si concentrava su profili lavorativi medio-bassi, con il Les 4 contiamo di inserire molti ragazzi in posizioni di fascia medio-alta». Chi non dovesse ricevere un’offerta di lavoro potrà contare su ulteriori opportunità di formazione, quali viaggi-studio all’estero per migliorare le competenze linguistiche (in tal caso le spese sono finanziate grazie al medesimo fondo, ma non è prevista la borsa di lavoro) e ulteriori esperienze presso aziende differenti («ma nessuno ha mai effettuato più di due tirocini consecutivi», specifica il responsabile).
Tutto rose e fiori, quindi? Non proprio: resta infatti aperto il nodo del limite massimo di età, che nel Les 4 non è affatto menzionato. Rischia così di riproporsi il problema dei tirocinanti ultratrentenni, magari con varie esperienze lavorative alle spalle o attività da liberi professionisti in corso. Ma Bussandri difende la scelta di non aver posto un limite di età: «I tirocini rappresentano uno strumento per garantire un passaggio di competenze, una trasmissione di know-how. Per esempio: un uomo o una donna quarantacinquenni che abbiano lavorato per tutta la vita nel settore manifatturiero, e che ora hanno perso il posto a causa della crisi, hanno diritto a reinventarsi una vita professionale, magari proprio nel settore del turismo. La scelta di non porre limiti di età risponde a questo ragionamento».
Andrea Curiat
Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Progetto di stage "Les 4" di Promuovi Italia: la scheda con tutte le informazioni utili
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